La CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA di GENZANO si individua procedendo dal complesso demico verso meridione
in direzione di Velletri e Nemi.
Si tratta più espressamente della SECONDA delle CHIESE - CONVENTO DI GENZANO (si menziona come PRIMA la chiesa convento dei frati cappuccini): il CONVENTO DELLA SS. ANNUNZIATA fu governato dai Padri Agostiniani della Congregazione di Genova dal 1622 fino al 1810.
Bisogna però rammentare che la "chiesiuola"con il vicino "hospitale fuor de la Terra, sotto l'invocatione de Nuntiata, risulta citata già negli atti di una visita pastorale del Maggio 1569.
Dalla corrispondenza con il lettore di S. Prisca Rossi si evince che una delle principali ragioni per cui il diplomatico GANDOLFO venne assegnato al CONVENTO DI GENZANO era la RISOLUZIONE DI ALCUNI CONTENZIOSI per DIRITTI DI NATURA ECCLESIASTICA con l'ARCIPRETE DI GENZANO che, alla fine cedette alle RAGIONI DEGLI AGOSTINIANI: tale ARCIPRETE è verisimilmente da ravvisare nel TITOLARE della CHIESA STORICA DI GENZANO vale a dire la CHIESA DI S. MARIA DELLA CIMA [prescindendo dagli interessi antiquari del Gandolfo, attesa l'importanza archeologica della zona e la significanza del lago di Nemi, poco si sa dei suoi contatti umani e soprattutto culturali in GENZANO: nulla per esempio risulta in merito a possibili reazioni con lo studioso nativo di Genzano più illustre ed in pratica coevo del Gandolfo, vale a dire quel monaco vallombrosano che fu VENANZIO SIMI vissuto tra il 1641 ed il 1719, autore all'epoca celebre della silloge
Catalogus sanctorum, et plurium virorum illustrium qui veluti mystici flores effloruerunt in Valle Vmbrosa. Ordine alphabetico compendiose descriptus a d. Venantio Simii Vallumbrosano ...,
Pubblicazione: Romae : ex typographia Iosephi Vannaccij, 1693: un'opera che per la tipologia risulterebbe invece in sintonia con le metodiche e le tecniche di investigazione del Gandolfo della Dissertatio
La FACCIATA DELLA SS. ANNUNZIATA non è comunque più quella della CHIESA dell'edificio cenobitico retto appunto come priore da Domenico Antonio Gandolfo e venne realizzata nel 1786: è caratterizzata da due ordini sovrapposti, con il portale d'ingresso incorniciato da due colonne tuscaniche e la presenza, sui lati, di due lesene per parte le quali racchiudono una nicchia.
Nell'ordine superiore, sopra una grande trabeazione a fascia, spicca una vasta finestra centrale con ai lati tre lesene ornate di nicchie decorate da conchiglie.
All'interno, attualmente inagibile, sulla navata rettangolare si aprono tre nicchie per parte.
La volta risulta attribuita a Girolamo Siciolante detto il Sermoneta (1521 - 1580) ma venne ritoccata in occasione di alcuni lavori di restauro verso il 1892: qui risulta interessante la tela dell'altare maggiore che raffigura una Annunciazione, pregevole esempio di cultura tardomanierista romana databile tra la fine del '500 inizio del '600.