cultura barocca
 
 
 
 

ZEFIRIELE TOMASO BOVIO

Ecco qui integralmente digitalizzate con moderni indici le OPERE di ZEFIRIELE TOMASO BOVIO <1521-1609>, giurista, quindi medico empirico, alchimista e cabalista veronese, esperto anche di botanica e fitoterapista, sostenitore delle cure vigorose e dell'uso di potenti lassativi e di gagliardi vomitivi nelle terapie onde abbreviare la durata della cura e quindi le possibili sofferenze dei pazienti poco si sa oggi nonostante la fama che, nel bene e nel male, godette per circa un secolo e ben oltre la sua morte come si evince dalla ristampa delle sue opere: un'encomiabile opera di recupero è comunque in essere grazie ai contributi di M. Pia Vannoni, La contromedicina di Tommaso Zefiriele Bovio ed in particolare di Massimo Rizzardini intitolato Tomaso Zefiriele Bovio, medico, cabalista e astrologo (entrambi editi su "Secretum on line - Scienze - Saperi - Forme di Cultura" - Edizioni Melquiades. Fu oltre che scienziato anche letterato e soprattutto avvunteriero, che non mancò, come lui stesso dice, di partecipare come soldato a varie imprese guerresche.
Parecchi dati sulla sua vita si ricavano proprio da una di lui pubblicazione Il Melampigo... e specificatamente da quando rispondendo ai suoi detrattori ritenne doveroso fornire alcune significative indicazioni sulla sua storia personale nemmeno tralasciando la discussa questione di un suo quinquennale soggiorno a Genova che lo portò comunque a girovagare per varie piazze esercitando sin nel Ponente ligure e nel basso Piemonte la sua attività di terapeuta: a titolo d'esempio si posson qui citare le sue considerazioni sul vedi anche le sue considerazioni (nel "Melampigo...") sul "paese detto Figonia", "Figone" ed "Oneggia" (Oneglia)
Certamente a parte le buone amicizie di cui godette in campo medico, specie in ambito spagirico ed alchemico, non dovette godere di rapporti positivi con la maggior parte dei "Medici razionali", ispirati alle dottrine di Galeno ed Ippocrate: però, nonostante scontri di breve durata l'unica vera polemica fu da lui intavolata per rispondere ad un tal dottore Claudio Gelli di Venezia (il Bovio scrive però "Geli") di cui effettivamente si sa poco e la cui bibliografia è davvero misera: dovette essere un medico razionale, più giovane del Bovio, forse un prestanome per una più nutrita schiera di medici veronesi di maggior nomea.
Certo non sembra mendace il Bovio laddove si interroga sulle qualità professionali e sulla persona stessa del Gelli, sempre ne Il Melampigo... quando, con molta ironia ma senza dubbio altrettante incertezze, va interrogandosi sulla personalità culturale e dottorale del suo critico.
[Segue qui l'elenco delle opere del Bovio reperite nelle biblioteche italiane]
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Horifugia, siue Lusus - Venetiis: Ziletti, Giordano, 1567
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Opere contra medici putaticij rationali del Sig.r Zeffiriele Thomaso Bovio - Padova: Tozzi, Pietro Paolo, 1626
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Fulmine contro de'medici Putatitij rationali di Zefiriele Thomaso Bouio nobile veronese - In Verona: appresso Sebastiano dalle Donne, & Andrea de' Rossi suo genero: Dalle Donne, Sebastiano & DeRossi, Andrea, 1592
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Melampigo ouuero confusione de medici sofisti che s'intitolano rationali. Et del dottor Claudio Geli & suoi complici...di Zefiriele Thomaso Bouio.. - In Verona appresso Girolamo Discepoli,& fratelli: Discepolo, Girolamo & fratelli Palazzolo, Marcantonio, 1585
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Flagello de' medici rationali, di Zefiriele Tomaso Bouio nobile veronese; nel quale non solo si scuoprono molti errori di quelli, ma s'insegna ancora il modo d'emendargli, & correggerli - In Venetia: Nicolini da Sabbio, Domenico, 1583
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Opere di Zefiriele Tomaso Bouio nobile veronese, cioe, Flagello, Fulmine, & Melampigo, contro de' medici putatitij rationali. Con la Risposta dell'eccellentissimo dottor Claudio Gelli - In Venetia: Curti, Stefano, 1676
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Fulmine contro de' medici putatitii rationali di Zefiriele Thomaso Bouio nobile veronese - In Verona: Dalle Donne, Sebastiano & DeRossi, Andrea, 1592
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Melampigo ouero Confusione de' medici sofisti, che s'intitolano rationali, et del dottor Claudio Geli, & suoi complici nuoui Passali, & Achemoni: di Zefiriele Thomaso Bouio nobile patricio veronese nuouo Melampigo - In Milano: Bidelli, Giovanni Battista, 1617
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Fulmine contro de' medici putatitij rationali. Di Zefiriele Thomaso Bouio nobile veronese... - In Milano: Bidelli, Giovanni Battista, 1617
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Flagello de' medici rationali, di Zefiriele Tomaso Bouio nobile veronese; nel quale non solo si scuoprono molti errori di quelli, ma s'insegna ancora il modo d'emendargli, & correggerli- In Milano: Bidelli, Giovanni Battista, 1617
Gelli, Claudio - Risposta dell'eccellente dottor Claudio Gelli, ad vn certo libro contra medici rationali - In Milano: Bidelli, Giovanni Battista, 1617
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Opere di Zefiriele Tomaso Bouio nobile veronese, cioe, Flagello, Fulmine, & Melampigo, contro de' medici putatitij rationali. Con la risposta dell'eccell. dottor Claudio - In Venetia: Baba, Francesco, 1626
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Flagello contro de' medici communi, detti rationali; di Zefiriele Tomaso Bouio ... Nel quale non solo si scuoprono molti errori di quelli: ma s'insegna ancora il modo di emendargli, & correggerli. Di nuouo reuisto, corretto, & dal proprio Auttore ampliato con la tauola delle cose piu notabili - In Verona: Dalle Donne, Francesco, 1601
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Fulmine contro de' medici putatitii rationali; di Zefiriele Tomaso Bouio ... Nel quale non solo si scuoprono molti errori di quelli; ma s'insegna ancora il modo di emendargli, & correggerli. Di nuouo reuisto - In Verona [Verona]: Dalle Donne, Francesco, 1602
Bovio, Zefiriele Tommaso <1521-1609> - Melampigo ouero Confusione de' medici sofisti, che s'intitolano rationali, et del dottor Claudio Geli, & suoi complici nuoui Passali, e Achemoni: di Zefiriele Thomaso Bouio ... Di nuouo reuisto; corretto, & dal proprio Auttore - In Verona: Dalle Donne, Francesco, 1595
















