da collezione privata, ed. in "Albintimilium" Il Signor Stefano Testa, possidente, non fu un personaggio qualunque di Ventimiglia = Gabriele D'Annunzio ne La Canzone dei Dardanelli lo citò espressamente essendo stato ferito (era imbarcato sulla nave "Regina Elena") e in ospedale poi dal poeta visitato, a riguardo della Guerra Italo-Turca di Libia del 1911-'12, nel contesto di Merope dalle "Laudi del Cielo, del Mare, della Terra e degli Eroi" = a Stefano Testa pervenne quale omaggio dannunziano l'edizione non sappiamo se del 1912 o dl 1915 sorprendentemente essa risultando irreperibile benché a suo tempo, anni fa, vista e letta ["L'opera fu scritta da d'Annunzio nel 1912 per celebrare l'impresa italiana in Libia, tuttavia una delle dieci canzoni dell'opera: proprio La Canzone dei Dardanelli, fu giudicata di stampo razzista, e dunque censurata, a causa di una violenta invettiva rivolta contro l'Austria-Ungheria a quell'epoca parte come l'Italia della Triplice Alleanza, oltre che contro l'Impero ottomano. L'opera fu ripubblicata integralmente nel 1915, nel mezzo della Prima guerra mondiale (nelle note dell'edizione qui proposta si legge che la scelta di censuurare i versi che con l'Impero Ottomano attaccavano anche l'Impero Austriaco fu imposta da Giolitti, capo del Governo). Anche in questo periodo (1915) l'opera fu giudicata razzista" da Wikipedia, Enciclopedia libera on line =vedi comunque qui nella sua interezza La Canzone dei Dardanelli con l'apparato di note di questa edizione del 1943 e, a titolo di puro interesse culturale, il punto in cui D'Annunzio descrive la tragica fine dell'ultimo Imperatore di Bisanzio Costantino Paleologo lasciato solo da La vecchia Europa, avara e mentecatta con la relativa quanto utile nota integrativa ]

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