VENEZIA E CENNI ALLA PARTE MARITTIMA DEL SUO DOMINIO TRATTI DAL VOLUME DI NOE BIANCO VIAGGIO DA VENETIA AL S. SEPOLCRO ET AL MONTE SINAI: COL DISSEGNO DELLE CITTA', CASTELLI, VILLE, CHIESE, MONASTERI, ISOLE, PORTI, & FIUMI, CHE FIN LA' SI RITROVANO. ET UNA BREVE REGOLA DI QUANTO SI DEVE OSSERVARE NEL DETTO VIAGGIO E QUELLO CHE SI PAGA DA LUOCO A' LUOCO SI DI DATI, COME D'ALTRE COSE (...) AGGIUNTOVI IL MODO DI PIGLIAR LE SANTE INDULGENZE, & A' CHE CHIESE, MONASTERIJ, & ALTRI LUOCHI SIANO CONCESSE. DI NUOVO, AGGIUNTOVI UNA TAVOLA, CHE DINOTA QUANTI MIGLIA SONO DA LUOCO A' LUOCO INFINO A GIERUSALEMME, IN VENETIA, PER DOMENICO LEVISA, 1697, 16°, PP. 192
DA PIU' ANTICO TESTO ANTIQUARIO VEDI ANCORA ALTRA PIANTA DELLA CITTA' DI VENEZIA CON UN AMPIO SUNTO DELLA SUA STORIA GLORIOSA
PATRIA DELL'ARTE DELLA STAMPA IN ITALIA ANCHE NEL XVII SECOLO VENEZIA IN EFFETTI AVEVA GIA' DAI PRIMI ANNI DEL XIV SECOLO GLI "INQUISITORI DI STATO" PREPOSTI ALL'OPERA CENSORIA IN MERITO ALLA PUBBLICAZIONI E ALLA LORO DIFFUSIONE.
IN ORIGINE SPETTAVA A COSTORO RAGGUAGLIALRE IL POTENTISSIMO "CONSIGLIO DEI DIECI" IN RAPPORTO AD EVENTUALI VIOLAZIONI CON L'INDICAZIONE DELLE PERSONE SOSPETTE DA DEFERIRE APPUNTO AL CONSIGLIO PER UNA "DOVEROSA CONDANNA". CON IL TEMPO GLI "INQUISITORI", SENZA ALCUN OBBLIGO STATUTARIO DI DARE CONTEZZA DELLE LORO PROCEDURE E DEL CONSEGUENTE OPERATO, SI EVOLSERO IN DIREZIONE DI UN VERO E PROPRIO TRIBUNALE STRAORDINARIO DOTATO, COME BEN SI INTENDE DA QUANTO SCRITTO, DI ESTREMO ARBITRIO E ILLIMITATI POTERI. LEGGENDO QUANTO SCRITTO DA G. FORCHERI, DOGE, GOVERNATORI, PROCURATORI, CONSIGLI E MAGISTRATI DELLA REPUBBLICA DI GENOVA, GENOVA, TIPOGRAFIA TREDICI, 1968, P 111 E PIU' RECENTEMENTE DAL CITATO V. FRAJESE (REGOLAMENTAZIONE E CONTROLLO DELLE PUBBLICAZIONI NEGLI ANTICHI STATI ITALIANI (SECC. XV - XVIII), PP. 704 -705 SI EVINCE COME "LA SEGRETEZZA CHE NE COPRIVA GLI ATTI ERA TALE CHE ADDIRITTURA LE SUE SENTENZE POTEVANO ESSERE ESEGUITE SENZA NEMMENO VENIR RESE NOTE. uNA SIMILE ABERRAZIONE GIURIDICA SI SPIEGA FORSE CON IL FATTO CHE PIU' CHE ALLA SICUREZZA DELLO STATO, COSTITUITO SU BASI BEN PIU' SOLIDE DI QUELLO SU CUI SI REGGEVA LA REPUBBLICA DI GENOVA, GLI INQUISITORI VENETI ATTENDEVANO ALLA SICUREZZA DELL'ORDINAMENTO OLIGARCHICO".
SULLA SCIA DI QUANTO SCRITTO DA LUCA TOSIN IN RELAZIONE A VENEZIA LA SITUAZIONE DELL'INTRODUZIONE DEL VERO E PROPRIO INDEX LIBRORUM PROHIBITORUM CREO' PROBLEMI ANCOR PIU' GRAVI CHE ALTROVE = A TITOLO PROEMIALE E' COMUNQUE NECESSARIO PREMETTERE CHE L'INDEX DEL 1558 FU IN EFFETTI LA RATIFICAZIONE IN SENSO UNIVERSALE DI UNA COSTUMANZA GIA' ESPERITA SIN DAL V SECOLO ALLORQUANDO VENNERO REDATTE AD USO ECCLESIASTICO ALMENO DUE SELEZIONI DI TESTI, NATURALMENTE ANCORA MANOSCRITTI, "NON SOLUM REPUDIANDA SED ETIAM DAMNANDA: LISTE ESPURGATORIE REDATTE STESE SU INDICAZIONE DEL PONTEFICE INNOCENZO I E QUINDI DI GELASIO I ALLA MANIERA CHE COMPARE SCRITTO NEL VOLUME LIBRI E CENSURE, A CURA DI FEDERICO BARBIERATO, MILANO, SYLVESTRE BONNARD, 2002, P. 116).
