Informatizzazione B. E. Durante

Duomo di Monza
Il Duomo si trova a Monza in Piazza Duomo ed è una costruzione antichissima.
Dice la tradizione che sia stata la regina dei Longobardi Teodolinda a volere questo tempio.
Infatti aveva promesso di erigere un tempio a San Giovanni ed aspettava un’ispirazione divina che le indicasse il luogo più adatto.
Mentre cavalcava un giorno col suo seguito attraverso una piana ricca di olmi e bagnata dal Lambro , la regina si fermò a riposare lungo le rive del fiume.
In sogno elle vide una colomba che si fermò poco lontano da lei e le disse "Modo" (qui); prontamente la regina rispose "Etiam" (sì) e la basilica sorse nel luogo che la colomba aveva indicato e dalle due parole pronunciate dalla colomba e dalla regina venne il primo nome della città Modoetia.
Teodolinda fece erigere un oraculum (cappella della regina) di pianta a croce greca, oggi di questa prima costruzione rimangono solo i muri risalenti al VI secolo.
Sui resti dell’oraculum fu prima edificato nel Duecento e poi allungato verso occidente, un nuovo tempio.
La Basilica fu completamente ricostruita a partire dall'anno 1300 sulle rovine della chiesa longobarda; gli interventi portarono alla realizzazione di una chiesa con pianta a croce latina e tiburio ottagonale.
Nella seconda metà del secolo si assiste all'aggiunta delle cappelle laterali ed all'ampliamento, su progetto di Matteo da Campione , della facciata a vento in marmi policromaci bianchi e verdi sotto l'influsso del gotico pisano. Dal 1500 in avanti, nell'interno, fu ristrutturato il coro ed il soffitto, che era a capriate, e coperto da volte impostate su arconi rotondi.
In seguito le pareti e le volte furono interamente affrescate ed ornate da stucchi. Il campanile fu eretto nel 1606 per opera del Pellegrini e nel Settecento fu annesso, sul lato sinistro, un cimitero.
Oggi il Duomo si presenta imponente con la sua facciata marmorea, sei contrafforti lo dividono in cinque parti; sopra ad ognuno di essi è impostata un’edicola a guglia contenente ciascuna una statua.
Vi si aprono finestre tonde, bifore e trifore.
Il centro della composizione è dato dal rosone a sedici raggi, incorniciato e sormontato da un motivo architettonico ispirato ai soffitti romani, con decorazioni a rosette, maschere e motivi stellari.
Lo stile è romanico nella struttura e gotico nell’ornamentazione.
Tipici sono i doccioni del Trecento sui lati, a forma di draghi e la lunetta del Duecento con i rilievi dei busti della regina Teodolinda e di re Agilulfo (questi sono del Cinquecento ). Sopra è posta la statua di San Giovanni Battista (secolo XIV ).
Sopra il portale è rappresentato il Battesimo di Gesù , al quale assistono San Pietro , la Madonna , San Zaccaria e San Paolo . L’acqua battesimale, singolarmente, esce da un’anforetta.
Nello scomparto superiore la regina Teodolinda offre al Battista la Corona Ferrea, assistita dal marito Agilulfo, in ginocchio, e dai figli Adaloaldo e Gundeberga ; nei vuoti degli angoli sono scolpiti alcuni pezzi del tesoro donati dalla regina al tempio.
Entrando nel duomo, per prima cosa colpisce la ricchezza decorativa degli affreschi barocchi, poi si notano le colonne ottagonali con capitelli romanici e le colonne rotonde con capitelli barocchi.
La chiesa è divisa in tre navate con cappelle laterali. In fondo, ampie, si aprono le absidi. Sul centro del transetto piove la luce proveniente dall’alto del tiburio.
Sul lato sinistro della navata centrale si trova la cantoria, antico evangelicatorio attribuito a Matteo da Campione .
Vi sono altre opere degne di nota: l’altare maggiore ideato dall’ Appiani , l’altare moderno con il paliotto d’argento, la cappella dedicata alla Madonna del Rosario, il fonte battesimale, il pulpito, le pale degli altari, i grandi quadri della navata centrale con ai lati medaglioni d’imperatori e gli affreschi del presbiterio.
