cultura barocca
cultura barocca

Cipro è sempre stata un'importante stazione di scambio fra gli imperi d'Europa, Africa e Medio Oriente e in tutta la sua storia c'è sempre stato qualcuno che ha cercato di sottrarla a qualcun altro.
Dapprima se ne impossessarono i micenei, poi i fenici, gli egiziani, gli assiri e i persiani.
Alessandro Magno la strappò a questi ultimi, poi Cipro passò nelle mani di Tolomeo I.
Nel 58 a.
C.
cadde sotto il dominio dei romani, che mantennero l'isola in relativa pace e sicurezza fino al VII secolo, quando gli imperi bizantino e islamico diedero il via a tre secoli di contese.
Nel 1191 Riccardo Cuor di Leone, lungo il percorso che lo conduceva alle Crociate, tentò di conquistarla, ma i ciprioti opposero resistenza (uno di essi uccise il suo falco, spingendolo a massacrare gli abitanti di alcuni villaggi per rappresaglia) ed egli decise di vendere l'isola ai Templari, che a loro volta la cedettero a Guido di Lusignano; i suoi eredi regnarono poi per tre secoli, reprimendo la cultura e la religione ortodossa ma facendo meraviglie per quel che riguarda l'economia.
Caterina Cornaro (1454-1510), figlia del patrizio veneziano Marco Cornaro e di Fiorenza Crispo, apparteneva a una delle famiglie più ricche ed influenti del patriziato della Serenissima (i Corner).
Educata in monastero, a 14 anni di età fu data per procura in sposa a Giacomo II Lusignano, re di Cipro e d'Armenia, ma l'unione con lo sposo fu ritardata di quattro anni (1472).
Il matrimonio rivestiva una grande importanza politica per la Repubblica veneziana che, in caso di morte del re, avrebbe avuto modo di pretendere di svolgere un ruolo di primo piano nell'isola e consolidare così il proprio controllo nel Mediterraneo orientale.
Nel 1472 Caterina salpò da Venezia per Famagosta, capitale di Cipro.
Un anno dopo Caterina restò vedova con un figlio nascituro.
Nato il figlio questo fu proclamato re con il nome di Giacomo III.
La notte del 13 novembre 1473 scoppiò la congiura di Famagosta, ordita dalla fazione spagnola per liberare l'isola dalla prepotenza veneziana, che se non riuscì a catturare la regina, trafugò il piccolo re, uccidendo nella reggia il medico e un servo, e fuori, Andrea Cornaro e Marco Bembo, patrizi veneti accorsi in aiuto.
Morto il figlio (26 agosto 1474), Caterina regnò sotto la protezione interessata della repubblica di Venezia, da sola ma sempre più sorvegliata e meno libera.
Nell'ottobre 1488 fu scoperta un'altra congiura, ordita ancora dalla fazione spagnola pretendente al trono, il che diede l'occasione propizia e desiderata a Venezia per richiamare Caterina dall'isola e annettersi il regno.
Caterina tentò di opporsi ma tutto fu inutile: dovette arrendersi.
Il 26 febbraio 1489 abdicò in favore delle repubblica veneta e il 14 marzo successivo, con tutti gli onori, salpò da Cipro.
Non arrivò a Venezia che il 6 giugno 1489.
Dopo aver abdicato dal trono di Cipro fu creata domina Aceli, signora di Asolo, conservando tuttavia anche negli atti ufficiali il titolo e il rango di regina.
Caterina giunse nel suo esilio dorato di Asolo l'11 ottobre 1489.
Come signora, Caterina aveva su Asolo e su tutto il suo territorio un dominio effettivo di mero et mixto imperio ett gladii quacumque et omnimoda alia potestate, quale prima spettava al Doge.
Ad Asolo Caterina e la sua la corte, un ottantina di persone, si installarono nel Castello .
A guardia e onore della propria persona la regina aveva un centinaio di soldati, stabiliti dalla stessa Repubblica Veneta.
Nell'esercizio però di questa sua sovranità la regina Cornaro aveva dei limiti posti categoricamente dalla Repubblica Veneta: non poteva imporre ai suoi sudditi oneri ed angarie di nessun genere; nella città e nel territorio di Asolo "non potevano rifugiarsi, stare od abitare" quelli che non potevano farlo se il dominio del territorio fosse stato nelle mani del doge.
Nel 1491 inizia la costruzione del Barco, ad Altivole.
