cultura barocca
inform. B. Durante

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CASALI, Giovanni Battista. - Nato a Roma nel 1578 da Raffaele e da Faustina de' Miccinelli, abbracciò lo stato ecclesiastico e si addottorò in leggi. Camerario dell'ospizio di S. Trinità dei Pellegrini [per approfondire l'indagine vedi qui con indici moderni l'Eusevologio del Piazza] acquistò rinomanza presso i contemporanei e nel contesto delle tante biblioteche, accademie e raccolte museali di Roma per i suoi studi di antichità e le raccolte di materiali archeologici sistemate nella sua casa di Campo Marzio e in un giardino alla Marmorata: cosa che gli conferì quella fama di antiquario e di collezionista che attrasse l'Aprosio il quale ne raccolse tutte le opere possibili già per il suo Museo privato che eresse nel lugo soggiorno a Venezia . Morì a Roma nel 1648, e fu sepolto nella chiesa di S. Agostino.
Confuso talvolta con l'omonimo vescovo di Belluno morto nel 1536 e con il retore e poeta romano Battista, il C. si rese noto nel mondo degli eruditi soprattutto per le sue ricerche sui riti sacri e profani. Nel 1644 faceva stampare a Roma un opuscolo De veteribus Aegyptiorum ritibus, che, se diceva della curiosità del suo autore, non diceva certo delle sue capacità di studioso, come notava Fabricius, che pure lo reputava "vir alioqui non conteninendus" (p. 39). Seguirono le dissertazioni De antiquis Romanorum ritibus (ibid. 1644) e De veteribus sacris Christianorum ritibus (ibid. 1645), pubblicate nuovamente a Roma nel 1646, insieme con il saggio sui riti egizi, sotto il titolo di Sacrae profanaeque religionis vetustiora monimenta (nuova edizione con il titolo De profanis et sacris veteribus ritibus opus tripartitum, Francofurti et Hannoverae 1681). Di esse quella sui riti cristiani per il suo fiero tenore antiprotestante contribuì più delle altre alla notorietà del camerario della Trinità dei Pellegrini, nonostante la mancanza di senso critico, l'insufficienza della documentazione e l'infelice scelta degli argomenti, denunciate da Walch e ammesse più tardi anche da Zaccaria.
In vista dell'Anno Santo il Casali faceva seguire alle ricerche sui riti un'indagine di topografia e di antichità romane, che avrebbe visto la luce effettivamente a Roma "anno Jubilaei" (1650) con il titolo De Urbis ac Romani olim imperii splendore.
Giustamente considerato da critici e storici il suo contributo migliore, questo e opus eruditionibus, historiis, ac animadversionibus, tani sacris quam profanis illustratum.. dedicato a Innocenzo X, raccoglieva in tre parti nozioni di topografia romana e di antichità pubbliche e private senza una rigorosa determinazione cronologica o ambientale ed ampliando il discorso fino a comprendervi la descrizione di monumenti e fatti di epoca medievale e moderna. E poiché Roma da "arx lmperii" era divenuta "Christianae Religionis solium", da "Occidentalis Imperii sedes" "sedes Apostolica", s'interrompeva l'esposizione per confermare il primato del vescovo di Roma (pp. 87-103), chiedersi "an recens Roma cum antiqua conferri queat (pp. 119-122) e concludere che solo con la fine dell'impero di Roma, "ethnicismum et idololatriam mystice representans", e la conversione "ad Christi fidem" l'Urbe sarebbe rimasta con la sua eredità "usque ad mundi finem" (pp. 130-131).
Sicché, dopo aver riconsiderato e riproposto all'attenzione del lettore "quomodo Romana Urbs tantum excreverit" e "quibus mediis dignitas et magnitudo iam tuin parta, fuerit apud priscos illos Romanos tamdiu conservata" (pp. 413-426), sembrava possibile, nella generale continuità fra Roma antica e Roma moderna, aggiornare il capitolo "de hospitalitate" con una nota sull'ospizio di cui il C. era divenuto camerario (pp. 434-437).
Sotto i titoli di De ritu nuptiarum, ac de iure connubiali veterum dissertatio; De tragoedia et comoedia lucubratio; De conviviis, hospitalitate, et tesseris veterum exercitatio; De thermis et balneis veterum tractatio; De insignibus, anulis, fibulis, etc. syntagma, dodici capitoli della seconda parte (rispettivamente, XVI-XVII; VI-VII; XIX-XX e XIV; XVIII; IX, XIII e X-XI) sarebbero stati raggruppati e compresi nel Thesaurus Graecarum antiquitatum a cura di J. Gronow (2edizione, VIII, Venetiis 1735, coll. 1301-1328, 1597-1624; IX, ibid. 1737, coll. 121-160, 633-644, 893-920).
Bibl.: P. Mandosio, Bibliotheca Romana, I, Romae 1682, pp. 342-343; I. A. Fabricius, Bibliographia antiquaria, Hamburgi 1760, ad Indicem;J. G. Walch, Bibliotheca theologica selecta, III, Jenae 1762, pp. 669-670; A. F. Zaccaria, Bibliotheca ritualis, II, Romae 1778, p. 157; T. Amayden, La storia delle famiglie romane, I, Roma s. d., p. 277; V. Forcella, Iscriz. delle chiese... di Roma, V, Roma 1874, pp. 96, 287; H. Hurter, Nomenclator literarius, III, Oeniponte 1907, coll. 1150-1151; M. E. Cosenza, Dict. of Italian humanists, I, Boston 1962, pp. 911 s. (con indicazione di altre ristampe delle dissertazioni sui riti).
[TESTO TRATTO DALLA VOCE = "CASALI, Giovanni Battista Dizionario Biografico degli Italiani di N. Parise