Del veneziano Claudio Gelli si sa solo che dovette fiorire verso il 1585 (non se ne è ricostruita la data di nascita ne' di morte).
La sua bibliografia è minima e solo legata alla polemica con il
Bovio.
Nelle biblioteche italiane si sono ritrovati:
Gelli, Claudio, Risposta dell'eccell.dottor Claudio Gelli medico venetiano alle paterne riprensioni dell'eccellente signor Annibal Raimondo Veronese,indirizzate a signori medici rationali, Venetia : ad istantia dell'Autore, 1585, Descrizione fisica: 19, [1] c. ; 4o. Note Generali: Cors.,gr.,rom Marca n.c.sul frontespizio, opera monografica custodita in Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - RM
Gelli, Claudio , Risposta dell'eccellente dottor Clavdio Gelli ad vn certo libro contra medici rationali.Ex malis moribus,optimae leges oriuntur.., In Venetia : ad istantia dell'Autore, 1584, Descrizione fisica:[4], 34, [2] c. ; 4o. opera monografica custodita in Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma

















"...Voi dite di più, che io mi partì da Verona havendo letto Arnaldo da Villanova nelle cose di Alchimia, et da lui instrutto dell'arte distillatoria, et medicinale, et che vedendo non haver credito nel medicare nella patria, a fine di guadagnar pure qualche danaro, me ne andasse a Genova.
Vi rispondo, che primo che io andasse a Genova, non medicavo molto, nè poco, et andavo in habito di soldato: sì che Don Prospero Martinengo, Monaco dell'Ordine di S. Benedetto, huomo buono, et patrone delle tre lingue principali, Latina, Greca,et Hebraica, Poeta, et Theologo grande, et per tale conosciuto, essendo capitato un mio Poema Heroico De Trinitate, venne a trovarmi per contrahere meco amicitia:& vedendomi in questo habito, rimase tutto maraviglioso; havendosi egli divisato prima nel suo intelletto di veder un huomo grave, con barba longa, faccia squallida,& habito dottorale, per quello, che egli medesimo mi disse allhora:& non poteva satiarsi di addimandarmi, ripetendo otto, ò dieci volte, se io ero quel Bovio compositore di quel Poema cosi bello, tanto dotto,& grave, baciandomi,& ribaciandomi dieci,& più volte.
Et mi fece molta instanza, che aggregassimo i poemi nostri insieme,& gli dessimo alle stampe: ma io fui sempre transcurato nel servar le cose mie,& ne hò perdute,& lasciate tante negli alloggiamenti, ove son capitano di tempo in tempo, che haverei fatto un volume grande, come quello di Homero: a cui (gionto, che gli fù al suo Monasterio) mandai questo esastico, il quale come si conformi alla descrttione vostra di me esaminatelo voi medesimo;& questo Monaco Reverendo è vivo,& sano.
Ad Prosperum Martinengum Monachus.
Quod breve paliolum ex humeris, quodque, ensis Iberus
Miraris vostro pendeat à latere.
Quod vultus hilares, quod sint nostratia verba,
Quodque in omni gestu candida simplicitas,
Aulicolas vito Proceres, declino Agelastos
Vivere me hac vita liberiore iuvas.

La causa dunque del partir mio da Verona fù che il Signor Cosimo da Monte, Vicecollaterale di questo Serenissimo Dominio, non sò da qual spirito condotto, mandò trè Soldati ben armati alla scoperta per farmi un'affronto da' quali (la bontà & gratia del Signor Dio) mi diffesi,& diedi loro delle ferite.
Et quantunque il Signor Capitano Gio. Lodovico suo Zio,& il Signor Antonio Maria suo fratello ne havessero fatto scusa meco alla gagliarda, però dubitando io, che se la la prima volta non gli era riuscito il pensiero, non raddoppiasse un'altra volta la posta, elessi cangiar paese,& assicurar le partite mie, per non accender maggior fuoco tra noi, le case, le famiglie,& amici nostri: cosi guidato da celeste scorta mi condussi in Genova,& ivi rimasi per dispositione divina.
Quivi contrassi amicitia per mezo del Magnifico Camilla, Medico di buon nome, col Signor Marc'Antonio Pallavicino, vecchio,& gottoso,& era otto anni, che non era uscito di casa, et rare volte di letto, per detta indispositione: il quale dilettandosi delle historie,& lettere sacre, trovandomi instrutto di queste,& quelle, come occorre nelli ragionamenti, mi dimandò se lo haverei potuto suffragare nella infirmità sua.
Io (cosi disponendo le cause superiori) gli dissi che sì, et per quanto valeva, me gli offersi, et egli mi si diede in preda.
Lo curai, et con la gratia del Signor Dio lo condussi a passeggiar tra Banchi,et Santo Syro, per tre hore, ove fù abbracciato da innumerabili amici.
Cosi, per cinque anni, me ne passai con la dottrina di Gordonio, prestatomi dal predetto Medico Camilla,& altri libri di Medicina, che quivi parte comperai, parte mi furon dònati...."













