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Nato presumibilmente a Firenze il 28 luglio 1503, Giovanni della Casa (qui in un ritratto di A. Zuliani in G. della Casa, Opere, Firenze, G. Manni, 1707) studiò prima a Bologna e poi nella stessa Firenze, sotto la guida di Ubaldino Bandinelli, che lo indirizzò verso le materie letterarie.
Con un amico del Bandinelli, Ludovico Beccadelli, si immerse per due anni nella lettura dei classici latini.
In seguito studiò il greco a Bologna e, nel 1532, intraprese la carriera ecclesiastica a Roma, una carriera che lo portò a diventare Arcivescovo di Benevento nel 1544 e, nello stesso anno, nunzio apostolico a Venezia.
In quest'ultima città redasse l'introduzione dei tribunali dell'Inquisizione, approntò alcuni famosi processi e tentò la creazione di una lega contro Carlo V. Proprio in questi anni scrisse numerosi versi e trattati ma, con la elezione a papa di Giulio III, la sua fortuna declinò e decise di ritirarsi in una villa nella Marca Trevigiana, dove si dedicò ai suoi studi e dove scrisse il Galateo per ispirazione e consiglio del vescovo di Sessa Galeazzo Florimonte
In seguito fu richiamato a Roma, come segretario di stato vaticano, da papa Paolo IV, succeduto a Giulio III.
Morì poco dopo, il 14 novembre 1556.