cultura barocca
I MOSTRI

"I MOSTRI"
(e, per una storia dell'abuso delle mutazioni genetiche dell'etā intermedia, i "Mercanti di Meraviglie")

Non si puō parlare di "Leggi Criminali" e di "Caccia alle Streghe", di Misoginia, di Poveri e Miserabili, e di Diversi senza citare quei Diversi per eccellenza che la cultura, laica e religiosa, dell'etā intermedia (cultura libera sė dalle chiusure medievali ma ancora incapace di spiegazioni razionali estranee alle catene delle "veritā rivelate od inviolabili" e quindi ancora sgomenta di fronte alle scoperte "geografiche" di "ingiustificabili veritā"), non riuscendo a codificare nei suoi tranquillizzanti schemi biblico-tolemaici, aristotelici o addirittura pseudoaristotelici, finiva per escludere dal circuito del possibile e, ignorando il probabile, rimandava all'idea poi corretta con i progressi della moderna medicina
[vedi l'interpretazione di "mostro" che darā F. Puccinotti nelle sue Lezioni di Medicina Legale]
di
MOSTRI,
da intendere nei casi "migliori" quali devianze dalla logica, come "portenti" di natura, spregevoli ma studiabili, o nella pių grave delle ipotesi da inserire entro le inquietudini delle diversitā emarginande ed emarginabili, dei Mostri che non si dovevano capire, perché avrebbero alterato le sanzioni dei troppi "ipse dixit", e che quindi erano sempre e comunque esseri diabolici,sterminabili senza ostacoli religiosi o morali: presupposto oscuro e preoccupante dell'infinita piaga di quel disonore dell'umanitā che č (non si puō ancora scrivere "fu", purtroppo) il razzismo, figlio fetido dell'ignoranza, questa sė, se vogliamo essere metaforici, parto putrescente della Bestia Suprema dell'Apocalisse che, presso quasi tutte le culture e le religioni, cerca come fecero gli antichi Benedettini, per esorcizzarlo, l'ANTRO DELLA BELVA.
I tormentati fermenti della Scienza Nuova, per quanto ancora incerta fra i labirinti di contraddizioni medievali, stanno alla base dell'ipotesi pių fausta e rimandano alle morbose ma utili investigazioni del medico SCHENCKIUS che tracciō una sua STORIA DEI MOSTRI (Monstrorum Historia..., Francofurti, M. Beckeri, 1609), instancabile sforzo di intendere, fra le nebbie di tante illusioni parareligiose, la veridicitā di troppe notizie su presunti, demoniaci MOSTRI che, in linea empirica, lo scienziato andava disegnando quali aberrazioni genetiche (in massima parte causate da devianze sessuali incestuose e, solo parzialmente, da povertā alimentari, comuni nelle popolazioni rurali ove quegli infelici eran pių frequenti) tipiche tanto dell'economia chiusa e curtense quanto delle miserie d'aree storicamente depresse quali l'Illirico, la Dalmazia, il sistema carpatico-danubiano, tutti i complessi demici e ambientali dei Balcani e della vasta pianura sarmatica.
Deformitā funzionali, fisiche e psichiche, Idrocefalia, Magalocefalia, Siamesismi paradossali, aspetti belluini della facies di esseri umani erano tra i marchi pių comuni dei Mostri, i derelitti troppo spesso dipinti come figli di Satana, i poveri devianti che furono alla base del folklore orrorifico mitteleuropeo (e non solo), gli spaventosi Diversi che l'umana paura delle diversitā a volta racchiuse nel circuito di favole patetiche (ricordiamo "La Bella e la Bestia" dove l'amore puō tutto: ed č giā molto!) ed in altri casi imprigionō nel tenebroso mito del male in agguato, della paura inconscia dell'essere che, nei secoli, diventerā l'Uomo Nero, torturatore infame di tante fanciullesche coscienze e quindi maligno evocatore di tante "adulte" superstizioni. I Mostri che lo SCHENCKIUS, tra il morente '500 e le speranze crepuscolari del controverso '600, cercava di far comprendere, almeno agli studiosi suoi pari, erano frutto di matrimoni tra consanguinei, di incesti indotti dal vivere arroccati in aree ristrettissime, erano la drammatica risultante di malattie endemiche, della sottoalimentazione, erano gli scherzi di una natura ancora intatta quanto selvaggia e ribelle, quanto ancora incompresa e quindi arida nel dare il meglio di sč ad uomini rimasti bambini.