HYPPOCRATIS
LIBELLUS
DE MEDICORUM
ASTROLOGIA INCIPIT
A PETRO DE ABANO IN LATINUM TRADUCTUS



Cum legerem libros Hyppocratis Medicurum optimi, inveni hanc parum sed magnae utilitatis librum, et valde necesse est omnibus medicis.
Qui hunc bene scierit sanitatem, mortem, vel vitam innfirmitatis poterit pronunciare.
Iubet ergo Hyppocras, ut medicus aspicita lunam, quia quando plena est lumine, tunc crescit sanguis in homine,et in cunctis rebus mundanis eorum crescit complexio.
Quando igitur infirmus occumbit oportet lunam inspicere. Nam si exeat a coniunctione, tunc crescit aegritudo quousque veniat ad gradum oppositionis.
Et quando fuerit in oppositione vide si sit cum malis planetis, aut in loco malo, aut si aspexerit dominum domus mortis, et per hoc poteris scire si infirmus mori debeat vel non, vel si habebit magnam infirmitatem, vel curam.

SIGNUM ARIETIS
Nunc videamus naturam omnium signorum iuxta principium Lunae.
Cum cuique infirmitas accidat, et Luna sit in Ariete cum Marte, aut cum Sole, erit aegritudo in capite propter nimiam caliditatem Solis.
Et dolebit eius pulsus capitis.
Habebit quoque febres calidas, et non recedet ab eo caliditas.
Patietur quoque anxietatem, et vix loquetur.
In pectore quoque patietur nimium calorem, et dolorem patietur in pulmone, et habebit vehementissimum pulsum.
Necesse erit ei minuere sanguinem de vena cordis, et uti rebus frigidis, et cibo et potu minuentibus calorem, et haec aegritudo devenit in frenedi.
Et si in eo fuerit Saturnus, aut Mars, morietur ex hoc aegritudine infra tres dies, a die quo fuerit Luna cum Sole per quartum aspectum, et plus est et hoc si Luna addat suo lumini.
Si Luna fuerit in Ariete, et eam aspexerit in fortuna ex quarta, vel oppositione.
Si fuerit Sol erit haec aegritudo in capite, et ista aegritudo ducet cum extra veritatem, et insaniet, et nun crescit, nunc minuitur aegritudo, et est similis illi, qui videre non potest.
Qui autem nescit Astronomiam non poterit scire eius aegritudinem.
Et si fuerit in diminuitione sui luminis, aut in diminuitione graduum quando revertitur ad primum aspectum Saturni, quando eum dimisit, et per alium aspectum eum aspexerit, terminatur infirmitas sive in bono, sive in malo.
Quòd si aspexerit infortunam morietur.
Nota quòd luna, et dominus ascendentis fortissimè operantur, et ideo semper quod primo aspiciatur a iudicibus est locus lunae, et aspectus eius: deinde dominus ascendentis.
Sed meliorabitur si non aspexerit.
Et quando invenit Iovem, aut Venerem per aliquem aspectum antequam venit ad coniunctionem: erit infirmitas ex aliquo flegmate albo, quo infirmus primo sentit gravedinem.
Si luna fuerit addens suo lumini, et gradibus, et fuerit Sol et Mars in Ariete, erit infirmitas in capite ex flegmate albo,& exiet sanguis de naribus: & oportebit eum uti frigidis, et erit ei opus facere medicinam unde apostema maturetur.
Et si fuerit Luna cum Venere in loco Solis, evadet infirmus, se prius habebit magnum periculum; ideo Mercurius concordat se cum Marte in uno negotio: sed materias non facit sic cum Saturno, et morietur cum Saturnus erit in loco solis.
Si fuerit Iuppiter ibidem cum ea, vel Mercurius, vel Venus, habebit infirmitatem diversam.
Si autem aspexerit eum Sol, vel Mars in aliquo aspectu, opus est, ut des ei aliquam levem medicinam, et levem dietam: et quandòque sedeat, quandòque se moveat, et volvat: et fac eum sedere in aliquo loco, ubi possit per totum videre, et balneo utatur, et sedeat planè ubique; et sicut velit: et de ei aquam bibere frigidam.

TAURI
Cum incidit infirmitas, et Luna sit in Tauro, et aspiciat eam Mars ex quarto, ista infirmitas est ex sanguine, et sentit calorem, et siccitatem,& dolorem in nocte,& non potest dormire,& habeat voluntatem bibendi vinum,& res calidas.
Necessarium est ei minuere sanguinem, et dare medicinam, quae reddat eum frigidum, et humidum.
Sed si fuerit ipso Saturnus cum Luna, aut venerit ad eum, et non invenerit fortunam, morietur usque ad decem dies, quando caepit eum infirmitas.
Primo si fuerit Luna addens sui lumine, et gradibus, et aspexerit eam Martem ex septimo, vel octavo,et Luna fuerit ad Saturnum, et Mercurius cum ea fuerit, erit infirmitas haec ex flegmate: et erit debilis ager, et diruptus, & vix poterit loqui: & erit stomachus indigestus, & non poterit digerere cibaria, et intus habebit calorem.
Et necesse est ei medicina laxativa.
Et cum Luna pervenerit ad oppositum locum infirmabitur graviter,& morietur, nisi fuerit Luna fortunata:& sic evadet usque ad quattuor dies.
Quando aliquis infirmabitur si Luna fuerit in Tauro,& Mars,& Sol cum ea, infirmitas erit in pectore,& maximè de nocte;& erit ei lingua combusta praenimio calore quem patictur in ore, et in oculis: et habebit fluxum ventris,& multum sitiens,& erit balbutiens.
Et necesse est ei medicina constrictiva,& sanguinis minutio,& dieta eius sit frigida,& à calidis caveat.
Et quando Luna fuerit in trino aspectu ad solem, si minuitur aegritudo evadet,& si augmentabitur morietur.
Quando fuerit in oppositione Solis, si invenerit Iovem non morietur.
Et si est infortunata, morietur.

