Dai documenti superstiti la località (oggi centro del dipartimento francese delle Alpi Marittime) è citata in vari modi passando attraverso i secoli, troviamo così gli esiti Lantusca o Lantosce (1141), Lantuscia (1157), Lantusce (1245), Lantosca dal XVI secolo. Secondo vari autori di toponomastica i vari esiti del nome di luogo rimanderebbero sempre alla radice linguistica celtica "Lan", nel senso di area consacrata ad un villaggio, fusa con il suffisso linguistico ligure usca, evolutosi nelle forme oscq, ascq, che negli esiti originari Osc oppure Asc rimanda all'idea di altura, sito eretto su un poggio elevato. Il villaggio in effetti corrisponde a questa tipologia ricavata dall'indagine semantica: sorge in vero su uno sperone roccioso che sbarra la valle de la Vésubie, dominandola quasi da un' altitudine di circa 500 metri. Il borgo che è oggi abitato da circa 1019 persone ha risentito, come altre località dell'entroterra, di un calo demografico parte dovuto all'emigrazione verso le zone costiere marine parte per un diminuito tasso di natalità: per esempio nel 1848 vi risiedevano ben 2573 abitantoi. Sono quattro i nuclei storici del paese Saint-Colomban, Loda, Camari e Pélasque groupent. A Saint-Colomban (Sanctus Colombanus) si attribuisce una genesi molto antica, nel VII secolo. Dopo le invasioni saracene e quindi la sconfitta di questi conquistatori arabi dal X secolo in poi queste giunsero sotto la signoria feudale dei conti di Provenza. Lantosque dal XIII siècle fu caratterizzata dalla fioritura di due "confraternite di Penitenti" che sopravvissero sino al XX secolo: quelle dei "Penitenti neri" e dei "Penitenti bianchi". Lantosque si eresse in governo autonomo per concessione dei conti di Provenza: per amministrarsi gli abitanti elessero un proprio capo della comunità ("le Baylo"), coadiuvato da Sindaci e Consiglieri, Arbitri, Annati, ed altri pubblici funzionari. I magnati, cioè il gruppo dominante, formavano il Consiglio minore incaricato di scegliere gli uomini da deputare ad operare coi duchi di Savoia in caso di pubbliche ragioni. La base dell'economia locale fu per secoli il commercio del sale verso il Piemonte. Il 20 aprile 1556 però queste terre furono sconvolte da un grave terremoto che distrusse completamente la frazione di Loda e varie abitazioni a Lantosque. Il 20 luglio 1564 un nuovo grave sisma arreccò danni ancora più gravi e rase al suolo la chiesa parrocchiale: per risollevare la popolazione, in miserrime condizioni, il duca sabaudo Emanuele Filiberto deliberò di esentare le genti dal pagamento delle imposte per un tempo determinato. Nel 1621 i "Penitenti bianchi" eressero un ospedale per la pubblica assistenza. Nel 1630 si manifestò per queste contrade una grave epidemia di peste che risparmiò tuttavia la Liguria occidentale soggetta alla Repubblica di Genova. Nel 1668 fu quindi consacrata la chiesa SAINT-SULPICE (vedi sopra nell'immagine di G. Pamciroli) che nei secoli fu molto rimaneggiata e della quale solo l'altare maggiore ostenta oggi appieno l'originale stile barocco dell'edificio intiero. Nel 1698 ancora i confratelli dei Penitenti bianchi si adoperarono per la realizzazione di un "monte granatico" (una sorta di monte di pietà a vantaggio degli agricoltori) istituito in un edificio di Saint-Colomban. Nel 1705 il borgo divenne quartiere delle truppe di Luigi XIV di Francia: altre dannose occupazioni si ripeteranno quindi per il periodo dal 1707 al 1713. Questi territori furono poi inevitabilmente sconvolti dagli eventi della guerra di successione al trono imperiale d'Austria che contrappose, particolarmente a Ventimiglia, migliaia di soldati delle due armate contrapposte, quella franco-spagnola e quella austro-piemontese (in particolare le forze nemiche franco-spagnole occuparono queste valli di Lantosque per il periodo 1744/1747).