E' facilmente individuabile un grande bacino rettangolare, lungo m 48 e largo m 30, che un molo frangiflutti in opera cementizia, strutturato su tre bracci ortogonali spessi circa 3 metri, aveva la funzione di dividere e nel contempo proteggere dal mare, pur rendendo fattibili le necessarie interazioni fra i due ambienti.
L'impianto, quasi certamente finalizzato all' allevamento di pesci e molluschi, fu versimilmente edificato alla fine del I secolo a.C., e risultà ripartito in diverse vasche rettangolari distribuite attorno a un grande bacino circolare centrale di oltre 20 metri di diametro.
Tal complesso in cementizio era stato dotato di paramenti generalmente fatti in opus reticolatum tranne gli archi di collegamento tra vasche e parete esterna della vasca centrale per cui fu utilizzato del materiale laterizio.
La profondità delle vasche ancora oggi in alcuni punti raggiunge i due metri, ma è verisimile che quando l'intiero apparato era funzionante dovesse risultare superiore.
Si individuano ancora le aperture e gli apprestamenti idraulici che dovevano ripartire le acque nell'allevamento regolandone il deflusso.
Tre canali sottomarini piuttosto lunghi si scorgono tuttora procedere dal lato rivolto al mare sì da garantire l'alimentazione dell'impianto, la purificazione dell'acqua e l'equilibrio della temperatura ambientale delle vasche.
Verso la terra, tra le rocce del litorale, si dipartono dagli angoli del alto orientale della peschiera due sacche simmetriche, di cui restano ancora molte tracce e che non è da escludere potessero servire per l'allevamento delle murene.
La peschiera, coincidente con tipologie proposte da Columella, dipendeva verisimilmente da una villa marittima sita nell'immediato entroterra, in un'area attualmente ricoperta da edififici moderni.