GEMINORUM
Si Luna fuerit in Gemini aum aliquis incipit infirmari,& fuerit in quarto aspectu Saturni,vel oppositione, erit infirmitas illas ex tristitia, vel quia amisit de rebus, vel quia habuit nimiam cognitionem de aliquo negocio.
Febris erit effimera, vel putrida,& dolebit per totum corpus:& patietur magnum intus,& in epate dolorem habebit haec infirmitas per decem dies.
Cum fuerit Luna in Geminis augens numero,& lumine:& aspexerit eam Mars octavo, vel septimo, erit infirmitas febris ex colera rubea:& pulsus, velox flebotometur,& dieta eius frigida.
Et si fuerit Luna impedita a Saturno,& infortunata, cum eo morietur quando pervenerit Lunam ad oppositum loci, in quo erat quando incepit infirmari.
Si fuerit fortunata evadet prius diuturnam infirmitatem.
Si autem fuerit Luna in Geminis, erit infirmitas ex humiditate.
Et si fuerit Saturnus cum ea erit in capite,& non minuatur,& cave ne utatur frigidis,& humidis, sed utatur temperatis.
Et cum pervenerit Luna ad oppositum Solis,& fuerit cum fortunis evadet si non morietur.
Si aspexerit eam fortunam ex bono aspectu vivet: sed quando dimiserit istam formam quosque venerit in aliam oppositionem loci in quo erit, erit infirmitas occulta, est difficilis ad cognoscendum, donec perveniat Luna ad quartum aspectum, vel oppositum, etsi fuerit cum fortuna evadet,& è converso.
Si autem fuerit Mars,& Sol,& Luna in Geminis patietur infirmitatem magnam ex calore,& lachrymabit eius unus oculus,& forsan fiet freneticus,& multum timebit,& ante eum apparebunt diversae figurae,& pulsus eius vix invenietur,& pulsus capitis dolebit ei.
Cave igitur ne minuas eum,& da ei levem dietam,& parum sit in loco temperato:& cum pervenerit ad quartum aspectum morietur infirmus si Luna infortuna. Si auteme fortuna, evadet.
Cave ergo ne des ei farmatiam, sed utatur levi dieta in balneo.

CANCRI
Si fuerit Luna in Cancro, quando alicui infirmitas accidit,& aspexerit eam Saturnus ex quarto, vel septimo aspectu accidit ei frigus post calore, sicut in exitu balnei,& non sentit dolorem: doletque ei pectus,& habebit tussim,& paruum calorem; pulsus quoque non invenietur nisi mediocris, ei dolent lumbi,& opus est ei medicina ad pectus purgandum,& tussim exprimendam.
Si vero non fuerit cum Luna aliqua fortuna: nec aspexerit eam fortuna donec perveniat ad quartum aspectum, vel ad oppositum loci in quo incaepit infirmitas, morietur infra decem dies.
Si autem aspexerit eam, vivet,& multum gravabitur.
Si autem aspexerit eam Mars ex quarto, vel oppositum significat vomitum,& eructationem,& malam dispositionem stomachi.
Dentur ei frigida:& medicina stomachi restrictiva.
Et si non aspexerit eam fortuna, morietur antequam perveniat ad quartum aspectum.
Si autem fuerit vacua cursu infirmitas eius erit, ex repletione, et ex nimio potu, ex quo venae sunt nimis plenae, habet voluntatem sedendi in altum,& discooperit,& loquentem vult audire, et irascitur cito, et graviter se habet in nocte utatur rebus temperatis: quando veniet ad oppositum evadet.
Si aspexerit lunam fortuna, sed si non & fuerit in aspectu Martis,vel Solis abseque auxilio fortunarum recadet,& cadet in acutam febrem,& pulsus eius reperietur uno modo.
In principio enim minutio est necessaria.
Si autem ad 35. gradus fuerit aspectus fortunarum alleviatur,& è converso, vel ad 90, vel ad 280,& magis affligit eum infirmitas in nocte, quam in die,& parum quiescit,& clamat,& anxiatur.
Si fuerit fortuna in oppositione evadet:& si infortuna mutatur in aliam aegritudinem,& recadit.
Et si debet evadere evadet quando Luna venerit ad locum in quo fuit in initio infirmitatis.
Et si fuerit tunc fortunata evadet,& è contra.
Si autem Luna fuerit in Cancro,& Saturnus,& Mars,& Venus fuerint cum ea infirmitas actione, vel debilitate.
Da ei res confortivas cum pervenerit ad quartum aspectum, vel oppositum, et si fuerit fortunata evadet, et è contra similiter in oppositione.
Sed si fuerit infortunata tunc determinatur.
Et si fuerit ei fortunium evadet eum Luna venerit ad locum in quo incaepit infirmitas.

