Per secoli, ed anche dopo l' IMPRESA DI COLOMBO e le SUCCESSIVE NUOVE CARTOGRAFIE, il mito delle COLONNE D'ERCOLE rimase e sopravvisse nelle coscienze: come il LIMITE SEMPRE ARDUO DA VALICARE.
Ancora in questo FRONTESPIZIO della sua "Instauratio Magna", edito a Londra nel 1620, il filosofo Francesco Bacone si valse dell'ICONA DELLE COLONNE D'ERCOLE per esprimere il limite oltre il quale l'uomo ambisce ad andare, per sempre conoscere anche a rischio di sfidare l'ignoto.
Il gioco concettoso della metamorfosi non impediva ancora, all'alba del XVII secolo, di vanificare l'idea dell'imponderabile che sempre potesse esservi oltre quel SIMBOLO STORICO DELLA GEOGRAFIA MONDIALE: "Multi pertransibunt et augebitur scientia" = "Molti passeranno di qui e la scienza aumenterà" fece scrivere in fondo al frontespizio Bacone, quasi a programmare nuove frontiere, in tutti i sensi, ed a suggerire ai reprobi il coraggio di andare oltre il piccolo mondo in cui tante superstizioni avevano relegato i loro avi.
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