Informatizzazione di B. E. Durante
In merito a questo Denario d'epoca repubblicana (curatore C. Naevius Balbus 78-77 a. C.: DRITTO = testa diademata di Venere a destra, dietro S. C.) = sul ROVESCIO qui proposto si vede una Vittoria in Triga ed in ex. leggesi C. NAE. BALB. con in alto il numero CLVIII (i numeri che si riscontrano sul Rovescio vanno da I a CCXX)= su altri esemplari di cui curatrice in epoca repubblicana fu la stessa famiglia compare sempre la Triga che il "Catalogo De Luca del 1982" p. 97 definisce "Carro da guerra che i Romani appresero dai Greci". Al contrario sotto la voce TRIGA in
"Enciclopedia Italiana Treccani" (1937) Goffredo Bendinelli annota "Triga
attacco a tre cavalli, sporadicamente in uso nel mondo antico. Le fonti letterarie non rilevano alcuna differenza tra biga, triga e quadriga, dal punto di vista del tipo e della forma del carro. Così anche per l'attacco occorre rifarsi a quanto si conosce per la biga. Come è attestato da un episodio dell'Iliade (XVI, 145 segg.: ), il terzo cavallo non era altro che di riserva, e attaccato al carro fuori del giogo, per essere pronto a venire aggiogato in sostituzione di uno dei cavalli della coppia. In tutta la letteratura relativa alle corse dei carri in Grecia non si trova menzione della Triga; la quale riappare qua e là nel mondo etrusco-romano. Ma né le testimonianze figurate, assai modeste, né gli autori (Dionigi d'Alic., VII, 3; Esichio, Lexikon), né qualche rara testimonianza epigrafica, riescono a dissipare il dubbio che anche in Italia l'attacco a tre fosse puramente occasionale, imposto da ragioni di sicurezza.