Gli scavi di LIBARNA romana (Serravalle Scrivia) costituiscono uno dei luoghi più interessanti e ricchi di storia del basso Piemonte: a sinistra della statale per Genova tra Serravalle ed Arquata sorgono le rovine di questo centro nominato da Plinio, da Tolomeo, e più volte nella Tabula Alimentaria di Traiano, la cui importanza crebbe unitamente alle sue dimensioni a partire dall'apertura della VIA POSTUMIA (148 a.C.) che univa GENOVA ad AQUILEIA e che rappresentava un fondamentale percorso commerciale che, unendo proprio la grande città veneta al municipio romano di VENTIMIGLIA, faceva di LIBARNA, peraltro localizzata su un importante TRACCIATO STRADALE MERCANTILE, una importantissima stazione di transito commerciale, sia per i prodotti volti in direzione di Genova (e di tutto il Ponente ligure) quanto per le relazioni commerciali con il QUADRANGOLO COMMERCIALE E CONSUMISTICO DELLE PIU' IMPORTANTI CITTA' DELLA BASSA PADANA PIEMONTESE.
L'opera di scavo, iniziata a partire dal 1820, e ripresa in modo più sistematico nei primi decenni del Novecento, ha riportato alla luce l'anfiteatro (che poteva contenere fino a 10.000 spettatori), il teatro, strade lastricate ed isolati suddivisi in più nuclei di abitazione con i cortili, i vestiboli, le botteghe, i pozzi e la rete dei condotti di scarico. Buona parte dei numerosi reperti sono conservati nei musei di Cuneo, Genova, Tortona e Torino. L'area archeologica sistemata a parco è una delle più estese d'Italia e costituisce una testimonianza di grande interesse per lo studio del fenomeno urbanistico nelle città