cultura barocca
INFORMATIZZAZ. A CURA DI B. E. DURANTE

Ludovico Dolce (Venezia 1508 - Venezia 1568) Nacque a Venezia. Studiò a Padova, perfezionando lo studio delle lettere, che gli permetterà di guadagnarsi la vita come precettore e scrittore.
La sua multiforme attività comprese traduzioni dal latino e dallo spagnolo, commenti e critiche ad opere letterarie, poemi epici, commedie, rime e trattati in prosa.
Viaggiò molto e divenne amico di Caro, Varchi, Bembo, Aretino e Sansovino.
Fu considerato un poligrafo, senza eccellenza in nessun campo; poco amato sia dai contemporanei che dai posteri, tanto che cercarono di togliergli il merito sulle interessanti idee del dialogo L'Aretino, dove dimostrò una notevole sensibilità pittorica.
Tra le sue numerosissime opere ricordiamo Sogno di Parnaso con alcune rime d'amore (1532) - Il ragazzo, commedia (1541) - Hecuba, tragedia (1543) - Fabritia, commedia (1549) - Libri delle osservazioni sulla volgar lingua (1550) - L'Aretino (1557): Dialogo sulla pittura, in cui viene aspramente criticato il "Giudizio Universale di Michelangelo", tacciato di "sconvenienza", e per estensione viene criticato il mito michelangiolescolo contrapponendogli quello per Raffaello, dal letteraro ritenuto maggiormente "conveniente". Il dialogo nel suo complesso si configura come una critica serrata alla pittura manieristica ed è il primo scritto in cui il termine Maniera, assume carattere negativo: questa viene accusata di essere troppo oscura e poco chiara, di prediligere figure allungate e con un grandissima varietà di modi psicologici, e soprattutto di essere un arte per èlite culturali, tagliando fuori il popolo dei devoti; dobbiamo considerare che il dialogo venne scritto negli anni della Controriforma, quando la gerarchia ecclesiastica chiedeva agli aristi immagini semplici, chiare e con un certo grado di realismo, atto a muovere a devozione le masse popolari.
Ci si dimentica spesso di un lavoro particolare a proposito di LUDOVICO DOLCE INSTANCABILE POLIGRAFO, anche perché tale lavoro fu edito postumo (1572) dal Rinaldi suo amico e discepolo, vale a dire il Giornale delle Historie del Mondo un'opera particolare, non esente da difetti, ma che costituisce uno dei primi tentativi di di proporre in linea di successione cronologica gli eventi = come detto l'opera fu continuata dal discepolo G. Rinaldi che come variamente si legge aggiunse vari eventi posteriori alla morte del Dolce facendo dare in modo particolare (molto grande per i caratteri tipografici usati e quale unica notizia sì da risultare l'evento centrale di tutta la storia in merito a siffatto giorno) la memoria del 7 OTTOBRE 1571 RICORRENZA FELICISSIMA DELLA VITTORIA DELL'ARMATA NAVALE CRISTIANA SULLA FORMIDABILE FLOTTA DELL'IMPERO TURCO (VEDI) che ebbe un riscontro eccezionale in tutta Europa e di cui qui si propone nell'IMMAGINE (da reperto custodito a Vienna, Haus-, Hof- und Staatsarchiv) la parte finale, con firma autografa, della LETTERA inviata alla corte imperiale di Vienna da parte di DON GIOVANNI D'AUSTRIA (figlio di CARLO V e di Barbara Blomberg appartenente ad una famiglia borghese di Ratisbona) con cui il famoso condottiero introdusse presso l'arciduca Rodolfo, poi imperatore col nome di Rodolfo II, e presso le Maestà Reali il suo rappresentante DON HERNANDO DE MENDOZA incaricato di relazionare dettagliatamente sullo svolgimento della BATTAGLIA NAVALE DI LEPANTO (del 7 ottobre 1571) con cui la CRISTIANITA' inflisse la PRIMA GRANDE SCONFITTA NAVALE ALL'IMPERO TURCO distruggendone la fama di INVINCIBILITA'.
All'opposto sorprende che in merito a quanto proposto in tale opera non compaia menzionato un evento epocale vale dire la SCOPERTA DEL NUOVO MONDO = le future AMERICHE avvenuta il 12 ottobre 1492, quando CRISTOFORO COLOMBO, salpato da PALOS DE LA FRONTERA sbarcò su un'isola delle Bahamas, battezzata San Salvador = impresa di cui qui CULTURA BAROCCA PROPONE LA INTEGRALE DIGITALIZZAZIONE DEI QUATTRO VIAGGI DI COLOMBO NELLA TRASCRIZIONE FATTA DALLO STESSO NAVIGATORE GENOVESE in rapporto alla quale non pare doversi credere che tale lacuna sia stata voluta dal Dolce o dal Rinaldi, figli del loro tempo, in relazione alla risonanza in tutta Europa dell'opera di BARTOLOME' DE LAS CASAS (1474 - 1566), detto anche l'"apostolo degli indios" che redasse la qui digitalizzata BREVISSIMA RELAZIONE DELLA DISTRUZIONE DELLE INDIE" coraggiosamente seguito da FRA MARCO DA NIZZA IL RELIGIOSO CHE , INVIANDO SUE LETTERE A VARIE AUTORITA', DENUNCIO' I CONQUISTADORES PER LE VIOLENZE PERPETRATE AVVERSO LE POPOLAZIONI DELL'ANTICO IMPERO INCA": devastazioni che troppi altri missionari inviati nel Messico e nel sud America non denunciarono come aveva sperato il DE LAS CASAS
BREVISSIMA RELAZIONE DELLA DISTRUZIONE DELLE INDIE" [A livello bibliografico si può menzionare: Lodovico Dolce, I quattro libri delle Osservationi, edizione a cura di Paola Guidotti, Pescara, Libreria dell'Università Editrice, 2004]