Scrive con la solita competenza Antonio Zencovich (pp.37 sgg.) :"Se le Disquisizioni di Martino Delrio...rappresentarono una delle opere di maggiore successo nell'armamentario inquisitoriale del tempo, sul fronte laico un ruolo di primo piano fu tenuto dalla MAGIA NATURALE di G. B. Porta o Della Porta (Napoli, 1540 ca - 1615). L'autore, ingegno precoce, cominciò a redigerla quando aveva quindici anni, o forse anche meno se, come egli stesso racconta, a quell'età l'aveva già data alle stampe; in seguito continuò a dedicarvisi, con ulteriori ampliamenti, quasi fino alla morte. Poi l' opera continuò a venire ristampata quanto meno fino al 1677, data dell'ultima delle tre edizioni presenti presso la biblioteca Aprosiana, a riprova di un enorme successo di pubblico, superiore forse a ogni altro lavoro del genere (nell'immagine si vede invece l'edizione del 1644 edita a Lione, per i tipi di Jerome de Vogel)
Nella prima stesura, in quattro libri, era presente un passo in cui venivano fornite due formule di unguenti impiegati nei rituali sacrileghi del SABBA: la prima a base di grasso di bambini, la seconda di sangue di pipistrello, con l'aggiunta, in entrambe, di essenze vegetali sonnifere e altre all'apparenza prive di effetti farmacologici.
Vi si descriveva inoltre la vicenda, di cui l'autore diceva di essere stato testimone, di un'anziana donna che, dopo averne fatto uso, aveva conosciuto l 'espe
rienza soggettiva di un "volo", da lei percepito come reale.
Il capitolo non sfuggì all'attenzione dei lettori del tempo ma, come spesso accade, l'interesse non fu di tipo benevolo. Il Porta dava la colpa di ciò alle calunnie di vilissimi huomini et invidiosi; ma in realtà le cose erano alquanto più complesse: egli, probabilmente senza rendersi ben conto dell' insidia rappresentata dal clima rigoristico venutosi a creare intorno all'apertura del Concilio di Trento, si era spinto, con giovanile entusiasmo e inesperienza, sul terreno minato di un dibattito scottante, avvelenato da polemiche dottrinali che esamineremo in seguito.
Rievocando le difficoltà incontrate in conseguenza della sua presa di posizione sul tema, l'autore si lamentava soprattutto delle maldicenze di un autore d'oltralpe, non nominato:
"Un certo Francese, in un certo libro di Negromanzia chiama me Mago, o Negromante, e giudica questo dal mio libro impresso primieramente quando era appunto di 15 anni, per haver insegnato a dimostrar le frodi del Demonio e delle streghe, che in quelle cose, che vengono per virtù naturali, ci inserissero le superstitioni, il quale secreto ho io trascritto da libri di Teologi lodatissimi del Malleus Maleficarum... Ma io havendo dimandato... che huamo fusse costui, mi risposero essere un Heretico, il quale nella festa di San Bartolomeo, nel qual giorno si dovevano uccidere tutti gli Heretici, si buttò per una finestra per non esser ucciso, e scampò dal periglio. . .".
Era senz'altro un'imputazione pericolosa, all'epoca, quella di essere un MAGO VENEFICO. Da essa il Porta si difendeva rifiuntando per sè un simile appellativo il qual nome hebbi in orrore et odio da che nacqui, attribuendosi degli intenti di edificazione religiosa che, in verità, non risultano evidenti nel brano...ispirato piuttosto dalla curiosità, magari giustificata, se non addirittura commendevole in quanto madre di scienza, come vuole il proverbio, ma del tutto invisa all'autorità religiosa.
Ad ogni buon conto l'autore tolse dalle successive edizioni della MAGIA NATURALE il passo incriminato, che non è quindi compreso in nessuno dei tre esemplari presenti all'Aprosiana"