ABBAZIA DI SACRA SAN MICHELE (riproduzione da repertorio culturale):
Sul finire del X secolo la vetta del monte sta per avere un suo nome: vi giungono i monaci. Primo fra essi un discepolo di San Romualdo, San Giovanni Vincenzo, che iniziò quassù la vita eremitica camaldolese, per tornare poi ancora a Celle sul monte di fronte, il Caprasio, dove morì nell' anno 1000.
Intanto sul Pirchiriano si stabilivano monaci benedettini: la cronaca del monastero, dopo aver descritto la leggendaria edificazione e consacrazione d' una prima chiesetta per opera angelica - dando il nome di Sacra (la consacrata) esteso poi alla successive costruzioni - narra del penitente conte Ugo di Montboissier che vi fabbrica un monastero e lo affida a cinque benedettini. Siamo negli anni 983-87 quando comincia la
storia di questa abbazia benedettina, che continuerà fino al 1622. La governarono 27 Abati monaci, cui successero malauguratamente 26 Commendatari.
Dalla fondazione a metà 1200 l' abbazia visse il suo periodo migliore; seguì mezzo secolo di decadenza; dal 1300 al 1360 la vita si rinnova sotto il prudente governo degli abati Guglielmo III di Savoia, Rodolfo di Mombello, Ugone di Marbosco. A seguito dei gravissimi disordini dell' abate Pietro di Fongeret, il Conte Verde Amedeo VI ottenne da Papa Urbano VI l' istituzione della Commenda. Dal 1381 al 1622 i monaci furono governati da Priori, mentre gli abati commendatari, sempre lontani dal monastero, ne godevano le rendite. Uno di essi, il Cardinale Maurizio di Savoia, nel 1622 convinse Papa Gregorio XV a sopprimere il monastero, abitato ormai soltanto da tre monaci uno dei quali cieco!
La gestione passa alla Collegiata dei Canonici di Giaveno appositamente creata.
Straordinariamente numerosi ed estesi in Francia e Spagna, nella Savoia e in Piemonte, in Lombardia e nelle Puglie, con dominio feudale sulla Bassa Val di Susa e Valsangone.
Ancora nel 1697 la Sacra possedeva 176 territori con diritti spirituali, amministrativi, civili e penali.
Il Vescovo di Torino Cuniberto nel 1076 scaccia dal monastero il santo abate Benedetto II ed i suoi monaci; ci furono devastazioni per un grave incendio sotto l' abate Rodolfo di Mombello (1325-1359); bande inglesi dell' avventuriero Guglielmo Bosons, al soldo Filippo d' Acaia, saccheggiarono il luogo; le guerre tra Francia e Spagna fecero del monastero un baluardo disputato, che nel 1629 fu in parte distrutto dai francesi di Richelieu; così fecero le truppe del Catinat nel 1693 e ancora i francesi nel 1706, che ridussero il monastero nuovo alle rovine che vediamo; le costruzioni adiacenti la "porta di ferro" formavano, fin dal secolo XII, uno sbarramento difensivo, vigilato a turno dagli uomini del feudo abbaziale