cultura barocca
DA ARCHIVIO PRIVATO

In effetti locali pubblici come il termopolium individuato in Ventimiglia Romana non erano dei veri e propri "Lupanari" cioè dei "bordelli" o "casini" preposti specificatamente all'esercizio della prostituzione: si sarebbero semmai potuti definire "locali utili per incontri mercenari occasionali".
Per avere l'idea di un vero e proprio LUPANARE è necessario ricorrere alla città romana che, per la tragica eruzione vesuviana del I sec. d. C., meglio si è conservata cioè la campana POMPEI.
Gli scavi hanno qui permesso di di individuare veri e propri LUPANARI: naturalmente senza escludere che altri scavi, indubbiamente fortunati, possano riesunmare nell'agro intemelio le tracce almeno di una consimile struttura.
Quello che si vede così ben conservato nell'immagine era un grande edificio con due piani e tre entrate.
Dall’atrio al pianterreno si aprono cinque camere, con letti di pietra (su cui evidentemente si sistemavano coperte e "materassi" per la comodità di clienti e prostitute) oltre a delle piccole finestre che garantivano illuminazione ma adeguata intimità e riservatezza.
Una latrina, discretamente conservata e di qualità evoluta, garantiva il necessario per quell'igiene di cui nella romanità si teneva gran conto.
Essa era posta sotto delle scale di legno che portavano al piano superiore dove c’erano altre cinque stanze ed un balcone.
Gli affreschi alle pareti (purtroppo in parte danneggiate dagli eventi calamitosi oltre che dallo scorrere dei millenni) rappresentavano le diverse "prestazioni" che si potevano esigere, pagando però il diverso prezzo specificato per ognuna di esse.
Per un senso di riservatezza affatto ignoto nel mondo classico anche questo, come gli altri 24 bordelli individuati, era stato edificato ad un’intersezione tra due strade secondarie.