inf. a cura di B. Durante

IL "PASSAGGIO DELL'IMPERATORE CARLO V E DEL SUO ESERCITO DA VENTIMIGLIA": VEDI QUI UNA LETTERA DEI PROTETTORI DI S. GIORGIO IN CUI SI CITA QUESTO MOVIMENTO DELLE TRUPPE IMPERIALI.
SECONDO LA VERSIONE RIPORTATA DA G. ROSSI NELLA SUA OTTOCENTESCA "STORIA DELLA CITTA' DI VENTIMIGLIA" IL SOVRANO SPAGNOLO, NON LONTANO DA PORTA CANARDA, ROTOLANDO SIN AI SUOI PIEDI DELLE PIETRE PER UNO SMOTTAMENTO DEL TERRENO AFFERMO' RIVOLTO AGLI ASTANTI CHE PERSINO I SASSI SI INCHINAVANO DI FRONTE ALLA SUA POTENZA





Durante il conflitto per il PREDOMINIO EUROPEO combattuto tra CARLO V e FRANCESCO I (in pratica tra SPAGNA ED IMPERO da un lato, REGNO DI FRANCIA dall'altro) è certo come chiosa Nilo Calvini (p.43) che :"...l'esercito imperiale, certo con reparti spagnoli, transitò sul nostro litorale più volte dal 1524 al 1528, specialmente ad opera del duca di Borbone, prima diretto contro Marsiglia, poi, respinto, di ritorno lungo il litorale...".
Lo stesso Calvini, nel medesimo luogo, rileva ed in qualche modo stigmatizza la genericità degli annalisti genovesi su questi spostamenti (genericità che ha finito per coprire d'ombre il periodo storico per quanto riguarda la parte occidentale della Liguria, sì che alcune certezze date per indiscutibile -come quella del SACCO DI VENTIMIGLIA perpetrato dallo stesso Borbone- non senza motivazioni sono attualmente rimesse in discussione da alcuni studiosi).
Per questa ragione il Calvini recupera una vicenda storica riguardante TAGGIA, notizia registrata sotto il giorno 30 novembre dell'anno 1526 dalla CRONACA DI PADRE CALVI.
Nella CRONACA infatti si legge:
"...Il 30 novembre di quell'anno (1526) avvenne una BATTAGLIA fra un gruppo di SOLDATI SPAGNUOLI e i TABIESI. Si stava combattendo in tutta Italia una feroce guerra tra l'imperatore Carlo V e il re di Francia Francesco I. Gruppi di soldati sbandati depredavano a loro piacimento le località indifese. Mandarono adure che volevano questa città (appunto TAGGIA) a loro disposizione. I TABIESI risposero che erano disposti ad offrire denaro e vitto mentre transitavano presso il mare, ma non li volevano in città. Gli SPAGNUOLI sdegnosamente rifiutarono. Avvertiti di ciò, i nostri, confidando in Dio e nella giustiza, preferirono difendersi combattendo: ne uccisero alcune centinaia, ne presero quasi cento prigionieri, misero in fuga gli altri. I nostri però si comportarono umanamente verso quei prigionieri: curate le loro ferite non solo li lasciarono liberi, ma anche diedero a ciascuno un ducato d'oro per il viaggio. Alcuni di essi si stabilirono nella zona di SACCARELLO, dove presero moglie e divennero abitanti di quella località e narrarono al reverendo padre maestro Cornelio Oddo di essere FIGLI DEGLI SPAGNUOLI liberati dai nostri, raccontando come era finito quel fatto...".
Così traduce il Calvini dal latino della CRONACA e dimostra di non sottovalutare l'evento, proponendo ulteriori ricerche: magari i numeri registrati hanno subito un'enfatizzazione per effetto della tradizione locale ma la sostanza del fatto non è da sottovalutare tenendo pure conto che, sono ancora parole del Calvini sopra citato:"L'unica antica testimonianza a favore del racconto del Calvi era un affresco, oggi purtroppo distrutto, dipinto in onore di S. Andrea la cui festa ricorre appunto il 30 novembre, cui fu attribuito l'aiuto necessario alla vittoria..., (Raimondo Martini, Guida di Taggia, Sanremo, 1906, p.22).