La razionalitā dello scienziato che descriveva il SIAMESISMO, sotto i riflessi cangianti ma chiarificanti della prima vera ricerca empirica, era la volontā della ragione riscoperta che cercava di intendere e non voleva demandare ad altro, religioni o superstizioni o leggi che fossero, la comprensione delle diversitā. Ma lunga e vana ed atroce fu la lotta di Ma per i "Mostri" il peggio non ebbe mai limiti (pur se qualche avventuriero - come in particolare i MERCANTI DI MERAVIGLIE - incurante di maledizioni e preoccupato di far soldi - se ne servė, con estrema cautela perō, qual fenomeni, anche ridanciani, da baraccone o da "corte dei miracoli") e, nella versione meno fortunata della loro tragedia di Diversi, si collocarono spaventose persecuzioni manovrate con quello zelo feroce, poco importa se cattolico o protestante, che mosse tanto Lutero (per fare un nome) quanto l'inquisitore Torquemada (per farne un altro), volti a perseguitare nel mucchio, a devastare entro il gregge degli infelici, ad essere come lupi cacciatori, purificatori del male: forse erano giustificati dall'ignoranza, certamente perō, fra le fiamme degli "Atti di fede" e le forche dell'intransigenza puritana, si esaltō buona parte della ferocia umana, in un crescendo convergente d'odio, paura ed incomprensione.
Sicchč i Mostri di per sč Diversi ma di necessitā non Cattivi , profanati nell'olocausto dal principio greco-classico sorprendentemente riscontrabile in ambito cristiano che il bello č sempre buono ed il brutto, all'opposto, č sempre cattivo, finirono per diventare realmente i Mostri dell'esistenza, quelli che, anche se non esistono, ognuno di noi, a volte e nelle frenesie di troppe infelicitā ed avversioni, sente ruggire dentro di sč, quasi per esserne difeso contro altri Mostri ancora, magari solo altri Diversi resi cattivi dal limbo delle superstizioni, esorcizzati entro il nostro animo perplesso sotto forma di Pseudodemoni da cacciare nell'Inferno quando invece, come č naturale, si tratta solo di Altri da noi, degli Per intendere tante cupe riflessioni, suggerite da ignoranza e superficialitā, sui SELVAGGI spesso eretti alla condizione di MOSTRI UMANI DI TERRE LONTANE, si legga quanto scrisse M.DELRIO (Lib.I, p.145), proponendo fra altre considerazioni [alla cui radice stavano giā i discorsi teorici sulla legittimitā di schiavismo e schiavitų e sulle differenze enze tra Schiavo di natura e schiavo di guerra presupposti di una formidabile POLEMICA SULLA SCHIAVITU' NATURALE] un'osservazione estremamente importante sulla difficoltā occidentale di comprendere costumi e civiltā degli INDIGENI dei popoli misconosciuti coi quali, per le continue esplorazioni, gli Europei stavano sempre pių entrando in contatto:
"I Demoni [scrive ancora il DEL RIO] hanno altresė il potere di creare Mostri incredibili come č accaduto in Brasile ove si trovō una spaventosa creatura alta ben 17 palmi, colla pelle dura come il cuoio e gli artigli di leone, cogli occhi fiammeggianti
Altri Mostri si son perō trovati nel passato come quello che fu catturato nelle selve di Sassonia verso l'anno 1240 e che aveva un muso dai vaghi lineamenti umani.
Ricordo in particolare
[fra tanti casi di nascite mostruose] il caso d'una donna di Augsburg che generō un essere orribile in cui si mescolavano le caratteristiche dell'umano, del serpente e del maiale...ma il caso pių spaventoso č quello che fu riportato dal Castanneda nei suoi 'Annali della Lusitania' trattando di una sventurata criminale deportata in un'isola deserta per scontare la propria colpa.
