ESEMPLARE IN BIBLIOTECA APROSIANA - VENTIMIGLIA: si tratta della rarissima edizione ricca di silografie DELLA CELESTINA di Fernando de Roias stampata a Parigi nel 1527; è intellettualmente interessante registrare la conservazione all'Aprosiana, tra
altri interessanti documenti, questa preziosa edizione ("parigina
del 1527") della Tragicommedia di Callisto e Melibea (1499 circa) attribuita a Fernando
de Rojas, meglio nota come LA CELESTINA dal nome della "vecchia
puttana" fattasi Mezzana che in definitiva domina la scena,
orchestrando le vicende sentimentali ed erotiche dei due
protagonisti.
Il volume, che Aprosio conservò sempre con
particolare gelosia (e timore, probabilmente, d'esserne scoperto
- proprio contro i suoi doveri di frate e censore - fruitore ed
ammiratore!), era in fondo la "Summa" delle momentanee visioni
d'una morale a suo modo "di frontiera ed antistatutaria sia in
linea giuridica che ecclesiale" donde la Mezzana, con una certa
sorpresa, emergeva quale una figura sociale (ancor prima che
teatrale) in cui si coniugavano il male dei giudizi tradizionali
(Celestina, nel rispetto di certi canoni interpretativi, è
un'avvinazzata certamente avida e non priva d'atteggiamenti
"stregoneschi") ed il bene, anche un pò ambiguo ma tutto sommato
piacevole della morale libertina (ancora Celestina sa svolgere
parecchi mestieri, si intende di medicina e piace ai clienti, a
Callisto in particolare, da cui "spreme soldi" ma al quale
regala "fantasie e meraviglie" barocche come fughe eccellenti da
una vaga noia dell'esistere). Per intendere giustamente l'importanza di quest'opera teatrale basti sapere che, a suo modo, ha influenzato tutta la tradizione della commedia sin dai primi del XVI secolo e che è entrata prepotentemente, come un irrinunciabile punto di riferimento culturale, anche nella formidabile temperie dell'Italia rinascimentale sì da influenzare, assieme a tanti altri prodotti teatrali, la stessa celeberrima Mandragola del Machiavelli