PAOLO MANTEGAZZA
(Monza, 1831 - San Terenzo di Lerici [La Spezia], 1910)
si laureò in Medicina e fu patologo, antropologo, igienista, enciclopedista e politico. Straordinariamente avido di conoscenza e assolutamente ispirato ai dettami del positivismo, più estesamente, maturò la convinzione che per il suon il popolo dovesse usufruire delle recenti scoperte scientifiche. Ciò lo rese attivo per quasi tutta la vita come autore di numerosi volumi a carattere divulgativo e letterario, oltreché di libri di viaggi.
Nel contesto della divulgazione fu un antesignano di temi abbastanza nuovi connessi alla Fisiologia ed alla riscoperta dell'essenzialità dell' l'Igiene. In particolare redasse e editò opere innovative collegate alla proposizione di salutari NORME IGIENICHE (che dimensionò praticamente nell'organizzato sistema delle STRUTTURE POLIVALENTI PER I BAGNI MARINI organizzate secondo il recupero dell'ancestrale idea nordica del KURSAAL (o SALA DELLE CURE) finalizzate al basilare assioma del vivere sano in tutti gli aspetti della vita domestica e lavorativa: anche per il fatto che, pionieristicamente, affrontò il tema dell'educazione sessuale e del controllo delle nascite, vide condannare dalla Chiesa romana molte delle sue pubblicazioni che vennero ascritte al pur sempre meno ascoltato Index Librorum prohibitorum.
Dopo la Laurea intraprese un lungo viaggio in Europa e nel Sudamerica. Nel 1858 rientrò con la famiglia in patria e nel 1860 fu nominato Professore di Patologia all'Università di Pavia, dove si era laureato e dove fondò, primo in Europa, un laboratorio di patologia sperimentale. Dal 1870 occupò la prima cattedra italiana di Antropologia a Firenze: qui creò fondò la Società Italiana di
Antropologia e un Museo antropologico-etnografico.
Nel 1865 venne eletto Deputato al novello Parlamento e nel 1876 Senatore. Anche come politico si impegnò in campo igienico-sanitario e oltre a far parte del Consiglio Superiore di Sanità collaborò a varie Accademie e Istituti Scientifici in Italia e all'Estero.
Morì il 28 Agosto 1910, all'età di 79 anni, a San Terenzo di Lerici (La Spezia).
PAOLO MANTEGAZZA collegò il suo nome ad una peculiare evoluzione dell'idroterapia e specificatamente della talassoterapia.
Mantegazza, già convinto dell'utilità di tali forme curative e sulla base di una autorevolezza sancita da pubblicazioni ora discusse quanto all'epoca reputatissime, presa dimora sulla costa adriatica a Rimini aveva assunto la carica di Direttore Sanitario dei Bagni e in maniera contestuale di consulente nell'edificazione dello stabilimento che il Municipio aveva iniziato nel 1869 e terminato nel 1873.
Il riminese " Tempio di Igea" era stato eretto alla fine secondo le sue idee sì da diventare un luogo in cui la salute del corpo si riottenesse contemporaneamente a quella dell'animo.
. Un tempio per ridonare la salute allo spirito ed al corpo.
Paolo Mantegazza aveva riassunto nei propri scritti il suo pensiero, da alcuni eretto a vera filosofia, ad una sorta di epicureismo essenzialmente edonistico: sarebbe più opportuno dire che egli andò recuperando vecchie postulazioni mediche di ascendenza classica, seguite dall'Islam ma rigettate come peccaminose dell'Europa medievale e cristiana.
Al riguardo dell'idroterapia egli non casualmente scrisse:"…la ragione illuminata dal cuore deve togliere al povero la fame, al ricco la noia, all'ospedale il malato, e seminare il piacere ovunque ... Salute ai corpi, salute alle anime: ecco la scienza vera, la scienza sola, che deve durare eterna. ... Ciò che è sano è buono, e ciò che è buono è sano ."
