cultura barocca
i. B. D.

Aprosio visualizzò momenti di vita nelle Terme romane dalla lettura di QUESTO VOLUME, in cui possono consultare qui digitalizzati TANTI ASPETTI DELLO SPLENDORE DI ROMA ANTICA, donatogli dell'amico museografo e all'epoca celebre collezionista G. B. CASALI: libro davvero ponderoso e corredato dalla riproduzione di questo BASSORILIEVO raffigurante siffatto, ed al seguente spiegato, particolare MOMENTO DI VITA NELLE TERME DI ROMA.
L'erudito intemelio non poteva ammirare intatti resti di di complessi termali romani superstiti le antiche Terme essendo state condannate sin dal Cristianesimo delle Origini come luoghi di perversione con successivi processi di distruzioni o sconsacrazione e seguente riconsacrazione con i complessi variamente assimilati mentre al modo che scrisse il qui proposto autore del '500 Gio Menavino da Voltri le antiche Terme imperiali furono conservate ed utilizzate da Arabi e poi Turchi (pur impedendone a differenza di quanto avveniva nell'ecumene romano la contemporanea frequentazione per uomini e donne) nelle terre loro poi soggette dell'Impero Romano d'Oriente.
Nell' Impero di Roma le Terme erano una diffusissima istituzione testimoniata in tantissimi centri anche minori o periferici come ad es. nel caso di quelle del MUNICIPIO IMPERIALE DI ALBINTIMILIUM qui accuratamente descritto con l'elencazione dei MONUMENTI RIPORTATI ALLA LUCE COMPRESE LE TERME, in parte visibili seppur gravemente violate purtroppo dalle menzionate distruzioni e poi dalle ingiurie dei secoli [entro l'immagine proposta le voci sono attive].
Le TERME erano volte in Roma antica oltre che
cura dell' igiene a divertimenti, cosmesi (con uso di vari attrezzi, vasi, balsami, strigili a seconda delle esigenze ma comunque sempre dell'olio d'oliva notoriamente utilizzato dagli atleti nelle palestre e nei giuochi circensi sin dall'epoca greca quanto altresì utilizzato in cosmesi e cura del corpo sia maschile che femminile), vita sociale con qualche timore per possibili furti, non esclusi quelli di indumenti e delle scarpe che bisognava togliersi affidando il tutto a servi impiegati nel complesso termale perché lo sistemassero in appositi guardaroba (vestiaria).
L'INCISIONE sopra proposta fu recuperata, tramite una riproduzione cartacea fatta dal vivo di un bassorilievo già custodito nei giardini, presso il monte Esquilino, di proprietà del cardinale Montalti noto estimatore e raccoglitore di oggetti antiquari. Siffatta INCISIONE ha un valore emblematico in quanto permette di vedere all'opera degli inservienti dello STABILIMENTO TERMALE in cui sta facendo ingresso un personaggio: il mezionato BASSORILIEVO fu fatto riprodurre, come già scritto, da un corrispondente di Aprosio l'agiato erudito G.B.CASALI proprietario di un PROPRIO MUSEO onde essere inserita in un suo ben illustrato VOLUME su ROMA ANTICA ove tra molteplici aspetti della civiltà è passata in rassegna la vita nelle TERME (la cui trattazione risulta qui digitalizzata da "Cultura Barocca").


**********
Volendo approfondire tematiche particolari vedi qui il motivo per cui queste strutture furono violentemente condannate dal Cristianesimo delle Origini che ne patrocinò la distruzione (ed a maggior ragione in quanto le Terme poi dette Stufe, quindi Bagni Turchi furono al contrario utilizzate dall'Islam come attestato in questa sua rara pubblicazione dal genovese Antonio Menavino da Voltri, già schiavo nell'Impero Turco): esse, in un contesto indubbiamente sessuofobico ed omofobico quanto soprattutto misogino (leggi le varie voci!), furono ritenute i luoghi ideali onde perpetrare le bugie dell'Eros specie in merito a bagni, piscine e terme promiscui: sul tema le discussioni furono interminabili e lo stesso Aprosio investigò sul presunto inganno boccaccesco, segnalato da Marziale, "dei furbi" e "delle furbe" ovvero il concepimento "involontario" nella piscina termale (conception in the bath)]


**********

Nel suo VOLUME su ROMA ANTICA l'erudito seicentesco G.B. CASALI, analizzando vari aspetti della civiltà classica, passa in rassegna la vita nelle TERME registrando (da pagina 314 a pagina 322 qui digitalizzate dal testo antico) osservazioni utili ancora oggi e qui riproposte: merita altresì un'osservazione peculiare l'INCISIONE sopra qui proposta e recuperata tramite un disegno fattone dal vivo di un bassorilievo già custodito nei giardini, presso il monte Esquilino, di proprietà del cardinale Montalti noto estimatore e raccoglitore di oggetti antiquari.
La SCENA ha un valore emblematico in quanto permette di vedere all'opera degli inservienti dello STABILIMENTO TERMALE in cui sta facendo ingresso un personaggio.
Con chiarezza si vede un addetto o servo guardarobiere (vestipiscus) che si affanna a togliere le scarpe del personaggio, onde non infanghino i pavimenti da custodire sempre nettati, mentre un altro vestipiscus si accinge a prendere le vesti del nuovo venuto.
Questi oggetti, non erano affidati mediamente alla custodia di singoli servitori (a meno che una persona agiata non si facesse accompagnare dai propri domestici): li custodivano appunto i dipendenti delle terme che li custodivano per il proprietario finché non decidesse di lasciare le terme e, a questo punto, pare abbastanza scontato, che in luoghi così affollati, e dove fosse facile confondersi, per la custodia ci si servisse di un GUARDAROBA che più che una cassa, un armadio od un cassettone era verisimilmente un LOCALE dove, per ritrovare senza contestazioni quanto depositato, era inevitabile che il ogni CLIENTE che vi avesse lasciato in deposito qualche suo indumento si avvalesse di una qualche MARCA o CONTRASSEGNO, quali si è supposto, fra tante altre e diverse teorie, potessero essere le TESSERE BRONZEE NUMERATE












CLICCA E RITORNA ALLA HOME PAGE DI CULTURA-BAROCCA