LEONIS
Cum fuerit Luna in Leone, et aspiciat eam scilicet ex quarto, vel opposito erit infirmitas ex humoribus corruptis, vel flegmate vitreo, et malam habebit dispositionem stomachi, unde nocet, et sentiet dolorem capitis, et erit calor interius fortis, et exterius frigiditas, et erit nimium constipatus, et erit infirmitas longa.
Et cum Luna pervenerit ad quartum aspectum,& si non aspexerit eam morietur, vel augmentabitur infirmitas,& si fuerit fortuna evadet.
Si fuerit Luna in Leone, et aspexerit eam Mars in quarto aspectu, vel oppositione erit infirmitas ex abundantia sanguinis, et colerae, et febris tertianae, vel acutae.
Et si aspexerit eam fortuna evadet posta magnam infirmitatem,& magnam fatigationem.
Et male morietur, quando pervenerit ad oppositionem Leonis: similiter in quarto aspectu Luna vero in Leone in quarto aspectu Solis, vel Martis existente, habebit magnum calorem in pectore,& extrema eius frigiscent,& habebit dolorem capitis.
Opus est ei minutio si potest, quando Luna est in illo signo.
Sed si in illo signo non potest minuere, dimittat donec venerit in medietate sui luminis.
Unge sibi pedes unctione, quae tollat sibi frigiditatem.
Si autem Mars, vel Sol fuerit cum ea in quarto erit infirmitas ex calore cordis,et quando pervenerit ad quartum aspectum si fuerit fortuna evade, si infortuna morietur, vel recidivabit, vel mutabitur in aliam infirmitatem.
Quando vero Luna recedit de uno loco de locis, quae diximus, et invenerit Iovem in itinere, aut Venerem antequam veniat ad quartum aspectum, opus est componere balneum:& in alio loco sedere.
Sed si impediat eam Saturnus impedit renes,& vesicam.
Si autem fuerit Mercurius in quarto cum illis significat turbationem sensus, et infirmitatem animae.
Cum pervenerit Luna ad quartum aspectum si allevietur infirmitas evadet: si auget morietur.
Similiter in oppositione, et in quarto aspectu, et in eodem signo.

VIRGINIS
Si Luna fuerit in Virgine, et Saturnus aspex ex quarto, vel oppositione in initio infirmitatis, patietur in stomacho, et in ventre, et in intestinis,& habebit apostema merc. et erit infirmitas occulta, quòd vix poterit quspiam eam cognoscere nisi est Astronomus.
Utatur rebus frigidis,& temperatis,& opus est ei, ut sanet apostema, ita quòd non aperiatur ista infirmitas futura,& longa.
Si vero fortuna eam aspexerit evadet post multos dies.
Si in fortuna morietur infra quadraginta dies.
Cum Luna fuerit in quinto,& aspexerit eam Mars ex quarto, vel oppositione erit infirmitas cum magno calore interius ex abbundantia colerae, ut sunt disinteriae, vel fluxus ventris, et fluxus est ei fortis, et quandoque non invenitur: anxietatem magnam patitur habebit etiam malum stomachum.
Est ergo ei necessaria medicina stiptica confortans, utatur quoque rebus levibus.
Detur quoque ei medicina levis.
Si autem aspexerit eam fortuna evadet infra tres dies: si infortuna morietur.
Cum fuerit Luna cursu vacua significat fluxum ventris, et diariae, et lienteriae, et impedimentum vesicae; vel stranguria, &c.
Si autem fuerit cum ea Mars, vel Sol, vel Iuppiter tunc erit infirmitas acutior,& fortior cum perturbatione sensus,& vix loquetur.
Opus est ei medicina, quae paulatim fluxum ventris restringat.
Cum autem pervenerit ad quartum aspectum, vel oppositum liberabitur per auxilium fortunarum, et gravabitur, vel morietur per impedimentum malorum.
Si autem Saturnus, et Venus, et Mercurius fuerint cum ea initio infirmitatis erit infirmitas, et durabit donec iterum revertatur ad Virginem vel ad quartum aspectum eius.

LIBRAE
Si Luna fuerit in Libra, et aspexerit eam Saturnus ex quarto, vel oppositione, erit infirmitas in capite, et in pectore, et pulmone.
Et est maior infirmitas si fuerit Luna decrescens,& dolebit eius frons,& tempora,& erit ex repletione,& sternutabit multum: habebit quoque febres leves.
Opus est ei medicina temperata:& cibo,& potu levi utatur.
Si autem aspeexerit eam Mars malo aspectu morietur,& si non, vivet.
Et cum pervenerit ad quartum aspectum liberabitur per aspectum fortunatum,& per apectum malorum gravabitur, vel morietur.
Si autem, aspexerit eam Mars ex quarta, vel oppositione, erit infirmitas ex sanguine, ut apostema, vel pleuresis, vel periplemonia, et habebit magnas febres, et pulsus erunt vehementes, et in nocte videt pessimas visiones.
Est enim ei necessaria minutio sanguinis: et est ei opus medicina levis, et calor parum vehemens, et vigliae, et turbatio mentis, et si non aspexerit fortuna morietur infra viginti dies.
Si aspexerit fortuna evadet, cun pervenit Luna ad oppositionem sui loci.
Cum autem fuerit in cursu vacua habebit dolorem in pedibus,& dolorem interius,& oculos graves,& balbutiet cum loquitur.
Erit ei medicina necessaria,& dieta frigida,& humida,& minutio sanguinis.
Cum autem pervenerit ad quartum aspectum, vel oppositum liberabitur per fortunas: et aggravabitur per mala.
Si autem Mars, et Sol eam aspexerit ex oppositione haec infirmitas erit valde magna: et gravabitur magis in capite.
Et si fuerit Mercurius in sexto lachrymabunt sibi oculi:& patietur dolorem in capite.
Et medicina laxativa est ei necessaria.
Cum autem pervenerit ad Iovem vel Venerem in diebus creticis, alleviabitur,& evadet, alioquin gravabitur,& morietur.

