Mia madre Anna Maria Traverso (nata il 13-02-1923 a Genova Sestri Ponente) spentasi il 20 gennaio 2011. CLICCA PER RITORNARE A POESIE E PROSE, INEDITE E NON, MIE EDITATE SU "CULTURA-BAROCCA" CLICCA INVECE QUI PER RITORNARE ALLA HOME PAGE VERA E PROPRIA DI "CULTURABAROCCA"
Forse alla Casa di Riposo di Dolcecacqua (dove risiedette perduto l'amore della sua vita) nessuno si era reso conto della straordinaria bibliofila che ospitavano: quella vecchietta, ultimamente stanca, aveva operato per tanti anni nell'ombra, trasmettendo ad altri ( a me per primo la passione per i libri)...libri che donò a molte Biblioteche anche alle piccole biblioteche emergenti e (cosa su cui non concordavo) a biblioteche scolastiche..."perché leggere è tutto" soleva dire...
Da intellettuale (passata la stagione dei libri dell'infanzia) senza condizionarmi mi prese a consigliare sempre tre libri che amava e che aveva ereditato da suo nonno: due certamente collegati alla sua postazione di intellettuale antifascista (che a soli 18 anni l'aveva portata di fronte al rischio di essere giustiziata proditoriamente per il suo carattere sempre indocile e ribelle ... e lo era, la morte non può centuplicare i pregi e far svanire i difetti e le impulsività....ma era poi difetto battersi per le proprie idee sapendo di rischiare?). Il "Dio" del "Dei Doveri e dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino" di Mazzini in una pregiata edizione genovese del 1922 le piaceva (come del resto a mio padre!) soprattutto per quel peculiare elogio dell'Ente Supremo, così controverso ma così grandioso; un libro di grande divulgazione come "I Misteri dell'Inquisizione di Spagna" di Fereal era per lei, strutturalmente libera e ribelle, un monito a non piegarsi mai come peraltro mai fece (credo che a volte si ravvedesse in Paola mascherata in Josè il frate che si vendicò delle violenze patite personalmente e nella famiglia, a danno del realmente vissuto Pietro d'Arbuys l'inquisitore detto Maestro d'Epila)...ed infine un'edizione,abbastanza consunta quanto antica, delle "Ultime lettere di Jacopo Ortis"....non apprezzava il romanzo per la fine tragica da sconfitto del protagonista ma il preromanticismo la appassionava...ma me lo segnalò tardi questo volume, lo tirò fuori da un vecchio baule dove si conservavano, d'un parente dimenticato, i cimeli d'una guerra che fu carneficina e di cui mai mi parlò...lo aprì quel libro, oramai coi piatti penzoloni e i fogli staccati prima di legarlo con una perizia amorosa che Le era propria. Mi disse, dopo che avevo vinto il concorso ministeriale a Roma (è realmente trascorsa una vita da quei tempi!): "ora sei un professore vero e davvero puoi insegnare questo...lo so che lo hai studiato a scuola ma se lo leggi bene in questa sua prima edizione vi troverai emozioni che i libri moderni non danno. E, se non le proverai (con mio spiacere) almeno potrai, insegnando a Ventimiglia spiegare per bene questa "Lettera da Ventimiglia" così piena di riferimenti che riguardano questa città, Bordighera, Camporosso, Dolceacqua, le strade della costa, le croci che forse non furono croci, i corsi d'acqua e i pescatori di quel tempo e di quando i tuoi avi, almeno i tuoi avi paterni, procedevano a mercanteggiare su questa Aurelia ch'era allora Strada della Cornice donde arrivavano i ricchi a svernare...persin da noi a Genova, tra Pegli e Sestri e Cornigliano...gli ultimi da ragazza li vidi alla "Grotta di Sestri" dove c'eran persin un laghetto ove appartarsi per i più ricchi.....Oramai non c'è più niente di quello".. Ultimamente non eran certo più questi i nostri discorsi....ma Lei mi aveva dato (oh come è brutto l'inglese a fronte del latino che amava) l'"input" per scegliere ... magari con dispiacere di mio padre che, essendo un tecnico ed un matematico, avrebbe preferito per me ben altri studi ... ma è avvenuto così e tutto sommato non posso che esser lieto per l'opzione cultural-esistenziale che scientemente ho fatta certo meno remunerativa quanto assai più umana di quelle pur dirigenziali in campo industriale propostemi e sicuramente fattibili anche in forza della postazione sociale della borghese famiglia di mio padre ancor ben inserita nella realtà economica dell'indimenticata Genova.