cultura barocca
Inf. Durante

Nella fotografia NAPOLEONE III DI FRANCIA di Francia (nome completo: Carlo Luigi Napoleone Bonaparte; Parigi, 20 aprile 1808 – Chislehurst, 9 gennaio 1873) fu Presidente della Repubblica francese dal 1848 al 1852 e Imperatore dei francesi dal 1852 al 1870.
Figlio di re Luigi Bonaparte e della regina Hortense de Beauharnais, entrambi regnanti del regno "fantoccio" d'Olanda controllato dalla Francia, fu quindi nipote in linea collaterale di Napoleone Bonaparte.
Suo fratello Napoleone Luigi, (1803 – 1831), affiliato alla carboneria, morì a Forlì combattendo contro le truppe austriaco-pontificie.
Si sposò con Eugenia de Montijo, una nobile spagnola di origine scozzese, dalla quale ebbe un figlio (Eugenio).
In seguito alla restaurazione si trasferì, in tenera età a Roma, dove trascorse la giovinezza e, divenne membro della carboneria.
Nel 1831 rischiò la vita a Bologna, durante i moti verificatisi colà, e divenne ufficialmente ricercato dalla polizia austriaca.
Dopo la morte del duca di Reichstadt, avvenuta il 22 luglio 1832, essendo già deceduto il fratello maggiore, Luigi-Napoleone si considerò l'unico erede della corona imperiale che era appartenuta allo zio.
Egli organizzò la sua rete di collaboratori in Francia e si preparò a prendere il potere.
Il suo piano ricalcava quello dello zio dopo la fuga dall'isola d'Elba: portare dalla sua le guarnigioni militari e marciare su Parigi sollevando le popolazioni al suo passaggio.
Il suo primo tentativo ebbe luogo a Strasburgo il 30 ottobre 1836, si risolse in un fiasco e venne arrestato.
Il padre Luigi Bonaparte e gli zii Luciano, Giuseppe e Girolamo condannarono il suo gesto.
La madre, Ortensia, scrisse al re Luigi Filippo per chiedergli di permettere a suo figlio di lasciare la Francia.
Il re convinse il proprio governo e, in deroga ad ogni procedimento legale, fece condurre Luigi-Napoleone a Lorient ove, munito di una somma adeguata di denaro, il 21 novembre 1836 fu fatto imbarcare sulla nave L'Andromeda diretta negli Stati Uniti, ove sbarcò il 30 marzo 1837.
Ma la sua permanenza oltre-oceano fu breve: tornò in Europa l'anno successivo e si stabilì in Svizzera.
Nel giugno 1838 uno dei congiurati di Strasburgo pubblicò un libro, indubbiamente finanziato da Luigi-Napoleone, che narrava gli avvenimenti di Strasburgo facendo una chiara apologia del bonapartismo.
Il libro fu sequestrato e l'autore condannato a 5 anni di carcere.
Il governo francese inviò una vibrante protesta a quello svizzero chiedendo l'espulsione del principe.
A questo scopo, sostenuto dall'Austria, minacciò il paese elvetico di un ricorso alle armi, per cui lo stesso Luigi-Napoleone lasciò la Svizzera spontaneamente recandosi in Inghilterra.
Con l'eredità della madre, deceduta l'anno successivo, Luigi-Napoleone poté continuare a finanziare i propri piani.
Approfittando del ritorno di fiamma del bonapartismo suscitato dalla spedizione organizzata dal governo Thiers per il recupero della salma di Napoleone I all'isola di Sant'Elena, sbarcò a Boulogne il 6 agosto 1840 con alcuni suoi fedeli, fra i quali uno degli accompagnatori dello zio nell’ultimo esilio, il generale Carlo Tristano di Montholon, cercando di ripetere il tentativo fatto a Strasburgo quattro anni prima.
Anche questa volta la sollevazione della guarnigione e delle popolazioni non ebbero luogo, il tentativo fallì miseramente e Luigi-Napoleone fu arrestato con i suoi complici ed incarcerato nella fortezza di Ham.
