TEODOSIO I (FLAVIO TEODOSIO) nacque ad Italica in Spagna nel 346. Nel 379 fu nominato imperatore da Graziano e gli furono affidate le province imperiali. Teodosio mosse subito guerra ai Persiani si Sapore III e li sconfisse pesantemente.
Il 28-VIII-388 abbattè l'usurpatore Magno Massimo e poi nel 394 vinse ad Aquileia Eugenio che si era fatto nominare imperatore da Arbogaste dopo la morte di Valentiniano II.
Di famiglia cattolica dal tempo precedente Costantino, TEODOSIO collaborò con Papa Damaso e i Vescovi Ambrogio di Milano e Pietro d'Alessandria per far trionfare la dottrina di Nicea e il 26 Febbraio del 380 a TESSALONICA promulgò l'EDITTO con cui dichiarava la religione Cattolica, basata sulla definizione del Concilio di Nicea, religione di Stato sancendo che:
"Tutti i nostri popoli devono riunirsi nella fede trasmessa ai Romani dall'Apostolo Pietro, quella che professano il pontefice Damaso e il Vescovo Pietro d'Alessandria, riconoscere cioè la Santa Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".(trad.)
L'Editto continuava definendo delitto di sacrilegio pensare diversamente e bollando d'infamia chi avrebbe disobbedito, aggiungendo che avrebbe eseguita la vendetta di Dio.Con esso Teodosio intendeva realizzare con la forza quello che Costantino aveva solo enunciato dopo il concilio di Nicea, cioè "un solo Impero e una sola Chiesa".
Al Vescovo Eunomio, capo degli Ariani, venne tolta con la forza la Chiesa dei Santi Apostoli e lo stesso Teodosio vi insediò il Vescovo cattolico Gregorio Nazianzeno prima osteggiato dall'ariano Imperatore Valente. Nel 381 convocò un nuovo Concilio Ecumenico a Costantinopoli per confermare la dottrina definita a Nicea e in seguito a tale decisione spossessò dei luoghi di culto tutti i dissenzienti o eretici di ogni tipo, in particolare gli Ariani, ai quali restò solo spazio tra i Barbari che convertirono al Cristianesimo secondo la loro concezione.
Nel 395 gli eretici venivano privati addirittura dei diritti civili.
Fu realizzata così la totale fusione tra lo Stato Romano e il Cattolicesimo: era la teocrazia cattolica e la sanzione del cesaropapismo, per cui il potere del Papa era nelle mani del Capo dello Stato, che fu poi detto "braccio secolare".
Questo concilio sancì anche per Costantinopoli, come capitale dell'Impero, il diritto di possedere il primato d'onore dopo Roma e con quest'atto riconobbe implicitamente che il primato di un Vescovo nella Chiesa proveniva dalla presenza dell' Imperatore nella sua città e così gettò un altro seme di discordia tra i cristiani.
Essendo Valentiniano II e Graziano gionani inesperti, Teodosio era in pratica l'unico Imiperatore. Quando seppe che i generali Massimo, Fugenio e Arbogaste, esponenti degli Ariani o dei Vecchi Romani, avevano sequestrato Va1entiniano II eliminandolo a Vienne in Gallia nel 392, intervenne in Occidente e nel 394 li sterminò.
Anche Graziano era perito nel 383 in Gallia in una ribellione delle Legioni. Di fronte a tante sciagure il partito dei Vecchi Romani, che con a capo Simmaco, Prefetto di Roma, si erano addossate le spese del culto cui erano affezionati, aveva gridato alla vendetta degli Dèi, come i Cristiani avevano visto l'intervento dello stesso Cristo nella morte di Giuliano.
Teodosio sotto la spinta di Ambrogio riprese a emanare decreti ancora più restrittivi verso gli altri culti interdicendo una dopo l'altra tutte le manifestazioni anche private delle loro convinzioni e poi proibendo queste stesse convinzioni. Il Prefetto di Roma, Simmaco, in difesa della libertà di pensiero e di coscienza a cui alcuni Vecchi Romani si appellavano, come il retore Temistio, si recò a Milano per protestare presso Teodosio, ma fu allontanato dalla sua presenza come "servo infedele".