SCORPIONIS
Si Luna fuerit in Scorpione, et aspexerit eam Saturnus ex quarto, vel appositione, erit infirmitas ex sanguine putrefacto, et de veneno.
Et si non fuerit Luna in diminutione luminis, et aspexerit eam infortuna morietur.
Et si fuerit crescens in suo lumine, et gradibus, et fortuna aspexerit eam, vivet.
Cum autem luna fuerit in septimo, et Mars cum ea, et Iuppiter aspexerit eam ex quarto, habebit febrem validam: unde necessaria est ei medicina laxativa temperata.
Et cum pervenerit Luna ad coniunctionem Iovis evadet.
Cum autem fuerit Luna in cursu vacua erit infirmitas levis in principio,& pro nullo habebitur,& augmentabitur,& mutabitur in aliam aegritudinem, ut impedimentum vesicae, et illorum, et hemoroidarum: et nascentur ei pustulae in naribus.
Cum autem Luna pervenerit ad tertium aspectum patietur febrem calidam, et cum perveniret ad solem, si non obviabitur et fortuna morietur.
Si autem contulerit ei fortuna, nascetur ei apostema in ipocundrijs, et liberabitur.
Cum fuerit Luna in Scorpione,& Mars cum ea, aut Saturnus primo habebit infirmus febres calidas ex flegmate falso.
Fac ut in die vadat ad sellam:& non minuas ei sanguinem.
Circa eum ut decet cum diebus creticis.
Si aspexerit eam fortuna erit crisis ad bonum,& è converso.
Si autem in quarto, vel septimo, vel decimo fuerit fortuna, liberabitur.

SAGITTARIJ
Cum fuerit Luna in Sagittario, et aspexeris eam Saturnus ex quarto, vel septimo, erit infirmitas ex flegmate, et habet calorem in toto corpore, sed pedes erunt ei frigidi.
Durabit haec infirmitas usque dum Luna iungatur Saturno, nisi aspexerit eam fortuna: quia si aspexerit durabit usque quòd veniat ad oppositum loci in quo fuerat.
Cum vero Luna fuerit in octavo, et aspexerit eam Mars ex quarto aspectu vel opposito, et fuerit aucta lumine, et numero erit haec infirmitas occulta, et medicus eam scire non poterit, et dolebit ei caput,& totum corpus,& ita accidit ei, quia multum fuit in balneo,& nimium se calefecit,& nimium introivit in pectus suum,& in caput,& alijus multum voluit,& asellat.
Opus est ei medicina constipativa.
Utatur syrupi;& levibus praeacetosis,& vomet,& patietur fluxum nisi fortunae aspexerint ipsam in quarto, vel septimo, vel decimo, vel undecimo, et 24 die evadet.
Si infortuna morietur.
Cum autem Luna fuerit in octavo cum Iove,et Venere, erit infirmitas ex reumate, et patietur sitim, et dolorem pectoris, et evadet cum venerit ad quartum aspectum, erit ei medicina mollificativa necessaria.
&ue ne balneatur.

CAPRICORNI
Cum Luna fuerit in Capricorno, et aspexerit tam Saturnus ex quarto, vel septimo, et fuerit decrescens gradibus, et lumine erit infirmitas ex nimia fatigatione sudorum: frigus post accepit eum, calor est nimis clausus et opilatus: et sternutat moltum, frons et pectus eius dolent: habet quoque febres ex sanguine.
Utatur rebus temperatis & syrupo temperato.
Et si aspiciet eam fortuna evadet post longam aegritudinem.
& si non aspexerit, morietur usque ad tres dies.
Cum autem Luna fuerit in nono,& aspexerit eam Mars ex quarto, vel septimo significat abundantiam colerae,& malam digestionem stomachi,& dispositionem stomachi.
Unde veniet ei vomitus,& fluxus ventris, et disinteria, et ardebit ei stomachus, et inflammabitur, et habebit magnam febrem, et sudabit multum.
Opus est ei medicina fgrigida, sed pulsus non invenietur unius materiei.
Si aspiciant eam fortunae evadet.
Si non morietur usque quindecim dies.
Cum fuerit Sol cum matre, et aspexerit eam cum Luna augebit calorem, et infirmitatem.
Erit autem haec infirmitas ex nimia fatigatione, et calefactione ad ignem:& accepit eum ex colera citrina,& per auxilium fortunarum evadet,& per impedimentum malorum morietur.
Caveas a balneo,& super ipsam non fundatur aqua frigida.

AQUARIJ
Cum Luna fuerit in Aquario addens suo lumine, et gradibus, et aspexerit eam scilicet ex quarto, vel septimo, infirmitas erit ex nimio labore, et perdet sanguinem, et haec infirmitas quandoque crescet, quandoque minuetur, et est timendum de eo, et quando Luna pervenerit ad oppositionem si alleviabitur, vivet.
Si augmentabitur, vivet usque ad quadraginta duo dies.
Et si fuerit cursu vacua, erit infirmitas longa, habebit quoque febrem calidam,& multam patietur anxietatem.
Sed quando Luna pervenerit ad Solem si aspicient eam fortunae evadet, si mala, morietur.
Aspice Lunam quando aegreditur à sub radijs si invenerit fortunam antequam pervenerit ad locum in quo incaepit infirmari, evadet infirmitas, si non, morietur.
Cum autem Saturnus, vel Mercurius fuerit cum ea in decimo, erit infirmitas del colera nigra.
Et si Luna fuerit addens sui lumine, et gradibus, evomet.
Et si aspexerit eam fortuna antequam perveniat ad oppositum loci sui evadet.

