cultura barocca
PAOLO SARPI, TRATTATO DELLE MATERIE BENEFICIARIE [OPERA DI CUI QUI SI LEGGONO LE VICENDE DI STAMPA FINALIZZATA COME SOTTO SI RIBADISCE CON IL CONTRIBUTO DEL DISCEPOLO DEL SARPI FULGENZIO MICANZIO=LEGGINE QUI L'OPERA DA UN SAGGIO DI ANTONELLA BARZAZI - DIZIONARIO BIOGRAFICO DEGLI ITALIANI - VOLUME 74 (2010)] (A FONDO DELLA PAGINA QUI PROPOSTA, OVE INIZIA LA "TAVOLA DELLE COSE CONTENUTE IN QUESTO TRATTATO", PRATICAMENTE L'INDICE ANTICO DELL'OPERA, COME DELLE SUCCESSIVA, SI TROVA IL LINK PER PASSARE ALLA SUCCESSIVA E COSI' PURE PER TUTTE FINO A CONCLUSIONE DELL'OPERA) VEDI L'INDICE MODERNO DELL'OPERA QUI INVECE VEDI IL FRONTESPIZIO DELL'OPERA, E SOTTO QUESTA PAGINA ANCORA IL TESTO CRITICO MODERNO ALLEGATO CONGIUNTO ALLE RIFLESSIONI DELL'URTO TRA RIFORMA E CONTRORIFORMA CON OSSERVAZIONI SULL'INTERDETTO DI PAOLO V CONTRO VENEZIA COMPRESI SCRITTI DEL BELLARMINO E DEL SARPI CON IN AGGIUNTA ULTERIORI DATI SU VITA E PUBBLICAZIONI DEL SARPI = OPERA QUESTA DEL TRATTATO DELLE MATERIE BENEFICIARIE FINALIZZATA DAL MICANZIO DISCEPOLO DEL SARPI), POSTA ALL'"INDICE DEI LIBRI PROIBITI" ED ANCORA REGISTRATA COME QUI SI LEGGE, CON ALTRE OPERE SARPIANE, NELL'ULTIMO INDICE DEL 1948 ("L' INDICE FU SOPPRESSO NEL 1966 DA PAPA PAOLO VI") .PICCANTE E SEVERA DA PARTE DEL SARPI E'TRATTATA IN TALE LIBRO DALL'INCIPIT NEL QUALE SI NARRA, COL FONDAMENTO DELL'HISTORIE, COME SI DISPENSASSERO L'ELEMOSINE DE' FEDELI NELLA PRIMITIVA CHIESA A QUAL PUNTO ATTRAVERSO I SECOLI FOSSE GIUNTA L'AVIDITA' A SUO PARERE DELLA CHIESA ROMANA ATTESO IL SOPRAVVENIRE DI "ABUSI NELL'AMMINISTRAZIONE DE' BENI ECCLESIASTICI" CONTESTATULMENTE AL FATTO DEI "BENI ECCLESIASTICI ANTICAMENTE DISPENSATI SANTAMENTE IN USI PIJ, MA' HOGGI MALE AMMINISTRATI" SECONDO IL SARPI IN FORZA DI BENEFICI(SARPI REGISTRA UN LETTERA CON CUI SAN BERNARDO SCRISSE AD EUGENIO TERZO DOLENDOSI, CHE LA CITTA' DI ROMA FOSSE IL LUOGO, DOVE CONCORRESSERO GLI AMBITIOSI AVARI, SIMONIACI, SACERILEGHI CONCUBINARIJ, INCESTUOSI PER HAVER BENEFICIJ, POICHE' NEGLI ALTRI LUOGHI NON TROVAVANO CHI VOLESSE RICEVERLI, ESSENDO ROMA QUELLA SOLA CHE RENDE LECITO E LEGALE QUELLO, CHE PER TUTTO E' RIPUTATO ILLECITO CONTESTUALMENTE LO STESSO SARPI PONE LA QUESTIONE A CHI APPARTENGONO LI FRUTTI O LE RENDITE ED ENTRATE DELLI BENI ECCLESIASTICI" = L'AUTORE MENZIONA PURE IN MANIERA ESTESA ANCHE LE DECIME (VEDINE L'INDICE E LA TRATTAZIONE DELLE VOCI).
A RIGUARDO DELL'ARRICCHIMENTO DELLA CHIESA ROMANA SEMPRE PAOLO SARPI PARLA POI DIFFUSAMENTE DI PAPA GIOVANNI XXII ...[CHE]FU IL SOTTIL INVENTORE DE' MODI PER ACCRESCER L'ERARIO (DUE RIGHE DA FINE PAG.144) INOLTRE LO STESSO PAPA GIOVANNI XXII (A 6 RIGHE DA FINE PAG.174) A GIUDIZIO DEL SARPI FU COSI' INTENTO [PAG.177] A' CAVAR DANARI D'OGNI COSA, CHE IN 20 ANNI DI PONTEFICATO CONGREGO' INCREDIBIL TESORO = DI QUESTO PAPA, ESPRESSIONE DELLA CATTIVITA' AVIGNONESE DELLA CHIESA, CIOE' DI GIOVANNI XXII E SOPRATTUTTO DEL SUO FISCALISMO E DELL'INTERESSATA SUA GESTIONE DELLE MATERIE BANEFICIARIE PARLA DANTE CHE LO "ODIAVA A MORTE" COME SCRISSE GIORGIO SIEBZEHENER-VIVANTI, A PAG. 271, DELLA PRIMA E SOPRATTUTTO SECONDA COLONNA DEL SUO "DIZIONARIO DELLA DIVINA COMMEDIA" NELLE SUE POSTULAZIONI PAOLO SARPI RICORDA POI CHE COME GIA' STAVA ACCADENDO SIN QUASI DALLE SUE ORIGINI LA CHIESA ROMANA ANDAVA ARRICCHENDOSI IN FORZA DI TESTAMENTI SFRUTTANDO LA SEMPLICITA' DI MOLTI, SPECIE "VEDOVE, DONZELLE & ALTRE PERSONE FACILI A PRIVAR LE PROPRIE CASE PER LASCIAR ALLA CHIESA" ARGOMENTO CONTRO CUI SI SCAGLIO' GIA' S. AGOSTINO SOSTENENDO CHE I BENI DEI PARENTI DEFUNTI DOVESSERO LASCIARSI "ALLI PROPINQUI OD AGLI AFFINI" E NON "ALLA CHIESA" AD ALTRI SCOPI, SPIRITUALI ED ASSISTENZIALI. NOTA BENE =CLICCA E VOLTA PAGINA

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INDICE DI RICERCA A SCORRIMENTO PROGRESSIVO IN AVANTI = LA TAVOLA DELL'INDICE NON E' NUMERATA QUINDI SI INDICANO LE PAGINE DEL TESTO INDICATO DALLE VOCI PER SEZIONI, INDICANDO LE PAGINE CONTENUTE NELLE SINGOLE SEZIONI:
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