Prezioso manoscritto (Bibliot. Nazionale di Parigi) del "De pratica seu arte tripudii vulgare opusculum" (ovvero "Trattato in volgare sull'arte della danza") opera di Guglielmo Ebreo (1463). Assieme alle opere consimili di Domenico Da Piacenza e Antonio Cornazano è quella di Guglielmo Ebreo che, verso il XV secolo, contribuisce a trasformare le manifestazioni spontanee del ballo in un'arte nuova e nell'emblema non soltanto dei valori spirituali e morali dell'epoca quanto anche della "nuova cultura" dell'uomo umanista e rinascimentale, una cultura che -col contributo non indifferente dell'arte del ballo- mira all'armoniosa conquista di sempre superiori livelli di pensamento ed equilibrio interiore