. Durante il suo viaggio in America Volney frequentò l'American Philosophical Society ed entrò in contatto con Thomas Jefferson, suo presidente. Jefferson si offrì di tradurre Le Rovine, ma rifiutò per paura di essere ritenuto ateo.
Volney infatti aveva terminato il suo saggio con l'enunciazione della necessità della Separazione tra Stato e Chiesa; un'eventuale traduzione avrebbe attirato serie critiche sul futuro presidente = la traduzione fu invece portata a termine da Joel Barlow.].
Non era un sostenitore di Napoleone Bonaparte, ma prese comunque parte alla vita politica del primo impero, venendo creato conte di Volney. Dopo la restaurazione fu nominato Pari di Francia. Negli ultimi anni imparò il sanscrito da Alexander Hamilton, un linguista che egli aveva protetto durante la Rivoluzione.
Morì nel 1820 e fu sepolto al cimitero Père Lachaise di Parigi. Nel suo testamento lasciò una considerevole somma per la creazione del Prix Volney il cui scopo doveva essere quello di "... stimolare e incoraggiare qualunque tipo di lavoro che ha lo scopo di sviluppare i metodi di trascrizione delle lingue asiatiche, utilizzando l'alfabeto europeo."
Tra le sue opere filologiche sono da ascrivere =
Semplificazione dei linguaggi orientali (1795),
Supplemento all'Erodoto di Larcher (1808)
Nuove ricerche sulla Storia antica (1814)
Discorso sullo studio della filosofia dei linguaggi (1819)
Alfabeto europeo applicato alle lingue asiatiche (1819)
L'ebraico semplificato (1820) [estratto -con giunte bio-bibliografiche e collegamenti testuali- da "Wikipedia, l'enciclopedia libera on line"]
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DA RACCOLTA PRIVATA
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