Testo da mostra "I segreti di un collezionista",
a cura di Lorenza Mochi e Francesco Solinas.
Catalogo Edito da De Luca -
Roma, Galleria di Palazzo Barberini -
[anno 2000]
CASSIANO DAL POZZO (1588-1657) fu Coppiere pontificio, ministro delle arti e della cultura umanistica e scientifica della Santa Sede e mecenate. Intorno a lui si costituì un prezioso cenacolo di artisti e filosofi, come lo stesso Poussin, Pietro da Cortona (Berrettini), Caravaggio e uno scienziato come Galileo, di cui Cassiano divise il culto per la scienza, a dispetto dell’anatema ecclesiastico che aveva colpito Galileo stesso.
[Aprosio gli dedicò il capitolo XXIII dello Scudo di Rinaldo I e con lui ebbe lunga corrispondenza erudita].
Cassiano inoltre fu grande collezionista, oltre che umanista raffinato, naturalista, e alchimista.
La mostra esplora iconograficamente la biografia intellettuale di Cassiano, con le committenze, ad esempio, dei quadri di Poussin, tra cui la serie dei "Sacramenti" (in mostra ci sono le copie fedeli del fiammingo André de Muinck, perché 5 dei 7 quadri sono dal 1700 in Inghilterra, uno è a Washington, il settimo è andato distrutto), quadri del testamento visivo del dogmatismo teologico di Cassiano.
Ancora in esposizione, i bucolici paesaggi dai contenuti enigmatici, "Paesaggio con Dio fluviale" e "Paesaggio con satiro dormiente", entrambi di Poussin, con figurette distese dentro boschi sacri: opere dallo smaccato contenuto ermetico, considerato il fatto che Cassiano era un seguace dello Stoicismo di Seneca.
E il "Museo Cartaceo", ambizioso progetto che aleggiava nella mente di Cassiano, ovvero le antichità di Roma, i suoi eterni ruderi, disegnati - nel senso di copiati dal vivo - da Pietro Testa, detto "Il Lucchesino" e dallo stesso Poussin.
Ancora, il frontespizio della "Historia Naturale", del collezionista napoletano Ferrante Imperato, in cui si affastellano oggetti, quadri, sculture, a testimonianza del valore che in quegli anni aveva il collezionismo inteso come un accatastare opere senza alcun criterio di cronologia, con una maniacale legge del possesso. Inoltre si segnala la presenza del pezzo, fortemente voluto dai curatori, "Le regole e Precetti della Pittura" di Leonardo da Vinci, illustrato da Nicolas Poussin.
E poi 200 quadri, dalla straziante "Pietà" di Pietro Cozza, all’ "Autoritratto" di Pietro da Cortona, del Museo Joseph Marie Fesch (Cardinale), di Aiaccio, sino all’effigie di Cassiano medesimo dipinta da Jan Van de Hoeck. Ancora i surreali, ma per il tempo empiricamente corretti, dipinti ‘ornitologici": paesaggi popolati da varie specie di uccelli, eseguiti dal fiorentino Antonio Cinatti. Infine una serie di testi a carattere scientifico illustrati dai pittori fedeli di Cassiano: Il Testa, Poussin, Pietro Berrettini, il Romanelli, il Tempesta incisore..
La mostra appare motivata e argomentata da profondi studi, quindi in perfetta linea con gli interessi di Cassiano, forse è sin troppo il materiale accumulato che meriterebbe un'esposizione permanente.
La figura che ne emerge è quella di un erudito collezionista pre-illuminista, pari al Bocchi a Bologna, o all’Odoni nel Veneto, o più ancora ai precursori di questo tipo di collezionismo scientifico, ossia i fiamminghi che, come Cassiano, e come il padre spirituale di tutti loro, Leonardo, adottarono il disegno quale indagine artistica e conoscitiva, Huyman in testa, fondando le basi per il metodo di catalogazione scientifica moderno. .