Informatizzazione a c. di B. Durante

I CARRI DELLA MUSICA NEL TRIONFO DELL'IMPERATORE MASSIMILIANO (1512): OPERA DI ALBERTO DURER (DA ARCHIVIO FOTOGRAFICO "MUSEO DELLA CANZONE DI VALLECROSIA"









L'ARS NOVA italiana e francese aveva portato nella musica del Trecento una tendenza alla melodiosità e all'ariosità.
Dal 1377 giunsero in Italia molti compositori francesi e fiamminghi dalla grande
TECNICA POLIFONICA stupefacente e spesso forniti di grande talento musicale.
Contestualmente gli autori italiani, abbastanza periti nel contrappunto, da una sana emulazione con questi nuovi arrivati si esercitarono si a conseguire vertici di abilità virtuosistica.
Da simili interazioni deriveranno poi risultati d'arte pregevole sin al punto che trionferà la grande polifonia cinquccentesca.
Nel XV secolo giunsero a grande perfezione la Villota e la Frottola.
La prima è una composizione polifonico-vocale in cui s'uniscono contrappunto, omoritmia e dialogo.
Con il termine Polifonia si definisce la musica a piu melodie sovrapposte: laonde siffatte melodie, pur procedendo in accordo reciproco, siano percepite distintamente è fondamentale che ognuna abbia autonoma personalità.
A tale risultato concorre, il Ritmo cioè la durata dei suoni di cui è composta.
Ogni melodia deve possedere un suo ritmo pur se in un certo senso è analoga alle altre per l'imitazione di talune frasi musicali. Se invece i canti sovrapposti hanno tutti lo stesso o simile ritmo in contemporaneitàspiccano allora il più alto fra essi e quindi il più basso cioè quello che suscita l'impressione di fungere da support a tutti quelli superiori: i canti intermedi sembrano invece secondari come se rappresentassero un complemento dei principali.
E' in dipendenza di tale fenomeno che si parla di omoritmia.
Per essa i suoni uditi contestualmente risultano interconnessi in un unicum, cioè quell'unità fonica definita quale accordo.
La Villota, caratterizzata da vivace spirito popolaresco, polifonia e omoritmia si succedono in scambi talora resi più sofisticati da parti a dialogo in cui il coro, mediamente diviso in due gruppi, si esprime a botta e risposta.
La Frottola, generalmente omoritmica, spicca per la melodia più alta, sì che le parti inferiori erano spesso cantate o affidate a strumenti: una specificità della Frottola risultava il ritornello di un brano della composizione.
In maniera paritetica Frottola e Villota, scritte a quattro parti, detengono la tipologia della Canzone a ballo.
Con esse nel patrimonio musicale di questa epoca si possono elencare poi le Magiolate (cioè fresche canzoni di argomento primaverile) ed i Canti carnascialeschi come dice il nome briosi e spesse audaci canti di carnevale, originari dell'ambiente toscano in cui dove risultavano eseguiti nel contesto di vivacissimi cortei di maschere.
Tra i compositori italiani del Quattrocento son da menzionare il patrizio veneziano Leonardo Giuniani (1388-1446), che produsse canzoni che da dette poi giustiniane, Serafino Aquilano (1466-1500), Michele Pesenti (attivo soprattutto nella seconda metà del quattrocento), Sebastiano Festa (che operò tra XV e XVI secolo), Ludo Fogliani (scomparso nel 1539), Maretto Cara ed ancora Bartolomeo Tromboncino che vissero e lavorarono fra Quattrocento e Cinquecento.