Sulla sinistra dell’abside centrale, si trova la cappella della Regina Teodolinda affrescata dagli Zavattari , una famiglia di pittori attivi in Lombardia nel Quattrocento .
Chiusa da una cancellata, la cappella è costruita a forma poligonale gotica, coperta da una volta a spicchi sostenuta da costoloni.
Gli affreschi raccontano, su cinque fasce sovrapposto, la storia della regina dei Longobardi, desunta dalle storie di Paolo Diacono e Bonincontro Morigia .
La storia è raccontata come una fiaba, che si svolge con scene accostate l’una all’altra come su un grande rotolo. Le scene rappresentate sono: la richiesta di matrimonio e degli incontri tra re Autari e Teodolinda , le loro nozze, la morte di Autari in battaglia, il successivo matrimonio con Agilulfo e la conversione di quest’ultimo al Cristianesimo .
Seguono il sogno leggendario sulla fondazione della basilica, la morte di Teodolinda e l’episodio finale dell’imperatore Costante II che desiste da dare battaglia ai Longobardi e ritorna in oriente.
La singolarità di questi affreschi è quella di aver reso la storia longobarda coi costumi sfarzosi dell’epoca dei Visconti, e di aver inserito scene di vita profana in un luogo sacro come quello di una cappella.
La volta della cappella è decorata con figure di santi ed evangelisti seduti in trono, opera di un pittore del Trecento .
Sull’arcone esterno della cappella è rappresentata Teodolinda con la corte, mentre rende omaggio a San Giovanni Battista.
Dietro all’altare ottocentesco, che custodisce la Corona Ferrea, si trova il sarcofago con i resti di Teodolinda.
La Corona Ferrea e il tesoro del duomo
La Corona Ferrea o Corona del Ferro è tra gli oggetti più preziosi che compongono il Tesoro del duomo di Monza, e un’antica tradizione vuole che contenga una lamina di ferro formata con uno dei chiodi che servivano alla crocifissione di Gesù : Sant'Elena raccolse i chiodi, e con uso di essi fece un diadema che lo spedì a suo figlio Costantino . Il prezioso cimelio è d’oro purissimo, ed è composto di sei pezzi legati fra loro da cerniere verticali; ha il diametro di cm 15 e l’altezza di cm 5,5; è adornata di ventisei rose d’oro, ventidue gemme di vari colori e ventiquattro gioielli a smalto. La stessa tradizione dice che, dopo la morte di Costantino, la Corona fu depositata nel tempio di Santa Sofia a Costantinopoli e là fu custodita fino al tempo di Tiberio Augusto , quando questi la donò a San Gregorio Magno , allora legato apostolico presso di lui. Divenuto papa, Gregorio ne fece dono a Teodolinda, la regina che tanto validamente operò per la diffusione della fede cattolica. La Corona Ferrea soprattutto nei secoli medioevali fu considerata simbolo del Regno Italico e per questo motivo Monza fu detta città regia. Con questa Corona furono incoronati Corrado di Svevia , Federico Barbarossa , Carlo IV di Boemia , Federico III d'Asburgo , Carlo V , Napoleone Bonaparte e Ferdinando I d'Austria . Dal transetto di destra, attraverso il grazioso chiostro del settecentesco cimiterino, si accede al Museo Serpero , ove si conserva il Tesoro del Duomo. [Da Wikipedia, l'enciclopedia libera]














Il "Museo Serpero" si trova in Piazza Duomo a Monza e per accedervi bisogna entrare nel Duomo , custodisce buona parte dei tesori del tempo di Teodolinda .
Questo tesoro venne collocato in alcune sale ricavate dal sottosuolo del cimiterino del duomo.
Gli oggetti sono sistemati in vetrine lungo un percorso circolare.