Il processo a suo carico si svolse nell'indifferenza generale di fronte alla Camera dei Pari dal 28 settembre al 6 ottobre e si concluse con la condanna al carcere a vita [1].
Rimase prigioniero per sei anni[2]dopo i quali riuscì ad evadere appropriandosi dei vestiti di un pittore che frequentava il carcere.
Stabilitosi nuovamente a Londra, rientrò in Francia dopo la rivoluzione del 1848.
Presentatosi per vincere le elezioni presidenziali del 2 dicembre di quell'anno con un programma che prevedeva un governo forte, il consolidamento sociale e la grandezza della nazione, venne eletto Presidente della Seconda Repubblica francese (20 dicembre 1848 - 2 dicembre 1852) alla quale mise fine assumendo poteri dittatoriali ed esattamente un anno dopo fu proclamato Imperatore (2 dicembre 1852 - 4 settembre 1870) con il nome di Napoleone III [3] e dando origine al Secondo Impero francese.
Fu detto dai critici Napoleon le petit (sarcastico titolo di un pamphlet scritto da Hugo contro di lui).
[4] Quello stesso anno iniziò ad inviare prigionieri politici e criminali comuni a colonie penali tristemente famose quali l'Isola del Diavolo (nella Guyana Francese) o, per i crimini più leggeri, nella Nuova Caledonia.
Il 28 aprile 1855 sopravvisse ad un tentativo di assassinio.
Anche Felice Orsini tentò, invano, di ucciderlo il 14 gennaio 1858, al grido di "Ricordati dell'Italia!".
Con ogni probabilità, questo secondo attentato fu motivato dall'accusa di aver tradito il giuramento carbonaro di dedicare la propria vita alla causa dell'unità d'Italia.
Nel luglio dello stesso anno, a seguito di un incontro svoltosi nella cittadina di Plombières, l'Imperatore si accordò con il Primo Ministro piemontese Camillo Benso Conte di Cavour: in caso di attacco dell'Impero Asburgico al Piemonte, la Francia sarebbe entrata in guerra a fianco di Vittorio Emanuele.
Il conflitto scoppiò nell'aprile del 1859 e terminò l'11 luglio, con l'armistizio di Villafranca, voluto dallo stesso Napoleone III.
Nel 1862, l'Imperatore, prendendo a pretesto delle requisizioni compiute dal liberale messicano Juarez, dichiarò guerra al Messico, sostenuto dalla Spagna e dall'Inghilterra.
La spedizione sembrò dapprima concludersi con successo, con l'ingresso dell'imperatore Massimiliano I del Messico nella capitale Città del Messico.
Questo portò all'instaurazione di un governo fortemente conservatore e così si riaccese la guerriglia con il liberali.
Il 5 febbraio 1867 le truppe francesi, dopo un tentativo di Napoleone III di ottenere l'abdicazione di Massimiliano I e di ristabilire una repubblica, abbandonarono il Messico.
Il 19 giugno, dopo che i ribelli ebbero preso la capitale, l'Imperatore del Messico fu giustiziato.
La Francia uscì indebolita dalla guerra in Italia, e rimase neutrale durante la guerra dei Ducati del 1866.
Sulla spinta del furore nazionalistico, il 19 luglio 1870, l'Imperatore dichiarò guerra alla Prussia, nonostante la scarsa preparazione militare, e l'inferiorità numerica rispetto agli avversari guidati dal generale Von Moltke.
Napoleone III si consegnò a Guglielmo I con il suo regno dopo la battaglia di Sedan (2 settembre 1870).
I prussiani sfruttarono questa resa e la intesero, fraintendendo volutamente, come la sola resa della persona dell'Imperatore, continuando così la guerra e non intavolando trattative di pace.
Napoleone III morì in esilio in Inghilterra il 9 gennaio 1873, a seguito di un tumore alla prostata che lo affliggeva già da prima della Guerra franco-prussiana.
È sepolto nella cripta imperiale nella Abbazia di San Michael a Farnborough nella contea dello Hampshire in Inghilterra.