La salute fisica e mentale, fonti del vero benessere, potevano risiedere solo in un corpo sano. E il corpo, per essere sano, doveva essere pulitoi e per questo il Mantegazza andava ripetendo, in saggi e conferenze, che " ... le nudità dei bagni seminarono di lussuria le terme romane, ed il cristianesimo le maledisse, spalmando di sudiciume le castità degli asceti. E tutto il medio evo fu malato di sporcizia e si ebbero frati senza camicia e guerrieri sudanti sotto le corazze e monache ircine e tutta l'umanità cristiana, che riempiva le chiese di santi fetori; tutta l'Europa lebbrosa. Oggi non più il sudiciume a braccetto con la santità, né le terme convertite in bordelli; ma una corrente di acqua pura e cristallina che lava i corpi senza corrompere le anime. Oggi la civiltà di un popolo si misura anche coll'acqua ed il sapone che consuma. Il popolo italiano è meno civile del tedesco e dell'inglese perché si lava meno e si lava peggio ".
Da queste idee all'esaltazione dei bagni marittimi il passo fu breve. " ...Voi tutti portate i vostri figliuoli al mare, almeno una volta ogni due o tre anni. Studiate bene il vostro bilancio domestico e sono sicuro che troverete nel costo della crestaia, della sarta o del tappezziere, qualche cifra da cancellare o da riportarsi all'articolo: Bagni al mare... Andate al mare, o uomini di pianura, e di palude, di colli ".
A dire il vero nel XIX secolo molti clinici andavano contestualmente predicando che, ai fini della profilassi quanto della terapia di varie patologie, l'idroterapia o comunque un sano bagno erano sempre giovevoli, a volte risolutori per scrofola, rachitismo, anemie, ed altri disturbi ancora.<
PAOLO MANTEGAZZA deteneva però all'epoca quel prestigio intellettuale e professionale che gli permetteva di suscitare attenzione sempre superiore a quella altrui: del resto era assai scrupoloso ed annotava, molto puntigliosamente, gli innegabili benefici procurati dai lavacri e specificatamente dai bagni marini per: "… innalzamento nell'uomo di cose che tendono troppo al centro della terra. Miglioramento nelle donne di diametri troppo generosi.
Raddrizzamento nelle donne di cose storte; e per vie indirette, molto indirette, guarigione della sterilità... Attonamento dei muscoli fiacchi per natura o infiacchiti da malattie o da abuso della vita. Aumento dell'appetito. Aumento del sonno. Eccitamento dell'amore in ambo i sessi… ". Il tutto, naturalmente, tra la bellissima spiaggia che il lido di Rimini poteva offrire e di cui si rendeva garante.
Le nuove idee mediche avevano in pratica comportato il recupero almeno ideologico di quell'antica tradizione nordica e termale che aveva visto nascere i KURSAAL cioè le "SALE DELLE CURE": il contesto si presentava comunque del tutto nuovo strutturalmente dimensionato sulla triplice comparsa di una piattaforma balneare, dei camerini (che comparvero un po' ovunque sulle spiagge verso gli ultimi decenni dell'Ottocento), appunto il Kursaal e lo stabilimento idroterapico vero e proprio.
Quasi soltanto a questo fu delegata la funzione "terapeutica/salutistica" : ai camerini, tanto disposti sulla piattaforma che sulla spiaggia, fu demandato un ruolo di servizio mentre al KURSALL quello di contribuire al benessere quale salotto di intrattenimento finalizzato all'edonismo postbaleare.
Col rilevante concorso del Mantegazza, ma anche di altri terapeuti lungimiranti, anche le spiagge preposte a finalità curative cessarono di essere prossime a luoghi di detenzione caratterizzati da assoluti impedimenti come quello di evitare del tutto il contato con la sabbia giudicata foriera di malesseri vari: essa anzi venne in molti casi eletta a tappeto capace di agevolare quasi panteisticamente il graduale recupero, in simbiosi con gli equilibri naturali, del proprio armonico equilibrio, sia fisico che spirituale.
Così accanto al centro delle marine, al sito mondano dei Kursaal, della piattaforma, e dei camerini lungo la spiaggia, presero a venire realizzate, tanto sulla costa adriatica che su quella ligure e tirrenica, vere e proprie strutture demiche fatte di giardini e di villini: come peraltro celermente accadde per molti centri turistico balneari del Ponente ligure, attrezzatisi per le esigenze dei turisti nordici, e dotatisi di strutture analoghe a quelle progettate dal MANTEGAZZA tra cui la cittadina di BORDIGHERA che appunto si fornì sulla sua bella costa di un rinomato KURSSAL