Nel contesto della disposizione un poco caotica delle liriche a corollario di quelle glorie intemelie cui più dell'Aprosio si dedicò
Domenico Antonio Gandolfo, proprio l'autore redige una precisazione su composizioni adespote cioè apparentemente senza autore citato a differenza delle altre inserite nell'opera: qui
Gandolfo ascrive alla sua penna questa sottostante Ode in latino e questa altra Ode in italiano, quindi per evitare confusioni od anche critiche precisa che questi tre sonetti dedicati alla stesura dei suoi Fiori Poetici ed ancora questo latino Epitaphium in onore di Aprosio non sono opera sua ma di "...un famoso Cultore de' Giardini Pimplei, e dottore dell'una, e l'altra legge, dico del Reverendissimo e Dottissimo D. Giuseppe Maccario di Dolc'acqua, Vicario Generale di Monsignor nostro Promontorio..."
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