AQUARIJ
Cum Luna fuerit in Pisce addens in numero, et Saturnus aspexerit eam ex quarto, vel septimo, erit infirmitas ex frigido, et patietur in capite, et in ventre.
Opus est ei medicina calida.
Si aspexerit eam fortuna, ecadet: sed dolebunt ei membra cum Luna fuerit in undecimo addens sui lumine et numero, et Mars aspexerit eam ex quarto, erit infirmitas ex nimia repletione sanguinis et colerae.
Et opus est ei ut minuatur sanguis et minorem dolorem habebit in nocte quàm in die, quòd si non aspexerit eam fortuna in loco, in quo accepit eum infirmitas, morietur.
Et quando pervenerit Luna ad locum in quo erat, si Venus aut Iuppiter fuerit cum ea, erit infirmitas ex colera,& sanguine,& per auxilium fortunarum, ad lunam liberabitur,& per nocumentum malorum, morietur".
Hippocratis libellus de Medicorum Astrologia finit, a Petro de Abbano in Latinum traductus.
Impressus est arte et diligentia mira Erhardi Ratdolt de Augusta, Imperante Inclyto Iohanne Mocenico Duce Venetorum: Anno salutiferae incarnationis 1485. Venetijs Questa è l'opera, che io
[Zefiriele Tomaso Bovio] vi promisi di far imprimere, d'Hyppocrate, tradotta dal Conciliatore,& per tale ricevuta,& citata dal Cieco d'Ascoli nella prefattione sua sopra la sfera; ma sia d'Hippocrate,ò sia del Conciliatore questo trattato, poco importa quando che il Conciliatore sia huomo di tanta riputatione tra Filosofi, Astrologi, Medici,& Theologi, che qualunque si vorrà opporre alle sue dottrine, si farà riputare, ò ignorante,ò pazzo.
















PIETRO D'ABANO fu astrologo e profondo conoscitore d'Arnaldo di Villanova, mago, alchimista e medico.
Insegnò medicina, filosofia e astrologia all’Università di Parigi e, dal 1306, all’Università di Padova.
Soggiornò a lungo a Costantinopoli, dove approfondì lo studio di Avicenna, Galeno e Averroè, divenendo anche erudito nelle ‘artes’ arabe e greco-bizantine.
All’approfondimento della medicina affiancò lo studio sistematico dell’astrologia: essenziale era calcolare il momento giusto in cui somministrare cure e medicamenti, come pure la conoscenza dell’alchimia per la loro preparazione.
Infatti l’astrologia influenzava la vita dell’uomo e del cosmo, la trasformazione degli elementi naturali, i caratteri e la vita degli individui.
Ad esempio, un segno zodiacale di particolare interesse per Pietro d’Abano era lo Scorpione, in grado di conferire grandi doti ai medici, a coloro che si occupavano della salute dei corpi e manipolavano veleni: era il segno della magia che trasformava.
La sua opera più importante fu il Conciliator differentiarum philosophorum et praecipue medicorum, in cui sosteneva la connessione tra il mondo naturale e gli astri, il ricorso alla magia, agli incantesimi e l’uso della medicina che, in termini moderni, definiremmo "olistico", e una concezione dell’uomo e dell’intero creato come un armonioso organismo regolato dalle costellazioni.
Mise in discussione l’esistenza dei demoni ed anche i miracoli dei santi; negò la Provvidenza e cercò di spiegare le resurrezioni, raccontate nei testi biblici, come casi di morte apparente.
Fu molto apprezzato dal medico cabalista veronese cinquecentesco ZEFIRIELE TOMASO BOVIO nella raccolta delle cui OPERE è riportato il LIBELLUS DE MEDICORUM ASTROLOGIA attribuito ad IPPOCRATE ed integralmente tradotto da Pietro d'Abano.
Quest'ultimo, accusato di eresia dal Tribunale dell’Inquisizione, morì nel 1315 a Padova, mentre era in carcere ma l’anno dopo il Tribunale, avendolo giudicato MAGO, ne fece riesumare i resti affinché venissero dispersi dalle fiamme del rogo.
Pietro d'Abano ebbe gran fama poi dalla Geomantia, tradotta dal latino e quindi pubblicata nel 1544.
Nell'opera si cerca di rendere comprensibile che cosa fosse l’antico sistema pagano di divinazione, la "Geomanzia" o divinazione degli Elementi : il geomante interpreta il messaggio ed i significati delle forme assunte da sassolini gettati a terra e predice il futuro.
I simboli geomantici, dice Pietro d’Abano, sono sedici e legati ai quattro punti cardinali e ai quattro elementi: "..fuoco, aere, aqua et terra".
Tuttora la geomanzia viene in gran parte ricondotta all' opera di sistematizzazione di Pietro d’Abano: il testo originale è custodito alla Biblioteca Trivulziana di Milano, nel Fondo Morando.
Definendo tale "scienza" Pietro d'Abano scrisse: "Geomantia si è una scienza breve da conoscere per virtù de er modo di Astrologia, di quelle cose quale la persona vuol operare, qual fine et successo habbiano avere, secondo che per virtù naturale et influsso celeste si può conoscere et giudicare. Et questo modo di giudicare et conoscere, sie per quattro lineamenti et figure fatte con alcuni punti, fatti con carte et inchiostro, secondo che la man del Geomante, per l’influsso celeste è portata, et da Dio eterno con la grazia fue governata, quale sempre nel principio della figura et interrogatione, dimandar si debbe co’ animo sincero et fidele. Et di quelli quattro lineamenti, co’ quattro virgule di punti per ogni lineamento, se formano sedici figure, le quali significano tutto quello che accade la perona disiderar di sapere, et no ponno essere più de 16 ne manco" [spunti su Pietro d'Abano ripresi da un saggio on line di Pinuccia Cardullo]