Quella, ad un certo punto, ormai rimasta sola, si trovō circondata da uno stuolo di scimmie, animali molto comuni in quella terra desolata, fin a quando non ne comparve una di tutte molto pių grande e temibile.
Questa, presa per mano la donna, con modi sorprendendemente delicati in una bestia, la guidō fino ad un antro, invitandola ad entrare per cibarsi della molta frutta che lė aveva raccolto.
La donna finalmente accondiscese alla richiesta ma, entrata nella grotta, venne subito violentata dalla bestia e questa mostruositā si protrasse per parecchi giorni, fino al punto che la sciagurata rimase incinta e partorė due esseri frutto di tal innaturale congiungimento.
La donna visse in questa maniera per alcuni anni, anche se per lei sarebbe stato molto meglio l'esser morta.
In seguito perō, quasi certamente per il pietoso soccorso della divina Provvidenza, una nave di soldati raggiunse quell'isola dimenticata.
Costoro, ispezionandone il territorio, raggiunsero l'antro e si imbatterono nella sventurata che si gettō ai loro piedi supplicando d'esser soccorsa e portata sulla nave.
Impietositi i soldati la fecero imbarcare per condurla in salvo ma a quel punto l'enorme scimmia sopraggiunse e prese a richiamare, con gesti ed urla, quella sua innaturale sposa : la belva perō, come s'avvide che la nave aveva messo le vele al vento e stava per allontanarsi, prese a correre verso la riva del mare e da lontano mostrō alla donna uno dei suoi figli lasciando intendere, con minacce, che qualora lei non fosse tornata, da parte sua non vi sarebbe stata pietā a gettar quello fra i gorghi.
Non ricevendo alcuna risposta, senza esitare, il mostro fece quanto aveva minacciato e subito tornō di corsa alla grotta per prendere l'altro essere nato da quel coito contro natura: presto tornō alla spiaggia e, per terminare la propria vendetta, annegō anche quest'ultimo.
La grande scimmia, quindi, sconvolta dal furore, si gettō a sua volta nel mare, nuotando all'inseguimento della nave finché non le vennero meno le forze e perse di vista l'imbarcazione.
Parrebbe questa una vera fantasia se tutta la Lusitania non ne fosse al corrente e se lo stesso Re, che avrebbe dovuto mandare al rogo quella sciagurata, commosso dalle preghiere di parecchie persone, che s'erano prese a cuore della donna, non le concesse di rinchiudersi tra le mura di un convento cercando, se mai possibile, di dimenticare, tra le preghiere e la pace del chiostro, quell'orribile storia
".
Il DELRIO prosegue con molti altri esempi di Mostri, tutti inattendibili e talora ridicoli nella stessa ideazione se non intervenissero due considerazioni.
La prima č che l'apparente incredulitā di cui l'autore a volte dā prova dipende esclusivamente dal fatto che egli cerca una spiegazione logica per una serie di procreazioni impossibili -in questo anche la scienza del suo tempo non si lasciava ingannare- per le pių elementari leggi di natura. Siccome perō il DELRIO non dubita delle notizie ricevute, perché a suo avviso d'ottima mano, senza neppure escludere la penna del feroce inquisitore spagnolo Torquemada, finisce col dover attribuire quelle nascite mostruose alla volontā diabolica di tormentare il genere umano nella sua forma pių debole, la donna, proprio nel campo proibito ed intimo della sessualitā al contrario sconciata.
La seconda inquietante considerazione proviene dalle valutazioni dell'autore sui parecchi Mostri individuati nelle Americhe, specie fra le Ande, fin a citare, e solo per sentito dire, i paurosi accoppiamenti di popolazioni precolombiane con canidi od altri animali sė da generare veri scarti di natura e legge divina: considerazione inquietante, perchč, nonostante gli scritti onesti di illuminati missionari come Bartolomeo de Las Casas, l'ipotesi di patti diabolici e di congiure stregonesche stavano giustificando il genocidio che i Conquistatori spagnoli e portoghesi andavano facendo di civiltā progredite, i cui infelici discendenti, dalla paura oltre che dall'ignoranza e dalla malafede, venivano descritti come creature semianimalesche.