J. MARTINEZ DE BUIANDA, SGUARDO PANORAMICO SUGLI INDICI DEI LIBRI PROIBITI DEL XVI SECOLO IN LA CENSURA LIBRARIA NELL'EUROPA DEL SECOLO XVI (A CURA DI UGO ROZZO, UDINE, FORUM, 1997) PP. 2 - 4 RAGGUAGLIANDO I LETTORI SUGLI "INDICI" A STAMPA SEGNALA NEL 1544 LA REDAZIONE PER CURA DELL'UNIVERSITA'DI PARIGI DI UN CATALOGO DI 230 LIBRI IN LATINO E FRANCESE CHE SUCCESSIVAMENTE RISULTO' AMPLIATO FINO ALLA STAMPA DELL'ULTIMO CATALOGO DEL 1566 COMPORTANTE UN NUMERO BEN SUPERIORE DI PROIBIZIONI, PRECISAMENTE 528 DA DISTINGUERE IN 278 REDATTE IN LATINO E POI DA 250 SCRITTE IN FRANCESE E COMUNQUE SEMPRE CONCERNENTI TESTI SCRITTI IN CHIAVE ANTIROMANA IN FUNZIONE DELLA RIFORMA.
SULLA SCORTA DEL TOSIN MA ANCHE DI QUANTO SCRITTO DA F. BARBIERATO NEL SOPRA CITATO TESTO "LIBRO E CENSURE.." (P. 117) E QUINDI M. INFELISE ( I LIBRI PROIBITI, BARI, LATERZA, 2001, P.8 ) SI EVINCE CHE SULLA SCORTA DI QUESTA COSTUMANZA ALTRI "CATALOGHI DI LIBRI PROIBITI" VENNERO COMPOSTI IN VARIE SEDI E STATI DALL'UNIVERSITA' DI LOVANIO, ALLA SPAGNA E AL PORTOGALLO, E MILANO E FIRENZE (NEL 1554) SENZA ESCLUDERE VENEZIA (E IN BEN DUE CASI: 1549 E 1554). IN ITALIA E SOPRATTUTTO A VENEZIA -PATRIA FIORENTE DI STAMPERIE E TIPOGRAFIE- SIFFATTI CATALOGHI NON GODETTERO DI VITA FACILE. IN PARTICOLARE A VENEZIA COME DETTO "PATRIA DELLA STAMPA" LE PROTESTE DEI VARI PROFESSIONISTI LEGATI ALLA TIPOGRAFIA E ALLA DIFFUSIONE DEL LIBRO ATTESE LE PROTESTE DI CUI SI E' DETTO MA PURE SOPPESATO IL RISCHIO DI PERDITE ECONOMICHE CONNESSE ALL'APPLICAZIONE LETTERALE DELLE RESTRIZIONI SUGGERITE DAI "CATALOGHI", IL SENATO MEDESIMO SANCI' L'ABBANDONO DELL'USO DI TALI "PRONTUARI CENSORI".
L'INDEX LIBRORUM PROHIBITORUM FATTO STENDERE NEL 1558 DA PAOLO IV CAMBIO' DI FATTO TALI POSTAZIONI DI SOSTANZIALE PERMISSIVITA' E LE COSE MUTARONO RADICALMENTE ANCHE A VENEZIA.
NELLA CITTA' SI CONTAVANO NELL'AMBITO DELL'ATTIVITA' DELLA STAMPA BEN 493 OPERATORI DISTINTI IN EDITORI TIPOGRAFI E LIBRAI = OLTRE CHE LA POTENZA ECONOMICA CHE POTEVA DETERMINARE L'ARTE DELLA STAMPA COSTITUIVA ORAMAI UNA "RIVOLUZIONE E CONTESTUALMENTE UNA REALTA'" CHE LO STESSO MARTIN LUTERO AVEVA ENFATIZZATO SCRIVENDO CHE "LA STAMPA ERA L'ULTIMO E IL PIU' GRANDE DONO DI DIO, POICHE' GRAZIE AD ESSA IL SIGNORE AVEVA VOLUTO FAR CONOSCERE LA CAUSA DELLA VERA RELGIONE, OVUNQUE SINO ALLE ULTIME ESTREMITA' DEL MONDO E DIFFONDENDOLA IN TUTTE LE LINGUE" (LEGGI: M. INFELISE, I LIBRI PROIBITI, BARI, LATERZA, 2001, P. 4 ).
