cultura barocca
Oaxaca, Messico, Antico Tempio, Teocalli = da Narrative and Critical History of America, New York, Houghton, Mifflin and Company, 1886 Un teocalli (Nahuatl: "casa di Dio") è una piramide mesoamericana in cima alla quale si trova un tempio. La piramide è terrazzata. Nel tempio si svolgevano alcuni dei rituali religiosi più importanti del Messico precolombiano. Il poeta cubano José María Heredia ha scritto una poesia intitolata En el teocalli de Cholula ("Nel teocalli di Cholula"). I teocalli sono utilizzati anche in un contesto moderno dai Chicani facenti parte della Chiesa Nativa Americana e dai movimenti di ripresa delle religioni indigene come il Mexicayotl nel più largo contesto messicano. I gruppi chicani della Chiesa Nativa Americana chiamano "teocalli" la propria organizzazione. Il teocalli più famoso della storia era il Templo Mayor ("tempio maggiore") di Tenochtitlan, oggi distrutto, che si trovava in quella che oggi è la piazza principale di Città del Messico, il Zocalo. Un celebre dipinto del 1848 di Emanuel Leutze ritrae "La distruzione del Teocalli da parte di Cortez e delle sue truppe". La Grande Piramide (o Templo Mayor) era il tempio principale di Tenochtitlan (attuale Città del Messico), capitale dell'impero azteco. Nel 1337 cominciò la costruzione del tempio, che nel corso del tempo venne più volte ampliato e ricostruito. La piramide si sviluppava per 60 metri in altezza e aveva la funzione di supporto a due templi, posizionati in cima, dedicati agli dei Huitzilopochtli e Tlaloc, considerati dagli Aztechi di eguale potenza. La sua costruzione terminò nel 1487, come riportato nella lapide commemorativa che un tempo ne ornava i muri. Il tempio di Huitzilopochtli, dio della guerra e del sole, era posizionato a sinistra (sud) e dipinto di rosso. Il mito vuole che gli uomini morti in battaglia e le donne morte durante il parto fossero destinati a servire Huitzilopochtli nel suo tempio, poiché solo coloro che avevano sofferto a tal punto sarebbero stati degni di vederlo. In seguito, sarebbero tornati a vivere sotto forma di farfalle o colibrì. Proprio dal termine nahuatl huitzil (colibrì) deriva infatti il nome di questa divinità. Il tempio di Tlaloc, dio della pioggia e della fertilità, si trovava sulla destra (nord) ed era dipinto di blu. Tlaloc era molto temuto dagli Aztechi perché ritenuto responsabile delle inondazioni delle città e degli annegamenti. Prima dei sacrifici in suo onore, venivano raccolte in un recipiente e offerte al dio le lacrime delle vittime sacrificali. Fu quasi completamente distrutto nel 1521 nel corso dell'invasione della città dei conquistadores guidati da Hernán Cortés [testo da "Wikipedia, l'enciclopedia libera on line"]

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