informatizzazione a cura di B. Durante

"Pier delle Ville" pseudonimo di "Pietro Loi" un amico vero, scomparso senza vedere questo suo libro (editato a Trino nel 1995), peraltro appena stampato e frutto di immani ricerche era giunto alla conclusione, su documenti d'archivio, di aver individuato ad Avignone l'effigie pittorica di LAURA NOVES, il grande amore del sommo FRANCESCO PETRARCA: nel giudizio del compianto autore sarebbe, qui sopra, la donna, indubbiamente bella, coi biondi capelli sciolti sulle spalle al centro del dipinto.
Senza entrare nel merito della questione che, gli interessati e/o gli studiosi, potranno approfondire analizzando questa serissima opera, è qui importante dire che proprio
FRANCESCO PETRARCA
nel sonetto CLXXXIII del suo CANZONIERE
in un momento di pessimismo parla della instabilità caratteriale della donna sì che pare (come di fatto forse fu) un gioco linguistico quello della Tarabotti sul presunto errore di trascrizione dell'aggettivo mobil in luogo del, per lei, più opportuno nobil.
Cosa che senza fallo si evince da una lettura anche superficiale della lirica qui proposta:

Se il dolce sguardo di costei m'ancide,
e le soavi parolette accorte,
e s'Amor sopra me la fa sì forte,
sol quando parla, ovver quando sorride,

lasso! che fia, se forse ella divide,
o per mia colpa o per malvagia sorte,
gli occhi suoi da mercé, sì che di morte
là dove or m'assicura, allor mi sfide?

Però s'i' tremo, e vo col cor gelato,
qualor veggio cangiata sua figura,
questo temer d'antiche prove è nato

Femina è cosa mobil per natura;
ond'io so ben ch'un amoroso stato
in cor di donna picciol tempo dura

ORIGINALE IN BIBLIOTECA APROSIANA