E del resto come non vedere nel caso della GRANDE SCIMMIA -attribuendo veritā storica ai fatti narrati benché deformati da fantasia popolare e religiosa- la figura di qualche INDIGENO, di qualche "selvaggio", nell' accezione occidentale del termine, portato alla follia e all'omicidio per l'urto culturale con una civiltā europea da lui lontanissima, che per secoli ancora avrebbe descritto, e poi disegnato in molti repertori di viaggi, gli uomini di altre terre alquanto simili alle scimmie ed a quei primati antropomorfi che agli occhi di spaventati viaggiatori europei proponevano la meravigliosa variabilitā naturale ma pure la superstizione sugli "incomprensibili Altri", il popolo maledetto di pagani primitivi che, per via di sotterranee leggende ed intellettuali farneticazioni, rimandava ogni volta all'idea della stirpe pseudobiblica dei servi di Satana tra cui superstizione e magismo inseriscono Lilitea o meglio ancora Lilith il famigerato DEMONE FEMMINA che sedusse ADAMO?> al rovescio della medaglia, tra i pochi esploratori fin al '700, vigeva anche l'abitudine di rappresentare i primati antropomorfi con superficialitā e attributi caricaturali che inducevano i lettori a ritenerle mostruose creature subumane.











SIAMESIMO PARADOSSALE - ESEMPLIFICAZIONE DI TAVOLE
DALLA "STORIA DEI MOSTRI" DELLO SCHENCKIUS - INDICE DI CASISTICA VARIA.

1-Fenomeno di Siamesismo paradossale - caso registrato dall'autore stesso.
2-Altro caso di siamesismo paradossale che l'autore definisce disegnato sotto la sua supervisione: fenomeno straordinario che lascia tuttora perplessi. Accanto al caso dei Siamesi fusi tramite la testa dell'individuo minore sono effigiati du altri casi di siamesismo meno "straordinari" per quanto sempre tragici nella loro evidenza.
3-Nella raffigurazione di "Gemelle vergini unite per il ventre" l'autore precisa (trad. nostra) :" Ad Erbesebi, villaggio della Turingia, al venti di Marzo, son nate due gemelle fuse per il ventre e quasi fasciate in un sol corpo tramite una fascia carnosa, sė che le due bimbe paiono abbracciarsi".
4-A p.82 della Storia dei Mostri ancora scrisse l'autore: "Nel 1552 in Inghilterra, non lontano da Oxford, si č avuto il parto di una creatura incredibile quanto deforme. Essa aveva due teste, quattro braccia ed altrettante mani, tre piedi: aveva un organo sessuale femminile. Due piedi era rivolti in una direzione, l'altro piede risultava dalla fusione di due piedi, sė da avere ben dieci dita. Uno dei due esseri sopravvisse per 15 giorni, l'altro appena uno".
5-Ancora si legge a p. 22 della Storia dei Mostri:"Nel 1552 nella regione germanica dell'Assia nacque un essere formato da due arti inferiori, con due colli e due teste e col restante corpo ottimamente formato secondo le regole dell'anatomia"
6-Nella "Storia dei Mostri" (p.58, tav. n.44) ancora si vede e legge: "Immagine e descrizione di mostruoso essere, nato in Argentina, dal doppio corpo, di due gemelle, coi capi, il collo, il petto ed il ventre tra loro fusi: il disegno e la spiegazione fu comunicata e pubblicata non pių di due anni or sono"
7-In questa immagine della Storia dei Mostri si vede un caso, non rarissimo e di cui la medicina ha avuto altre prove nella sua lunghissima storia, di un caso singolare di siamesismo: una donna divenuta adulta accusava disturbi vari che, all'indagine dei medici, non erano chiari benché focalizzati nell'addome e caratterizzati da un doloroso rigonfiamento. All'indagine chirurgica, che col tempo si rese inevitabile, nella cavitā addominale della donna (e causa di una crescente pressione sugli organi vicini, si individuō e si estrasse lo sviluppo di un grosso feto abbastanza formato: un gemello siamese che, fino ad un certo stadio, si era ben evoluto nell'interno della "sorella", dal cui organismo traeva alimento. La massa carnosa, originariamente confusa con un tumore, venne rimosse, concedendo all'inferma un recupero fisico.