La vita di ARNALDO DI VILLANOVA, detto IL CATALANO (che nelle sue OPERE, come ad esempio nel Flagello molto spesso CITA ed utilizza ZEFIRIELE TOMASO BOVIO) è tuttora avvolta nell’oscurità: in questi casi logicamente si tende ad attribuire ai personaggi enigmatici azioni ed opere sulla base di prove labili e/o non sempre confermate.
Ad ARNALDO per esempio viene attribuito non senza motivi la stesura di uno straordinariamente raro ERBOLARIO VOLGARE: ma anche nel caso non sia così è probabile che la stesura derivi dal MAGISTERO del celeberrimo MEDICO.
Nato intorno al 1240 in Provenza, intraprese gli studi classici presso Aix, dopo di ché si trasferì a Montpellier per studiare medicina.
Terminò i suoi studi a Parigi, dove si laureò verso il 1270.
A Parigi ebbe la possibilità di seguire i corsi di Alberto Magno (1200 ca.-1280), dalle cui opere nacque l’interesse di Villanova per l’Alchimia.
Successivamente Arnaldo viaggiò molto al fine di perfezionare i suoi studi di medicina, visitando diverse scuole e Università italiane, tra cui quelle di Bologna, Firenze, Perugia e Roma.
Si recò a studiare anche a Napoli e a Salerno dove era attiva la famosa Scuola Medica Salernitana, autrice del "Regimen sanitatis salernitanum", il più consultato testo di medicina del Medioevo.
Tornato in Francia, esercitò la professione di medico in diverse località, stabilendosi infine a Parigi dove rimase per diversi anni.
Qui incontrò Raimondo Lullo, futuro grande alchimista, che divenne suo discepolo.
Si recò poi in Spagna alla corte di Pietro III d’Aragona (1240-1285), visitando diverse città spagnole, come Barcellona, Valencia, Tarragona, Madrid.
Non dimenticò di recarsi a Toledo, città che all’epoca era un famoso punto d’incontro tra Ermetisti provenienti da tutta Europa.
Nel 1286 Arnaldo insegnava a Barcellona dove ebbe occasione di apprendere la lingua araba e di allargare i suoi studi, interessandosi sempre di più alla religione e alla politica e scrivendo diverse opere a sfondo escatologico.
A Barcellona divenne medico e consigliere di Giacomo II d’Aragona (1264-1327), figlio di Pietro III, esercitando una certa influenza politica in Spagna, in Francia e in Italia.
Inviato nel 1301 da Giacomo II a Re Filippo IV di Francia (1268-1314), fu arrestato appena giunto a Parigi, per delle affermazioni teologiche di carattere sospetto, contenute nei suoi libri. Appellatosi a Filippo IV e a Bonifacio VIII (1235-1303), fu liberato ed ottenne di poter lasciare la Francia.
Venuto in Italia, seppe farsi apprezzare come medico anche dal Papa (a cui fornì le sue cure contro i calcoli renali) che si mostrò con lui molto tollerante.
Tuttavia, nonostante le simpatie del Papa, subì ugualmente condanne e carcere, a Roma e a Perugia.
Rifugiatosi in Sicilia, alla corte di Federico II d’Aragona, Arnaldo scrisse l’opuscolo De Cymbalis Ecclesia, dove fece professione di fede e di obbedienza al Papa per ingraziarselo.
Si narra che proprio di fronte a Bonifacio VIII, Arnaldo avrebbe compiuto una delle sue prime "trasmutazioni" pubbliche, a dimostrazione del suo sapere, ottenendo verghe d’oro purissimo.
I suoi rapporti con il Papato migliorarono con il successore di Bonifacio VIII, Benedetto XI (1240-1304), che fu Papa dal 1303 al 1304, e con il successore di questi, Clemente V, eletto nel 1305 per volontà del Re di Francia. Clemente V favorì gli studi di medicina e di lingue orientali, istituendo cattedre universitarie e promulgando editti.
Si fece però artefice e responsabile, insieme a Filippo IV, della distruzione e della spoliazione dei beni dell’Ordine del Tempio.
Nel 1305 l’inquisizione catalana proibì la lettura dei libri di Arnaldo, che spaziavano dalla Medicina all’Astrologia, dalla Teologia all’Alchimia, ecc., nei quali, con uno spirito apocalittico, il Villanova prevedeva per la metà del XIV secolo, la fine di un’era e la venuta dell’Anticristo.
Arnaldo fu chiamato ad esporre le sue teorie di fronte al Sacro Collegio riunito ad Avignone; in questa occasione si espresse contro i governi temporali, rompendo definitivamente ogni rapporto con Giacomo II, del quale, fino a quel momento, era stato medico e consigliere.
In Francia, Arnaldo riorganizzò gli studi della Scuola di Montpellier, di cui divenne rettore e professore.
Qui, nel 1939, secondo un programma sanzionato da una bolla di Clemente V, pose le basi che trasformarono questa Scuola in Università e compose vari testi medici, diventando famoso per le sue polemiche contro la medicina araba e galenica e opponendo alla cultura dei libri l’esperienza pratica.
Anche Clemente V apprezzò personalmente le sue qualità di medico, mostrandosi anche interessato alle sue opere alchemiche (interesse che fu già di Bonifacio VIII).
Lasciata la Francia, Arnaldo fece ritorno in Sicilia alla corte di Federico II e si recò forse persino in Africa.
Per conto di Federico svolse numerosi incarichi e missioni diplomatiche, recandosi spesso a Palermo, Parigi e Avignone.
Fu durante uno di questi viaggi verso Avignone che Arnaldo morì in mare presso Genova, nell’anno 1313.
Dopo la sua morte, nel 1316 i suoi libri furono confiscati e bruciati dall’Inquisizione di Tarragona.
Tutt’oggi sono sopravvissute molte delle sue opere; tra quelle alchemiche ricordiamo: Flos Florum (Libro del Perfetto Magistero, Sear 1986), Epistola Super Alchimia (Lettera sull’Alchimia al Re di Napoli, Sear 1986) Novum Lumen, Il Rosario dei Filosofi, Domande sull’Essenza e sull’Accidente, Lo Specchio dell’Alchimia, La Practica (Breviarium Librorum Alchemiae), De Decotione.
A Lione tra il 1520 e il 1532, e a Basilea tra 1585 e il 1699, fu pubblicata l’Opera Omnia Arnoldi de Villanova[testo da LINEA DEL TEMPO DEGLI ALCHIMISTI , on line]

i testi di questo sito sono stati scritti dal Prof. Bartolomeo Durante
Si precisa inoltre in particolare che questo lavoro non è a scopo commerciale ma di divulgazione culturale e per uso documentario
- Professor Bartolomeo Durante