IL POTENTE VENEZIANO CONSIGLIO DEI DIECI UNA VOLTA CHE EBBE OCCASIONE DI COMPULSARE (GENNAIO 1559) L'INDEX, VERIFICANDONE LA SEVERITA', FECE SUA UNA DECISA PRESA DI POSIZIONE NON SOLO RECEPENDO PETIZIONI E PROTESTE MA IMPEDENDO L'APPLICAZIONE DELL'INDEX STESSO. IN MERITO A CIO' E' POSSIBILE TUTTORA LEGGERE LA SANZIONE EMANATA DAL CONSIGLIO IN MERITO ALLA "NON APPLICAZIONI" DEI DETTAMI DEL CATALOGO PAPALE DI CUI SCRIVE ANTONIO ROTONDO', LA CENSURA ECCLESIASTICA E LA CULTURA, IN STORIA D'ITALIA EINAUDI, DOCUMENTI, I, TORINO, EINAUDI, 1973, PP. 1409 - 1410: " SECONDO UN'INFORMAZIONE DEL RESIDENTE ESTENSE A VENEZIA, IL ROGO PUBBLICO DI PIU' DI DIECI E FORSE DODICI MILIA VOLUMI DI CUI SI COMPIACEVA GHISLIERI IN UNA LETTERA ALL'INQUISITORE DI GENOVA, FU PRECEDUTO, IL 16 MARZO, DA UNO SCONTRO VIOLENTO TRA I DIECI E L'INQUISITORE NONCHE' DALLA LICENZA CONCESSA AI LIBRAI DI VENDERE ANCHE I LIBRI PROIBITI DEL RESTO LE MOTIVAZIONI ECONOMICHE AL PARI DELLE PROTESTE AVEVANO LA LORO BUONA REGIONE D'ESSERE ANCHE SOLO SOTTO FORMA DI PRONOSTICO E PREVISIONE; INFATTI NEL 1595 ALLORQUANDO PUR NON VENENDO MENO OLTRE CHE I DUBBI I TIMORI DI INGERENZA ECCLESIASTICA E SOPRATTUTTO DI PERDITE ECONOMICHE, A VENEZIA DEL PARI CHE ALTROVE SI ADDIVENNE ALL'APPLICAZIONE DEI DETTAMI DELL' "INDEX", NON EBBE PSSARE MOLTO TEMPO CHE LE RISULTANZE NEGATIVE PRONOSTICATE SI MANIFESTARONO COME SCRITTO DA LINO MORETTI, IL LIBRO VENEZIANO NEI SECOLI, IN VENEZIA CITTA' DEL LIBRO: CINQUE SECOLI DI EDITORIA VENETA E RASSEGNA DELL'EDITORIA ITALIANA CONTEMPORANEA (VENEZIA iSOLA DI S. GIORGIO MAGGIORE, 2 SETTEMBRE - 7 OTTOBRE 1973), VENEZIA, FONDAZIONE GIORGIO CINI, 1973, P. 29 = ""...I TORCHI ATTIVI SI RIDUSSERO DA 125 A 45 NEL GIRO DI POCHI MESI. NELLO STESSO TEMPO AVEVANO IL SOPRAVVENTONEL MERCATO EUROPEO LA PIU' DINAMICA EDITORIA DEI PAESI BASSI E LA TIPOGRAFIA FRANCESE" (QUEST'ULTIMA CONSIDERAZIONE NON DEVE SORPRENDERE PERCHE' LA CHIESA GALLICANA RIGETTO' IL PRIMO INDEX = ALTROVE SI EBBERO MUTAZIONI ED INSERIMENTI SEPPUR DI NON GRAN RILIEVO SIN ALL'INDICE CLEMENTINO DEL 1596 A DIFFERENZA DI QUANTO AVVENNE IN SPAGNA ED IN PORTOGaLLO OVE L' INDEX NON SOLO FU RECEPITO IN TOTO MA AFFIANCATO DA APPOSITI CATALOGHI LOCALI A SCOPO INTEGRATIVO COSI' DA FAR SCRIVERE AL SOPRA CITATO ANTONIO ROTONDO' (PP. 1402 - 1403): " LA CONGREGAZIONE DILATO' IN MANIERA ABNORME LA PRATICA QUOTIDIANA DELL'INTERVENTO CENSORIO. LA SITUAZIONE SI SPINSE AL PUNTO CHE NEGLI UFFICI DELLA CONGREGAZIONE SI SAREBBE DESIDERATA UNA COMPLETA PARALISI DELLE STAMPE"