cultura barocca

GIO. DOMENICO CASSINI

Nella Pinacoteca dell'Aprosiana si conserva anche un quadro di un grandissimo della cultura scientifiche del '600, pure lui
Fautore
dell'
Aprosiana,
si tratta dell'astronomo
GIAN DOMENICO CASSINI
Il CASSINI (Perinaldo 1625 - Parigi 1712) fu figura straordinaria che in qualche modo concorse a coniugare il conservatore e controriformista Aprosio, per quanto intellettualmente più propenso all'astrologia ed alle vecchie postulazioni geocentriche del cosmo, con il tema sempre complesso all'epoca, soprattutto per un religioso, della
SCIENZA NUOVA
e specificatamente di
GALILEO GALILEI.
Angelico Aprosio nella parte inedita de La Biblioteca Aprosiana (Genova, Biblioteca Durazzo, parte II, lettere D-G, Ms. A.III.4) scrisse: "Gio. Domenico Cassini il cui ritratto è quello che tenendo in mano un telescopio per iscoprire gli arcani [del cielo] è quegli che si rimira primo in ordine nella facciata orientale della Libraria. Nacque [nella casa avita della nobile famiglia, secondo la tradizione, appunto il bel CASTELLO MARALDI] in Perinaldo, Castello del Marchesato di Dolceacqua, Diocesi di Ventimiglia, Feudo del marchese Doria. Ancorché l'Abbate Giustiniano non manchi d'usare ogni grande diligenza nelle sue scritture non m'arrischierei di dire che nelli suoi Scrittori Liguri non habbia commesso qualche erroruccio. Dice che egli fusse nato nel MDCXXIIII li IIX giugno: ed io ho dal libro de' Battezzati di quella Chiesa, se non m'ha ingannato Capitan Giuseppe Cassini un figliuolo del quale ha preso in consorte una sorella del medesimo Cassini li giorni a dietro, che sia nato il MDCXXV il primo di Giugno (sic!, in realtà il 10 Giugno come si legge tuttora nel suddetto libro conservato nell'Archivio Parrocchiale di Perinaldo) alle H(ore) XV. Dice oltracciò che 'l Padre fusse Jacopo Cassini, e camminiamo d'accordo: ma che la madre si chiamasse Tullia Lovresi non è vero. Si chiama Tulla sì, che vive ancora la buona vecchia, ma Crovesia...".
Il giovinetto, prima di recarsi a studiare a Genova presso il moderno collegio dei Gesuiti, come scrisse ancora l'Aprosio nel citato manoscritto de la Biblioteca Aprosiana inedita, fu inviato a studiare lettere, in pratica ad apprendere gli stessi rudimenti tecnici dell'arte dello scrivere, presso il Rettore della Parrocchia del vicino borgo di Vallebona: "Gio.Francesco Aprosio, di Vallecrosa, già Rettore della Parochiale di Vallebuona, da cui il Dottore Astronomo Gio. Domenico Cassini succhiò il latte de' primi rudimenti Grammaticali, Dottore nell'una e l'altra legge, di cui si vede il ritratto alla sinistra di Monsig. Vescovo Promontorio, ed hora frate tra Minori Conventuali, prima di mutar habito donò [alla biblioteca di Ventimiglia] nell'anno MDCLXVI F. Marini Mersenni Ord. Minimorum S.Francisci dePaula Quaestiones Celebrerimae in Genesim...".
Grazie al suo genio precoce (e grazie anche alla fervida protezione dello scienziato e matematico genovese G. B. Baliani che lo volle fanciullo presso di sè al COLLEGIO DEI GESUITI DI GENOVA) percorse le tappe di una rapida carriera accademica: ancora più importanti gli furono quindi i favori di un altro personaggio variamente legato all'Aprosio, il patrizio bolognese Cornelio Malvasia presso il quale fece le prime rilevazioni di grande importanza sì da acquisire fama e divenire poi docente di astronomia nell'Università di Bologna, ove tra l'altro, dopo impegnativa PROGETTAZIONE, realizzò la MERIDIANA (o come meglio l'astronomo preferiva dire l'"eliometro") della BASILICA DI SAN PETRONIO per calcolare l'esattezza dell'equinozio. Divenne quindi direttore dell'osservatorio di Parigi nel 1669, legando il suo nome a grandi scoperte tra cui in campo astronomico il moto di rotazione di Marte e Giove, i quattro satelliti di Saturno (Giapeto scoperto nel 1671, Rea nel 1672, Tetide e Dione nel 1684) e la divisione degli anelli di Saturno dal suo nome detta "Divisione di Cassini". In campo matematico rivelò una particolare famiglia di curve piane poi nota come "Curva di Cassini".
Inserita nel complesso dell'edificio comunale sta questa specola che rende possibili delle visualizzazioni del cielo in un'area abbastanza indenne dall'inquinamento atmosferico e da esorbitante illuminazione notturna: nella stessa Casa Comunale merita una visita attenta il Museo Cassiniano come anche ha scritto Anna Cassini nel documentato volume, cui si è in debito per queste note cui si rimanda per qualsiasi approfondimento bio-biliografico: Gio. Domenico Cassini, uno scienziato del Seicento, Perinaldo-Pinerolo [Comune di Perinaldo/ Arti Grafiche Alzani ed.], 1994.