Come riporta l'"Enciclopedia Treccani on line" il Congresso di Vienna (di cui sopra si vede l'Atto Finale) fu il "Congresso dei negoziati svoltisi (1814-15) tra le potenze vincitrici del decennale scontro con Napoleone (Austria, Russia, Prussia e Gran Bretagna), ai quali parteciparono anche quasi tutti gli altri Stati europei. I principi a cui si ispirò il C. di V., sotto la leadership del rappresentante austriaco K.W.L von Metternich, furono quelli della legittimità, con il ripristino dei sovrani spodestati da Napoleone, e dell'equilibrio politico, garantito dalla divisione dell'Europa in sfere di influenza, dalla barriera di Stati ai confini della Francia, dall'ingrandimento di Prussia e Regno di Sardegna, dalla limitazione dell'espansione della Russia e dalla funzione di controllo dell'Impero austriaco. L'atto finale del C. di V. fu firmato anche dalla Francia, grazie all'abilità diplomatica di C.-M. de Talleyrand, che seppe riconquistare un ruolo di primo piano tra le potenze europee".
Tra tante modifiche concernenti l'Europa per cui si rimanda alle tante pagine dedicate al Congresso sul Web val
qui la pena avvalendosi di una parziale ripresa del testo di "Wikipedia, l'Enciclopedia Libera on Line" di
rammentare
Il nuovo assetto politico territoriale italiano
"Dopo il congresso di Vienna l'Italia fu divisa in una decina di stati (che si ridussero ad otto, entro una trentina di anni dal Congresso, a causa di alcune annessioni di stati minori ad entità più vaste):
Il Regno di Sardegna, governato dai Savoia, riottenne il Piemonte e la Savoia e venne ulteriormente ingrandito con i territori (annessione odiata dal popolo) della ex Repubblica di Genova eretta, come dipendenza sabauda, a Regione e ingrandita dal territorio della Contea di Nizza.
Nel resto del nord venne costituito il Regno Lombardo-Veneto sotto il controllo dell'Austria, comprendente i territori di terraferma della Repubblica di Venezia (che contrariamente ai principi-guida del Congresso non venne ricostituita), del Veneto, del Friuli e della Lombardia orientale, tutti uniti alla parte rimanente della Lombardia. Al Regno Lombardo-Veneto fu annessa anche la Valtellina, visto che si era opposta alle richieste svizzere, che miravano a far sì che questa valle - sulla quale la Svizzera aveva una sorta di protettorato dal 1512 - ritornasse al Canton Grigioni o fosse unita alla Confederazione, come cantone autonomo. Nel Lombardo-Veneto inoltre fu inserita anche la Transpadana ferrarese, un territorio appartenente allo Stato Pontificio, un lembo di terra a nord del fiume Po, storicamente e culturalmente associato all'Emilia.
Sotto forte influenza austriaca si trovavano inoltre:
Il Granducato di Toscana; sotto la dinastia degli Asburgo-Lorena; che annesse i territori del Principato di Piombino e l'Elba nonché lo Stato dei Presidi (ossia Orbetello e il Monte Argentario).
Il Ducato di Modena sotto la dinastia degli Austria-Este.
Il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla venne assegnato a titolo vitalizio alla moglie di Napoleone Maria Luisa d'Austria ed alla sua morte nel 1847 il titolo tornò ai Borbone di Parma (Guastalla venne annessa al Ducato di Modena).
Il Ducato di Lucca venne assegnato a titolo provvisorio come compensazione per i Borbone di Parma, in attesa della morte di Maria Luisa e quindi del loro legittimo rientro a Parma (Lucca in seguito venne annessa al Granducato di Toscana nel 1847).
Il Ducato di Massa e Carrara venne assegnato a titolo vitalizio alla madre del Duca di Modena (l'ultima esponente della casa d'Este: Maria Beatrice d'Este) ed alla sua morte nel 1829 venne annesso a Modena stessa.
Indipendenti, ma legati all'Austria da vincoli di alleanza e interesse:
Il papa fu restaurato nello Stato Pontificio, che oltralpe perdeva però definitivamente la città di Avignone e il Contado Venassino, lasciate al Regno di Francia, mentre mantenne le enclave di Benevento e Pontecorvo entro il regno di Napoli.
Nell'ambito dei confini pontifici rimase la piccola ed indipendente Repubblica di San Marino, che non venne toccata dagli eventi napoleonici e che rimase sempre estranea agli eventi politici successivi.
Nel Sud Italia il cognato di Napoleone, il maresciallo napoleonico Gioacchino Murat, fu originariamente autorizzato a mantenere il Regno di Napoli. Tuttavia, in seguito al sostegno da lui fornito all'Imperatore durante i "Cento Giorni", venne deposto e la corona fu riconsegnata a Ferdinando IV di Borbone.
L'8 dicembre dell'anno successivo, avvenne il primo cambiamento nella configurazione politica della penisola: il Regno di Sicilia fu unito al Regno di Napoli in un solo Stato chiamato Regno delle Due Sicilie con Napoli capitale e con re Ferdinando IV che assunse la nuova denominazione di Ferdinando I delle Due Sicilie".