Nel 1509, a seguito della invasione da parte delle truppe della Lega di Cambrai del territorio Asolano, Caterina Cornaro si rifugiò a Venezia.
Dopo la cacciata dei Tedeschi fece un breve ritorno ad Asolo.
Il 10 luglio 1510 morì a Venezia.
Nel 1571 I veneziani vennero spodestati dall'impero ottomano, all'epoca in forte espansione, che governò l'isola per 300 anni prima di cederla alla Gran Bretagna.
Nel 1925 Cipro divenne una colonia del Regno Unito, ma i Ciprioti ne avevano abbastanza di essere una pedina nelle mani degli imperialisti e fu così che iniziarono le agitazioni per l'autodeterminazione.
Furono proprio tali fermenti a gettare le basi per l'odierno conflitto fra Grecia e Turchia: mentre molti greco-ciprioti auspicavano un'unione con la Grecia (movimento noto come enosis), la popolazione turca non ne era affatto entusiasta.
Nel 1950 la Chiesa ortodossa cipriota e il 96% dei greco-ciprioti si espressero a favore dell' enosis.
In risposta gli inglesi redassero una nuova costituzione, che fu accolta dalla popolazione turca ma respinta dall'Organizzazione nazionale dei combattenti per la libertà di Cipro; costoro, che desideravano unicamente l'attuazione dell' enosis, diedero inizio a una serie di azioni terroristiche contro gli inglesi.
Nell'agosto 1960 la Gran Bretagna concesse a Cipro l'indipendenza.
Un greco, l'arcivescovo Makarios, fu eletto presidente, mentre il turco Kükük divenne vicepresidente.
Nel 1964 Makarios stava instaurando legami sempre più stretti con la Grecia e, poiché la violenza tra i due gruppi etnici era in aumento, le Nazioni Unite inviarono sull'isola le loro forze di pace.
Nel 1967 una giunta militare si sostituì al governo greco e l'enosis venne abbandonata - neppure i più ferventi filogreci volevano l'unione con un regime così repressivo.
Ma la Grecia non si arrese: il 15 luglio 1974 un colpo di stato organizzato anche con l'aiuto della CIA, depose Makarios e lo rimpiazzò con un presidente fantoccio.
La Turchia rispose con l'invasione dell'isola e i greci si ritirarono velocemente, ma i turchi non si placarono e arrivarono a occupare un terzo dell'isola, costringendo 180.
000 greco-ciprioti ad abbandonare le loro abitazioni.
Nel 1983 i turco-ciprioti proclamarono uno stato separato chiamandolo Repubblica turca di Cipro del Nord, riconosciuto come stato sovrano solo dalla Turchia.
Nonostante gli sporadici negoziati di pace intrapresi sinora, Cipro continua a essere divisa in due.
Le Nazioni Unite hanno gradatamente ridotto la loro presenza sull'isola e le scaramucce lungo il confine sono in aumento.
L'acquisto da parte della Repubblica di Cipro di missili in grado di raggiungere la costa turca ha ulteriormente inasprito i rapporti tra le due comunità.
Tuttavia, sia la Turchia sia Cipro sono intenzionati a diventare membri a pieno titolo dell'Unione Europea e ciò potrebbe costringere le due parti a trovare una soluzione diplomatica a questo annoso conflitto.
Le elezioni presidenziali del febbraio 2003 sono state vinte da Tassos Papadopoulos, leader del partito greco-cipriota Dimokratikon Komma (Diko).
Nel maggio 2003, le frontiere si sono aperte e, finalmente, circa un terzo della popolazione dell'isola è andato a vedere l'altra parte.
Che ciprioti turchi e ciprioti greci si vedessero, così da vicino, non accadeva dal 1974.
Tuttavia con il referendum del 24 aprile 2004 i ciprioti greci hanno votato no alla riunificazione, allontanando così l'idea della libera circolazione sull'isola.
Dal primo maggio 2004 la Repubblica di Cipro è entrata a far parte dell'Unione Europea, insieme ad altri nove paesi: Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica slovacca, Slovenia.
L'appuntamento con il rinnovo del Parlamento europeo non ha premiato il partito centrista Diko del presidente Papadopoulos che ha ottenuto il 17% dei voti mentre il partito conservatore Disy, all'opposizione, ha ottenuto il 28,2%.
Il partito ex comunista Akel, asse portante della coalizione governativa, ha ottenuto il 27,8%.
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