Nella religione cristiana cattolica, limbo (termine derivato dal latino limbus) è la condizione temporanea delle anime appartenute a persone buone morte prima della resurrezione di Gesù (Limbo dei Padri), e quella permanente dei bambini morti ancora non battezzati, che non hanno commesso dunque alcun peccato personale ma non sono stati liberati dal peccato originale attraverso il battesimo (Limbo dei bambini) [nell'immagine sopra proposta "La discesa di Cristo nel Limbo" di Albrecht Durer].
Sebbene il "limbo" sia popolarmente concepito come un "luogo dove vanno le anime", la parola descrive e riflette una situazione di incertezza teologica. Come tale, il limbo dei bambini non fa parte della dottrina ufficiale della Chiesa Cattolica (al contrario del Purgatorio, che ne fa parte). Gli insegnamenti ufficiali della chiesa cattolica hanno a lungo stabilito che il destino di queste anime, che non sembrano meritarsi l'Inferno e che non possono però seguire il cammino divino verso il Paradiso, è in limbo; in altre parole, la loro sorte può essere decisa unicamente da Dio.
Ben tre Concili Ecumenici — che secondo la Dottrina della Chiesa espressa particolarmente nel primo Concilio Vaticano godono dell'assistenza dello Spirito Santo e dunque dell'infallibilità — hanno definito solennemente che: «le anime di coloro che muoiono in peccato mortale attuale o nel solo peccato originale scendono subito all'Inferno ma puniti con pene differenti» (Concilio di Firenze, bolla Laetentur Coeli).
Tali definizioni non fanno che confermare quanto già si trova nella Scrittura, in particolare nei Vangeli:
Chi crederà e si battezzerà sarà salvo
(Mc. 16,16).
Sant'Agostino affermava che i bambini non ancora battezzati fossero destinati alle fiamme dell'inferno anche se "fiamme mitissime".
Più recentemente, san Pio X così scriveva nel suo Catechismo Maggiore: I bambini morti senza Battesimo vanno al Limbo, dove non è premio soprannaturale né pena; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il Paradiso, ma neppure l'Inferno e il Purgatorio.
Alcuni teologi come Suarez e Lessio hanno ipotizzato anche uno stato di felicità naturale per i bambini che, morti senza il battesimo, finiscono all'Inferno ma per la grandezza della misericordia divina non patiscono alcuna sofferenza.
Nel 1984 l'allora cardinale Ratzinger, nel libro Rapporto sulla fede scritto con Vittorio Messori, affermava che "il limbo non è mai stato una verità definita di fede. Personalmente lascerei cadere quella che è sempre stata soltanto un'ipotesi teologica".
Più di recente la "Commissione teologica internazionale", organismo costituito all'interno della Congregazione per la dottrina della fede ("ex-Santo Uffizio"), ha espresso una posizione del tutto simile: un suo documento ufficiale approvato da Papa Benedetto XVI e pubblicato il 20 aprile 2007 afferma infatti che il tradizionale concetto di limbo — luogo dove i bimbi non battezzati vivono per l'eternità senza comunione con Dio — riflette una "visione eccessivamente restrittiva della salvezza".
Nella Divina Commedia di Dante Alighieri il limbo è indicato come primo cerchio dell'Inferno (nel canto IV dell'Inferno), e il poeta vi incontra i grandi spiriti dell'Antichità in una condizione che molto deve alla suggestione dei Campi Elisi descritti nel sesto libro dell'Eneide; da esso infatti proviene Virgilio stesso dopo la chiamata di Beatrice [testo da WIKIPEDIA - enciclopedia libera on line].