cultura barocca
inform. B. Durante

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Ambrogio Daffra, uomo di umili origini, sacerdote in Tortona, parroco, rettore del seminario e Vescovo di Ventimiglia dal 1892 al 1932: preso possesso della Diocesi, consapevole della difficile situazione, fa partecipi sacerdoti e fedeli del molto lavoro che lo attende, dei propositi fatti al buon Dio e dell'aiuto che spera di avere da loro "fratelli e figli" (così chiamava i suoi preti e i suoi diocesani). Continuando nell'opera del predecessore Mons. Tommaso Reggio acquistò un terreno dal Comune e, grazie anche alla solidarietà di molti fedeli, riuscì a costruire un Orfanotrofio che chiamò San Secondo: affidò inoltre alle suore di Santa Marta e della Divina Provvidenza, il compito di alimentare e vestire tanta povera gente.
Eran anni difficili: nella vicina Francia, il Parlamento liberal massonico, con ripetute sedute e richieste, chiedeva la chiusura delle case dei Religiosi e delle Religiose e la determinazione era acuita dall'opposizione dei conservatori cattolici.
La diocesi di Ventimiglia, per i cattolici di tutta la Provenza anche della Francia, divenne punto di riferimento quale terra in cui rifugiarsi. Mons. Daffra non rimase sordo a tante richieste d'asilo, il suo augurio per tutti era: "Pregate e tutto si sistemerà". Nel febbraio del 1885 giunsero a Latte, i primi sei frati, seguirono tre ordini di suore, cui si aggiunsero altre tre congregazioni = in un suo manoscritto dal titolo Comunità Italiane e Francesi nella Diocesi Ventimiglia, Mons. Daffra era solito registrare la città di provenienza, il fondatore dell'ordine, il numero dei componenti, le eventuali compere e nuove sistemazioni all'interno del territorio diocesano.

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