Un importante evento durante il suo regno fu la ricostruzione di Parigi.
Parte del progetto fu guidato dall'idea di rendere più difficili eventuali future azioni rivoluzionarie: ampie zone della città vennero rase al suolo e le stradine medievali lasciarono il posto ai grandi boulevards, con l'intento di creare ampi spazi d'azione ai cannoni all'interno della città ed evitare le barricate che si erano verificate durante la Rivoluzione francese, durante la rivoluzione di Luglio del 1830 e durante i moti del 1848 che portarono alla fine della Monarchia di Luglio.
La ricostruzione della città fu affidata al Barone Haussmann (1809-1891) che fu prefetto del dipartimento della Senna (1853-1870) Napoleone III, inoltre, promosse la costruzione della rete ferroviaria francese, che contribuì notevolmente nello sviluppo dell'industria estrattiva del carbone e dell'acciaio, cambiando radicalmente l'industria francese che così entrò nell'epoca moderna del capitalismo su larga scala.
L'economia francese, la seconda al mondo a quei tempi dietro a quella britannica, crebbe notevolmente durante il suo regno.
Nomi come l'imprenditore rampante Eugene Schneider od il ricchissimo banchiere James de Rothschild sono simboli di quel periodo.
Le due più grandi banche francesi Société Générale e Crédit Lyonnais, ancora in attività, furono fondate in quei tempi.
Il mercato azionario francese si espanse prodigiosamente sull'onda della crescita di società di estrazione del carbone e fonderie dell'acciaio.
Anche se largamente dimenticato dalle ultime generazione repubblicane, che ricordano solo la natura non democratica del regime, il successo economico del Secondo Impero è ritenuto impressionante dagli storici.
L'imperatore stesso, che passò la sua gioventù nell'Inghilterra Vittoriana, fu molto influenzato dalle idee della rivoluzione industriale in Inghilterra e probabilmente fu il primo legislatore nella storia francese a curare particolarmente lo sviluppo economico della Nazione.
La sfida di Napoleone III alle rivendicazioni russe sull'influenza in Crimea nell'Impero Ottomano portarono la Francia alla partecipazione vittoriosa alla guerra di Crimea (marzo 1854 - marzo 1856).
Approvò la spedizione navale del 1858 che doveva punire il Vietnam e forzare la corte ad accettare la presenza della Francia nel Paese.
Nel maggio-luglio 1859 l'intervento di NAPOLEONE III in Italia, a fianco di VITTORIO EMANUELE II, concorse a sconfiggere le forze austriache (II guerra di Indipendendenza) e da questo scaturì l'unificazione d'Italia che portò alla Francia la Savoia e la regione di Nizza nel 1860.
Questa fu l'ultima acquisizione territoriale della Francia.
La Francia prese parte alla seconda guerra dell'oppio assieme alle truppe inglesi e nel 1860 le truppe inglesi entrarono a Pechino in Cina.
All'inizio degli anni sessanta gli obiettivi in politica estera dell'imperatore erano stati raggiunti: la Francia aveva avuto molti successi militari in Europa e fuori, la sconfitta di Waterloo era esorcizzata e si guardava nuovamente alla Francia come alla prima potenza militare in Europa.
Tuttavia l'intervento in Messico (gennaio 1862 - marzo 1867) terminò con una sconfitta e con l'esecuzione dell'imperatore filo-francese Massimiliano I del Messico (fratello di Francesco Giuseppe d'Austria).
Più importante fu la perdita di influenza a causa della schiacciante vittoria della Prussia nella guerra Austro Prussiana sull'Austria nel giugno - agosto 1866.
A causa del suo passato nella carboneria, Napoleone non fu capace di allearsi con l'Austria contro una vittoriosa Prussia.
Egli pagò il prezzo di questo nel 1870 quando, forzato dalla diplomazia del cancelliere tedesco Otto von Bismarck, Napoleone iniziò la guerra franco-prussiana.
Questa guerra si dimostrò disastrosa e portò alla nascita dell'Impero tedesco [testo da "Wikipedia - l'enciclopedia libera on line"]