Iniziando dall’entrata si vedono prima mitre e tessuti alle pareti, poi oggetti dei primi secoli del Cristianesimo dei tempi della regina Teodolinda ed altri cimeli anteriori al 1000 .
Dal fondo, scesi alcuni scalini, si entra nell’attiguo corridoio dove continuano le vetrine con la raccolta di oggetti e di opere d’arte medievali , rinascimentali e barocche.
Si possono vedere: un calice d’argento di Gian Galeazzo Visconti , una statuetta di San Giovanni Battista , altri calici ed ostensori del Cinquecento e del Seicento , un trittico d’avorio del Trecento , un bel tabernacolo d’avorio di scuola francese del Quattrocento , la spada appartenuta ad Estore Visconti , i due panni d’argento dorati donati da Napoleone nel 1805 , sedici ampolline palestinesi in piombo ( VI -VII secolo ) istoriate con episodi dei Vangeli , la croce pettorale di Adaloaldo, un reliquario barbarico (per il dente di S. Giovanni) ed altri oggetti preziosi.
Purtroppo molti tesori andarono persi in quanto tutti i conquistatori di Monza avevano come scopo portar via il tesoro e molto spesso alcuni oggetti non vennero mai restituiti.
I maggiori tesori
Chioccia coi pulcini
È un tuttotondo in lamina d’argento dorato su un piatto di rame del diametro di cm 46; secondo la tradizione la chioccia simboleggia Teodolinda e i pulcini i sette ducati di Lombardia ; si suppone che fosse collocata nella tomba della regina; gli occhi della chioccia sono rubini e quelli dei pulcini smeraldi.
Evangelario
In origine serviva alla copertura di un libro liturgico e specialmente degli Evangeli.
È una legatura d’oro costituita da due tavolette unite; sono incastonati rubini , smeraldi , perle ed altre pietre; è composta di una finissima orlatura che racchiude una croce a bracci simmetrici, nei campi interni sono incastonati dei cammei che raffigurano imperatori e consoli; viene attribuita al VI secolo.
Sulle braccia orizzontali delle due croci vi è un’iscrizione che aumenta di molto il pregio di questo cimelio: “Teodolinda regina gloriosissima offre a S. Giovanni Battista questo dono, nella Basilica da lei stessa fondata in Monza vicino al suo reale palazzo.”
Croce di Agilulfo
È in lamina d’oro, con gemme e perle del VI secolo ; di stile bizantino per la forma e la disposizione dei pendagli, per la decorazione spontanea e l’orlatura a perline risente delle influenze barbariche.
Corona e Croce della Regina Teodolinda
La corona della Regina Teodolinda è un altro pezzo importante del tesoro.
Essa consiste in un cerchio d’oro gemmato, al quale e raccomandata con catenella una croce greca pure gemmata. Mandata dal Bertier a Parigi , ne ritornò qualche anno appresso priva delle grosse e preziosissime perle, alle quali si erano sostituiti altrettanti pezzetti di madreperla.
Tazza di zaffiro
Da una serie di documenti risulta il cimelio più antico.
È una coppa un po’ rigonfia alla base, che campeggia sopra un piedistallo d’oro , cesellato a frascumi e a nichiette di lavoro moderno ad imitazione del gotico .
Questa montatura è del 1490 ; la legatura della gemma era ben diversa dall’attuale, e ciò risulta dall’inventario del 1275 , da quale si potrebbe arguire che la coppa portasse all’orlo superiore due anelli a guisa di anse da servire per prendere il vaso con due mani.
Croce di Berengario o croce del Regno
È una croce in forma greca cosparsa di gemme e di perle chiamata del Regno, perché usata nelle incoronazioni. Dalla estremità inferiore pende un’ametista antica, in cui è scolpita con grande eleganza una Diana.
Pettine di Teodolinda
È un pettine assai largo e poteva ben servire a ravviare i capelli, ma non a tenerli rannodati sul capo. Si attribuisce alla Regina Teodolinda, sebbene i dotti opinino che sia uno di quei pettini che si tenevano in sacrestia ad uso del clero.
[Museo Serpero di Monza Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. ]
.