Antonio Magliabechi
(1633-1714)
Erudito e bibliofilo, dopo esser stato da giovane garzone presso un gioielliere, nel 1673 si dedicò agli studi, acquistando ben presto enorme fama per la sua grande erudizione.
Il granduca Cosimo III gli affidò la custodia della Biblioteca Palatina. Curò la pubblicazione di opere latine medievali e compilò un catalogo dei manoscritti ebraici e orientali della Biblioteca Laurenziana. Intensissima fu la sua corrispondenza con un gran numero di personalità del mondo della cultura e non solo , per quanto concerne gli studi previlegiati dal sito di "Cultura-Barocca" tantissime furono le lettere che scrisse ad Angelico Aprosio come in non minor numero furono quelle a lui indirizzate dal bibliotecario di Ventimiglia colui che nella città natale eresse la prestigios Biblioteca Aprosiana, prima biblioteca pubblica ligure Fu altresì celebratissimo membro d'Arcadia. La sua biblioteca, ricca di libri e manoscritti, aperta al pubblico nel 1747, con successivi accrescimenti e con l'unione alla Biblioteca Palatina costituisce il nucleo antico più rilevante della Biblioteca Nazionale di Firenze.
Il primo nucleo della Nazionale fu costituito dalla Biblioteca che Antonio Magliabechi donò alla città di Firenze. Costituita da circa 25.000 volumi raccolti da Antonio Magliabechi, fu da lui lasciata nel 1714 "a beneficio universale della città (di Firenze), e specialmente ai poveri, chierici sacerdoti e secolari che non hanno modo di comprar libri e di poter studiare" allo scopo di "promuovere gli studi, le virtù, le scienze, e con quelle la pietà e il bene universale". [così leggesi nella home page del sito della B.N.F.] = Il suo carattere non era facile e assoluta la sua trascuratezza = elementi che contribuirono pur nel contesto di una certa collaborazione intellettuale, a scatenare una reciproca antpatia tra il Magliabechi e Francesco Redi contestualmente inducendo Aprosio ad intrattenere rapporti di una certa sudditanza nei suoi confronti