Fu in questa atmosfera che nel 384 arrivò a Milano per prendere possesso di una cattedra di Retorica il futuro S. Agostino trentenne, raccomandato dai suoi amici manichei e soprattutto dal Prefetto di Roma Simmaco stesso che era felice di porre in un posto influente una persona che favorisse la causa dei Vecchi Romani: ma S.Agostino, dopo avere seguito i discorsi infuocati in cattedrale di Ambrogio ed esser stato coinvolto dall'esempio del suo amico retore Vittorino, leggendo la Lettera ai Romani di S.Paolo identificò la "Sapienza" o "Logos"(Verbo) della filosofia greca con la "Sapienza di Dio" biblica incarnatasi in Gesù sì che nella primavera del 387 si fece battezzare.
Ambrogio aveva acquistato tale ascendente che nel 391 ottenne che la statua della Vittoria venisse definitivamente rimossa dall'aula del Senato e fosse gettata nei magazzini e che la vecchia religione fosse completamente abbattuta con una sanzione legislativa del 392 la quale stabiliva delitto la venerazione di ogni statua, di ogni rappresentazione degli Dèi, accendere lampade, bruciare incenso, appendere corone alla porta di casa in loro onore, alzare rialzi di terriccio e di erba per un altare o intrecciare striscioline ai rami degli alberi, parlare di Lari o di Penati, bruciare un boccone di pane o versare una libazione di vino: ogni casa in cui fosse stato bruciato incenso agli antichi dei sarebbe diventata proprietà del fisco.
La Chiesa Cattolica venne così posta al disopra del diritto comune per i molti privilegi fiscali e giudiziari : il suo personale poteva essere giudicato solo da tribunali ecclesiastici, era dispensato dalle imposte e chi si faceva sacerdote riceveva compensi prelevati dalla incetta del fisco.
La chiese cristiane sostituirono i vecchi templi come luoghi di asilo per i perseguiti dalla legge ma non per i debitori del fisco.
La raccolta di tutte queste leggi, fatta da Teodosio II mezzo secolo più tardi, fu denominata Codice Teodosiano ed è un documento che attesta fino a che punto nel V secolo il Cristianesimo sia asceso al potere temporale.
Teodosio dopo la lotta con Arbogaste nell'autunno del 394 si sentiva spossato e nel Gennaio del 395 presentendo la fine chiamò il Vescovo Ambrogio e gli raccomandò i suoi due giovani figli che erano già stati nominati suoi successori: il diciottenne Arcadio, fatto Augusto per l'Oriente, e il novenne Onorio, fatto Augusto per l'Occidente. Morì il 17 Gennaio del 395 a 48 anni: Ambrogio lo seguirà nel 397 a 60 anni circa.

TEODOSIO II (Costantinopoli, 401-450). Figlio di Arcadio e quindi nipote di TEODOSIO IL GRANDE fu proclamato augusto dal padre sotto la tutela, dapprima, del prefetto del pretorio Antemio e poi della sorella Pulcheria: in seguito subì la forte influenza politica della moglie Eudocia. Visse in rapporti di pace con l'Impero d'Occidente ma si scontrò più volte, e spesso con infausti risultati, con i Vandali in Africa e con gli Unni di Attila nella penisola balcanica: per queste necessità di difesa munì Costantinopoli o Bisanzio di una più robusta ed ampia cinta di mura.
Fu messo in difficoltà dall'eresia di Nestorio o nestorianesimo ma riuscì a mantenere ordine nella Chiesa: soprattutto rese splendida nel 425 l'Università di Costantinopoli e poi procedette alla pubblicazione del codice di leggi noto come Codice teodosiano.

Liber Duodecimus
CTh.12.1.0. De decurionibus
CTh.12.2.0. De praebendo salario
CTh.12.3.0. De praediis et mancipiis curialium sine decreto non alienandis
CTh.12.4.0. De imponenda lucrativis descriptione
CTh.12.5.0. Quemadmodum munera civilia indicantur
CTh.12.6.0. De susceptoribus, praepositis et arcariis
CTh.12.7.0. De ponderatoribus et auri illatione
CTh.12.8.0. De auri publici prosecutoribus
CTh.12.9.0. De his, quae ex publica collatione illata sunt, non usurpandis
CTh.12.10.0. Ne praefectianus exactoris vel curiosi vel horreorum custodis fungatur officio
CTh.12.11.0. De curatoribus kalendarii et fideiussoribus eorum
CTh.12.12.0. De legatis et decretis legationum
CTh.12.13.0. De auro coronario
CTh.12.14.0. De irenarchis
CTh.12.15.0. De centurionibus
CTh.12.16.0. De mancipibus
CTh.12.17.0. De his, qui numero liberorum vel paupertate excusationem meruerint
CTh.12.18.0. Si curialis relicta civitate rus habitare maluerit
CTh.12.19.0. De his, qui condicionem propriam reliquerunt