GRATIOLA OFFICINALIS (Nome italiano: "Graziella")
Sistematica:
Regno: Vegetale
Divisione: Spermatofite
Sottodivisione: Angiosperme
Classe: Dicotiledoni
Ordine: Lamiales
Famiglia: Scrophulariaceae
Classificazione A.P.G.: Core Tricolpates (core eudicots) Euasterids I Lamiales Scrophulariaceae Genere: Gratiola Specie: officinalis Autore: L.
Caratteristiche: Pianta perenne.
Altezza: fino a cm. 40.
Fiori ermafroditi.
Calice gamosepalo.
Corolla gamopetala.
Presente nelle seguenti regioni: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Sardegna
Frequenza: Pianta comune
Cresce alle seguenti altitudini (min-max): m. 0-800
Habitat: Luoghi a mezz'ombra; boschi.
Periodo di fioritura: GIU-AGO
Area di origine: Zone circumboreali.
Proprietà medicinali: Pianta omeopatica; vermifuga; purgante; diuretica; cardiotonica
L' ANTIMONIO è un mineralesemimetallico di simbolo Sb e numero atomico 51, appartenente al gruppo VB (o 15) della tavola periodica; ha colore bianco-bluastro ed è estremamente fragile.
Esiste in diverse forme allotropiche, la più comune delle quali è quella metallica.
L'elemento ha peso atomico 121,75; fonde a 630 °C, bolle a 1380 °C e ha densità relativa 6,7. Talvolta si trova allo stato puro, ma più spesso combinato con argento, arsenico o bismuto. Cristallizza nel sistema esagonale, in cristalli piuttosto rari di durezza 3. La fonte principale di antimonio grezzo è l'antimonite, detta anche stibina, un solfuro estratto in Cina, Francia, Italia, Giappone, Messico e in piccole quantità negli Stati Uniti; notevoli quantità di antimonio si ottengono come prodotto secondario nella lavorazione di minerali grezzi di rame e piombo.
Come l'acqua, gode dell'eccezionale proprietà di espandersi quando solidifica per raffreddamento, e per questo motivo viene impiegato per riempire le fessure degli stampi e produrre ghise con contorni perfettamente rifiniti. È inoltre usato, in lega con il piombo, nella fabbricazione di caratteri da stampa.
In ambito greco e romano l' ANTIMONIO metallico era pressoché ignorato (vedine qui alcune IMMAGINI): si usava eminentemente la stibina o solfuro d'antimonio in campo estetico per il trucco degli occhi ma pure in ambito farmaceutico dato che i medici antichi si avvalevano di questo minerale, opportunamente trattato, quale astringente per curaredisturbi degli occhi, far cicatrizzare le ferite e ridurre le ustioni.
Nell'Europa medievale il termine ANTIMONIO venne introdotto da Costantino l'Africano attraverso i suoi scritti (1109): l'etimo sembrerebbe esser derivato dal termine arabo itlamud o athmond che nel contesto del linguaggio alchemico si evolse in ALCIMOD acquisendo parimenti il termine latino ANTIMONIUM.
L'ANTIMONIO diventò oggetto di studi e scritti di numerosi pensatori di matrice alchemica, spesso legati al magistero di PARACELSO e della scuola IATROCHIMICA come per esempio il BOVIO: gli appartenenti a questa tradizione medica elessero infatti un composto dell'ANTIMONIO e precisamente il TARTARO EMETICO [tartrato di potassio e antimonile che si prepara da tartrato acido di potassio (cremor tartaro) e triossido di antimonio] a rimedio contro molte malattie: ed ancora nel XVII secolo era usato come EMETICO DRASTICO idoneo cioè a provocare VOMITO IMMEDIATO.
L'alchimista tedesco Basil Valentine (in relatà il monaco benedettino Johann Tholde che si avvaleva di quello pseudonimo) pubblicò nel 1604 il CURRUS TRIUMPHALIS ANTIMONII una vera e propria enciclopedia dei tanti usi medeicamentosi da lui attribuiti all'ANTIMONIO.
intorno al 1450.
A titolo esemplificativo si possono citare:
Il SOLFURO DI ANTIMONIO, più o meno impuro di ossido, costituiva quindi il KERMES, oggi nome pressoché dimenticato, (kermes minerale, kermes d'antimonio, polvere dei certosini, stibium sulfatum rubrum) che ebbe enorme importanza nella medicina del '600 e del '700.
Il BURRO DI ANTIMONIO (tricloruro di antimonio) usato nella medicina come AGENTE CAUSTICO [dal latino causticu(m), a sua volta dal dal greco kaustikcos, derivato di kaio "io brucio"]: con tale termine ci si riferiva ad una sostanza in grado di corrodere o cauterizzare i tessuti organici.
Ma la tossicità dell'ANTIMONIO, assunto senza alcun controllo e per via d'abusi terapeutici, non mancò di suscitare reazioni avverse sia da parte dei medici galenici che delle stesse autorità: per esempio il Parlamento di Parigi fu costretto, dato il numero crescente di avvelenamenti da ANTIMONIO, a proibirne l'uso in terapia medica.
Il CASTOREO (detto anche CASTORIO,CASTORO) era un medicinale (di cui si valse anche il medico empirico veronese del XVI secolo BOVIO) apprezzato pure dal Mattioli: oggi disusato era costituito da un liquido untuoso, dall'odore penetrante e decisamente sgradevole, prodotto dalla secrezione di certe ghiandole che si trovano in prossimità degli organi genitali del CASTORO.
Al medicamento era attribuita una rilevante fama quale PRODOTTO ANTISPASTICO ED ANTINFIAMMATORIO: e ciò non era privo di motivazioni scientifiche -per quanto all'epoca empiricamente apprese- visto che tra i componenti attivi di tale liquido si trovano un olio etereo, acido salicilico, acido benzoico, colesterolo e un derivato colesterolico detto castorina (attualmente si impiega la sostanza come fissativo nell'industria profumiera).