Inf. a c. di B. Durante

È guardando agli innumerevoli aspetti della natura e della vita, come ai più diversi momenti della vicenda umana, che BALBO ha creato una inesauribile e ricchissima antologia, mosso da una mai quieta curiosità esplorativa e, più nel profondo, da una assoluta necessità di intendere le cose e la realtà intorno a se attraverso la pittura stessa. Per tutta la vita egli ha visto, ha osservato, ha raccontato o ha illustrato e, soprattutto, tutto ciò ha dipinto, respingendo suggestioni e modi che non lo riguardavano, lavorando con assiduità e convinzione. Balbo ha saputo dare l’esempio di un impegno dignitoso e severo ed ha fornito insieme una lezione della più alta fedeltà ". E' con queste sentite parole che il critico letterario ed esperto d'arte Massimo Cavalli, morto prematuratamente, ne "Il Maestro Balbo", da "La Voce Intemelia" del 23 gennaio 1978 celebrò efficacemente l'artista: e poco v'è da aggiungere alle sue parole.
Può invece risultare interessante, anche a beneficio dei tanti estimatori dell'arte di Balbo e della stessa Accademia pittorica bordigotta a lui intitolata, rammentare la sua passione per i viaggi, per viaggi condotti autonomamente, col nuovo mezzo dell'automobile, da solo o con amici: esperienze girovaghe da cui sono derivati quadri d'argomento esotico come questa PIANA DEL DAMAS (BASSOPIANO ORIENTALE, ERITREA, 1935, OLIO SU COMPENSATO) od il più tardo lavoro in olio su cartone (19449 intitolato PANNI STESI (KENIA): e proprio in omaggio a questo lato girovago ed avventuroso del pittore si è pensato di offrire qui una rara , inedita sequenza fotografica di un suo VIAGGIO IN TERRE STRANIERE DEL 1931














"ROMAN BILINSKI (di cui si propone qui uno splendido AUTORITRATTO in sanguigno del 1948) nasce a Leopoli il 15 luglio 1897.
I genitori di Roman, nobili polacchi, possedevano immense distese di terra.
Una serra, voluta dal padre di Roman, affiancava la loro casa; tra queste piante e fiori l'artista riesce ad approfondire il contatto e la conoscenza con la natura che si rivelerà fondamentale per le sue opere.
Il giovane artista frequenta istituti d'arte a Leopoli, a Cracovia, in seguito a Kiew; prende ad approfondire gli studi sulla pittura e sulla scultura, vince un concorso per un monumento funebre. Nel 1914 Leopoli viene colpita dalla guerra tra Russia e Austria.
Roman Bilinski, allo scoppio della rivoluzione russa, studia all'Istituto d'arte a Kiew.
In questa fase realizza tutta una serie di affreschi e di disegni per la cattedrale di Santa Sofia.
È di questo periodo la visita dei principali esponenti della rivoluzione russa all'Istituto d'arte frequentato da Bilinski, il quale, nell'occasione, ritrae Trotzky.
La rivoluzione tocca anche Leopoli.
Il padre di Roman viene ucciso da un contadino.
A causa di tale sconvolgimento politico la famiglia Bilinski si disperde.
L 'artista torna a Kiew e sposa nel 1920 una compagna di studi, Nina Antonomovna, ma la guerra ha turbato così profondamente il suo Paese, che decide di raggiungere Costantinopoli con la sua compagna.
Nella vecchia capitale dell'Impero musulmano, Bilinski insegna pittura nel collegio franco-americano Roberts; viaggia in Turchia, studia i costumi ed il mondo musulmano.
Qui si afferma come artista, diventando punto di riferimento per gli uomini di cultura.
Viene incaricato da Kemal Pascià Ataturk di organizzare i musei di Arte musulmana; viaggia per la Turchia ed il contatto con questo mondo, ancora così lontano da quello europeo, gli permetterà di lasciarci un gran numero di opere ispirate sia alla natura sia al mondo contadino.
Durante questa parentesi turca, i rapporti con la moglie si raffreddano e la loro unione si concluderà con il divorzio; Roman, in seguito, sposerà la pittrice Claire Duriez.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale sorprende i due artisti in Jugoslavia, dove Bilinski era impegnato ad affrescare la residenza estiva di Re Pietro; vengono arrestati dalle SS e rischiano la deportazione ma sono salvati, essendo nipote del defunto governatore Leo Bilinski, l'artista e la moglie finiscono con gli alleati a Trieste.
Giunge così in Italia, con il grado di capitano della Croce Rossa polacca, al seguito dell'armata Anders sull' Adriatico.
In questo periodo termina l'amore per la seconda moglie, Claire Duriez.
Finita la guerra, si stabilisce temporaneamente a Camogli e sposa Marcella Conte.
Acuto interprete della natura, si adopra nel trasformare il giardino della sua villa a Bordighera, dove si è definitivamente stabilito, in una selva esotica.
Mai nessuno si rese conto della ricerca culturale di Roman nella predisposizione di quella macchia; Bilinski, infatti, vedeva la natura come una continua lotta per la sopravvivenza.
L' artista non si lascia influenzare, nell' arco della sua vita, da nessuna corrente artistica, le oscillazioni del gusto non lo turbano, e tanto meno sente di poter essere condizionato da mode.
La sua pittura si concentra sui ritratti e sui paesaggi, esprimendo così il suo amore ed il suo stato emotivo di fronte all'uomo ed al mondo.
Roman Bilinski muore il 26 marzo 1981, stroncato da un infarto.



Da ROMAN BILINSKI a cura di M. Carta e A. Jacob