, volume in cui tracciava la biografia di alcune consorti di imperatori romani, attingendo a storici quali, prescindendo dall'ordine cronologico, Tito Livio, Tacito, Plutarco, Svetonio, Valerio Massimo, Velleio Patercolo e Cassio Dione ma anche a opere letterarie come le odi oraziane e testi di Ovidio, Cicerone, Seneca, Eutropio, Prudenzio e altri ancora.
L'importanza dell'opera consiste nella sua novità: il libro può considerarsi uno dei primi esempi di "storia di donne illustri". A partire da testi in cui vengono citate come figure secondarie, de Serviez compone un mosaico in cui le figure femminili assurgono a personaggi determinanti nelle scelte politiche dei mariti. Il pregio dell'opera deriva dalla varietà di fonti usate e da una valutazione equilibrata e non vincolata da pregiudizi, per cui se di alcune mogli si tessono le lodi, altre vengono condannate, assumendo anche per questo rispetto un ruolo paragonabile a quello che era sempre stato attribuito agli uomini.
Due anni più tardi licenziò l'opera accresciuta, in due volumi, riscuotendo un ampio successo di pubblico e convincendosi ad approntare una terza edizione che uscì postuma nel 1728. Secondo quanto emerso dalla corrispondenza del de Serviez, il progetto era ancora a livello di abbozzo: l'autore voleva coprire un lasso temporale che giungesse fino alla caduta di Costantinopoli del 1453. In ogni caso, il libro fu ristampato molte volte nel diciottesimo secolo, ricevendo gli elogi di Lenglet Duprensoy, un critico severo e raramente prodigo di complimenti.
Nel 1724 pubblicò il romanzo Le caprice, ou les effets de la fortune (Il capriccio, o gli effetti della fortuna), e nel 1728 (era morto l'anno prima) uscì anche Les hommes illustres du Languedoc (Gli uomini illustri della Linguadoca). L'Histoire du père Crillon, invece, è rimasta inedita. L'Histoire secrète des fammes galantes de l'antiquité (Storia segreta delle donne galanti dell'antichità), pubblicata in sei volumi tra il 1726 e il 1832 fu lungamente attribuita al Nostro, ma è in realtà un apocrifo, come è stato appurato dalla testimonianza del nipote Emmanuel, cui dobbiamo una notizia bio-bibliografica che ha rivelato i pochi fatti noti sulla vita del de Serviez.
Sposato con Thérèse D'Estoriac, ebbe quattro figli maschi, di cui due scomparsi prematuramente.
Fu insignito dei titoli di Cavaliere di San Lazzaro e dell'Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo.
In Italia, l'opera definitiva del De Serviez fu tradotta a Bologna da un ignoto che si firmò A. C. che intitolò l'opera =
Le mogli dei dodici Cesari del signor De Serviez. Ultima traduzione italiana sulla seconda edizione di Parigi di A.C. Tomo primo [-secondo], Bologna : dalla tipografia Nobili, 1820-18211."
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