ARCHIVIO APROSIANA

A. Canepa (Illustrazione di antichi documenti relativi al castello di San Romolo in "Bollettino della Regia Deputazione di Storia Patri", Sezione Ingauna e Intemelia, II, 1, 1938, pp.41-42 e 48-50) cita una serie di atti concerneti la storia originaria del POGGIO. Tra le ragioni di una serie di documenti risiederebbe un contenzioso sviluppatosi fra la gente di SAN ROMOLO e quella di CERIANA in merito al controllo del MONTE DELLA VALLE, vale a dire l'area di crinale che procedendo dal MONTE BIGNONE raggiunge la linea marina nella zona di CAPO VERDE.
L'arbitro della diatriba, l'arcivescovo di Genova Siro II, avrebbe provveduto, tra il 1143 ed il 1154, a scindere l'agro in tre zone, trattenendo per sè la migliore (o TERZIERE INFERIORE che comprendeva San Romolo ed altri territori viciniori), concedendo la PARTE DI MEZZO (per lo più a coltivi vari) alla comunità di Ceriana ed infine assegnando TERZIERE DI SOPRA (caratterizzato da pascoli) alla gente di San Romolo.
Un successivo atto (2 agosto 1154) faceva sì che gli abitanti di SAN ROMOLO ottenessero anche la PARTE INFERIORE dall'aricivescovo legandosi ad un CONTRATTO DI ENFITEUSI PERPETUA in un funzione del quale essi si obbligavano a colere et meliorare il territorio che procedeva dall'elece verso Bussana e verso mare.
Le prime abitazioni, in quest'area "da migliorare e popolare" (come sosteneva l'atto) si svilupparono soprattutto nella sella sita fra il lato meridionale del MONTE COLMA ed il MONTE CALVO.
Gradualmente si venne quindi a formare la VILLA PODII SANCTI ROMULI i cui residenti, proprio in forza degli accordi presi, dovettero versare alla CURIA GENOVESE la quattordicesima porzione dei raccolti di granaglie, orzo, fave oltre ad un ottavo del vino prodotto.
Gli studiosi del POGGIO ritengono che tale sito abbia risentito di una duplice fase di sviluppo e che l'ultima e definitiva sia da colegare alla fine del XV secolo: probabilmente da connettere con lo sviluppo della COLTURA DEGLI OLIVI ed in qualche modo simboleggiata dall'ampliamento della CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA MARGHERITA a partire dal 1488.
Verso il 1511, sotto il rpofilo demografico, il POGGIO DI SANREMO contava per 112 FUOCHI grossomo 400-500 ABITANTI che, verso il 1664, raggiunsero le 726 unità (i FUOCHI ascesero al numero di 194) finchè nel '700 risultarono censiti 900 ABITANTI.
Il progresso demografico fu versimilmente connesso alla discreta fruibilità agricola della zona: in essa si segnalarono le colture di OLIVI, VITI, FICHI, MANDORLE, PLAME, LIMONI ed ORTAGGI che andavano a caratterizzare un'ECONOMIA PREVALENTEMENTE DI AUTOCONSUMO pur se sopravvivono tracce documentarie di COMMERCIALIZZAZIONE DI OLIO, AGRUMI, PALME E VINO.
L'INCREMENTO DEMOGRAFICO determinò nel XVI secolo la realizzazione di un nucleo insediativo nella PARTE BASSA DELLA SELLA, in prossimità del tragitto che collegava la località con SANREMO.
Qui si siluppò una CONTRADA che oggi risulta architettonicamente fusa con il BORGO ANTICO: in proposito sopra il COLLE DELLE BANCHETTE sono tuttora visibili i reperti di una TORRE , detta DEI MORAGLIA, che sarebbe stata edificata verso il 1562 in funzione ANTIBARBARESCA.
I PIRATI TURCHESCHI giunsero nell'AREA DI SAN MARTINO verso il 1561 ma furono respinti dal fuoco della BOMBARDA del CASTELLO DI SANREMO.
La CHIESA PARROCCHIALE DEL POGGIO DI SANREMO e che è intitolata a SANTA MARGHERITA (la cui mole è in posizione centrale rispetto a tutto il complesso demico) venne ampliata nel 1488 ma l'edificio originario risultava già separato, per le competenze ecclesiastiche e fiscali, dal 1452 rispetto alla CHIESA MADRE DI SAN SIRO: gli estremi di questa separazione si posso leggere tuttora scorrendo il MANOSCRITTO BOREA sotto la CRONACA DELL'ANNO 1452 ove si legge che la CHIESA DEL POGGIO ottenne che le venissero assegnate "Tutte la decime di coloro che prendono li Sacramenti nella nuova Chiesa coll'onere a Consoli della Villa di pagare in ricognizione alla CHIESA MATRICE (cioè a San Siro) l'annuo censo di fiorini 7 in perpetuo".
La CHIESA DEL POGGIO fruì di significative ristrutturazioni verso il 1590 e vide la realizzazione del nuovo coro nel periodo tra il 1639 ed il 1645: in conseguenza di siffatta realizzazione che comportò l'allungamento della fabbrica si rese inevitabile ricoprire con archivolti la strada retrostante. Il TERREMOTO IN LIGURIA OCCIDENTALE DEL 1887 avrebbe quindi causato il CROLLO DEL TETTO DELLA CHIESA: che, in virtù dei lavori di ripristino, fu realizzata nelle forme tardo barocche che attualmente la caratterizzano.