informatizzazione a cura di B. Durante

La tecnica dello STRANGOLAMENTO, in certi casi era un "modo privato e non infamante" di esser giustiziati, ma aveva parecchi lati oscuri: tra l'altro era un modo da parte dei potenti, a Venezia da parte degli Ambiziosi membri del Consiglio dei Dieci ma anche in altri paesi ad opera di Sovrani e Gestori del potere, per eliminare dei prigionieri scomodi evitando le remore dei processi e i rischi di assoluzioni possibili, specie se la persona da eliminare era a sua volta un potente momentaneamente in disgrazia.
Da questa antica tecnica di morte, già usata dai Romani nel Carcere Mamertino, si evolse una terribile macchina di morte: la garròtta (in spagnolo garrote). Questa macchina fu introdotta come pena di morte in Spagna ma fu usata in altri paesi, ed ancora in tempi rec enti specie in dittature di paesi sudamericani di cultura spagnola.
Al collo del condannato, posto in posizione seduta, si applicava un cerchio di ferro che a mezzo di una vite veniva sempre più stretto fino che sopraggiungesse morte per strangolamento: a Roma il boia utilizzava un sistema diverso, secondo lo stesso principio però, un LACCIO il cui uso è testimoniato nella
DRAMMATICA ESECUZIONE DEL CARDINALE CARLO CARAFA.
Questo strumento (che fondeva tortura e estremo supplizio, fu introdotto dalle esecuzioni a partire dal 1882: dapprima le esecuzioni erano pubbliche per il vecchio principio dell'Inquisizione spagnola della CATARSI, ma successivamente sino agli anni Sessanta di questo secolo (prima della sua soppressione, anche sotto una pubblica condanna morale e civile) venne praticata solo all'interno degli Istituti di pena.