cultura barocca
Informatizzazione e trscrizione del sottostante testo di Bartolomeo Ezio Durante

Pietro della Valle "il Pellegrino" scrive in questa parte dei suoi "Viaggi" = ] "...Alli ventuno di Decembre, lasciate le pianure, entrammo a poco a poco nelle montagne: le quali, al principio, erano molto humili; ma poi andavano di mano in mano crescendo; e, secondo me, eravamo già dentro all'Arabia Petrea; la quale, non men che da Petra città, come vogliono alcuni, forse anche dalle pietre, come altri pensano, hà preso il nome: poiche in effetto è tutta monti di pietre durissime, che sono quei graniti delle guglie, & altri simili, che vediamo in Italia. Questo paese, non è meno sterile dell'altro, che havevamo già passato; poiche sopra le pietre non può nascere herba: con tutto ciò, in alcune valli anguste (che molte, e bellissime ne trovai frà le montagne maggiori, e più spesse, non dissimili dalla Val di Strettura, che si trova andando a Loreto) nel fondo, dove tal'hora c'era qualche poco d'acqua e di terra, vidi diversi alberi, che erano per lo più, ò palme, ò di quelli, che stillano la gomma Arabica, che io hebbi curiosità di considerargli minutmente, e li trovai tali e quali il Belonio gli descrive. Trà gli altri luoghi, dove trovammo acqua, una picciola fonte naturale vidi dentro ad una Valle trà i sassi di certe montagne asprissime, che certo meritava, per la sua bellezza esser dipinta, se in quel luogo havessimo avuto tempo di fermarci. La vigilia di Natale, perche le mie ceste non potevano passare le montagne a drittura, pigliammo il giro per certe Valli un poco largo, passando dalla parte di là, a Levante del Monte Sinai, e finalmente, vedendoci vicini al Monastero, la sera dell'Avemaria scendemmo a piedi, e così andammo per istrade strettissime frà monti alti, quel poco, che ci restava; finché a meza hora di notte giugnemmo, come Dio volse, al santo luogo..."

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