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Ai primi decenni del XV secolo [immagini da Storia e Geografia della Calzatura, on line, passim di Vannacalzature, via Vittorio Emanuele, 20/24/26 - 16030 Moneglia - Italia] in Venezia si diffuse un tipo di calzatura destinato ad affermarsi per lungo tempo a livello europeo ed a suscitare non poche controversie ed osservazioni satiriche avverso l'audacia del sesso donnesco: si trattava di pianelle o pantofole montate su una suola estremamente alta confezionata in legno o sughero e non di rado ornata di pietre preziose o dipinta e rivestita in cuoio e tessuto.
Si trattava degli Zoppeggi o Sopei (altrove nominati Calcagnini) ed in Francia detti Chopines.
I detrattori di questo modello lo denominavano con evidente allusione antifemminea A zoccolo di mucca (vedi immagine sopra) : per alcuni sarebbe stato introdotto nella città lagunare, imitando una calzatura medio orientale, al fine di salvaguardare i piedi femminili dal contatto con i pavimenti caldi e scivolosi dei bagni turchi mentre a più condivisibile giudizio d' altri sarebbero penetrati dalla Spagna e comunque sarebbero stati realizzati allo scopo di salvaguardare le donne nel corso dei loro movimenti in città spesso infestate da impaludamenti o fenomeni alluvionali per la minima cura degli argini fluviali e con le pubbliche vie così poco curate da essere spesso invase da scarichi fognari per la scarsa cura epocale della pubblica igiene [il fenomeno ebbe risonanza a Venezia per la convenienza di tali calzature contro l'imprevedibilità dell'acqua alta nelle calli ma in effetti raggiunse notevole diffusione panitaliana: e non a caso in due delle celebri rappresentazioni di Abiti antichi e moderni di Cesare Vecellio sono effigiate una donna moderna genovese ed una nobile genovese che, come ben si può notare, indossano un tipo di queste discusse calzature: occorre dire che le donne, che non cavalcavano, per le vie dell'età intermedia, in gran parte trascurate o si spostavano con le seggette o "portantine" oppure, se di condizione meno abbiente, ricorrevano a scarpe alte sempre che al pari delle antiche donne popolane non volessero o dovessero correre rischi non comuni, facili nel condurre, praticando luoghi davvero insalubri (citiamo i paludosi "Paschei" a Ventimiglia = area attuale di municipio e giardini pubblici) a gravi infezioni, tetano compreso].
La degenerazione della moda ( maggiore era l'altezza delle suole, maggiore dovevano essere la ricchezza e il prestigio di chi le indossava e col passar del tempo e soprattutto nel XVII secolo tali calzature raggiunsero "altezze vertiginose", sino ai i 60 cm., sì che le donne dovevano sorreggersi su due accompagnatori) originò un luogo comune dei trattazioni misogine fra parecchi scrittori di morale tra cui spiccò il ventimigliese che, ancora nel XVII secolo, intervenne pesantemente contro questa moda di calzature femminili all'interno di una sua opera moralistica (Lo Scudo di Rinaldo) citando altresì la tendenza, per un processo crescente di effeminatezza, a farne uso anche da parte di alcuni uomini dalla morale, a suo dire, perlomeno discutibile. Nella citata opera dell'Aprosio alle pp. 62-63 si legge al riguardo:"Son di parere, che se senza nota d'ignominia fosse permesso a questi (effeminati personaggi) servirsi dell'habito delle Donne, che si facessero vedere anch'essi inalberati sù i Zoccoli. E non è forse fresco l'esempio di Ventura da Porto-gruer? Questi in habito di Donna, dollevato da un braccio, e mezzo di Zoccoli, sostenuto dalle Braccia di due serve, e nelle piazze, e nelle Chiese in mezzo alle altre Donne rinnovava l'esempio di Achille nella corte di Licomede. V'era però questa differenza, che Achille per necessità, e sforzato dalla madre di quelle vesti adornavasi, e questi per manifestare al Mondo qual fusse la sua vanità, o per meglio dire la sua pazzia. Non ne andò nondimeno impunito, impercioché nauseato il Cielo di rimirare un così strano portento, fece che inalzato con gl'istessi habiti sopra un'eminente palco (carro ove sono posti a trionfare gli infami e gli scellerati) per mano del Ministro di Giustizia gli fussero tagliati il Naso e le Orecchie e mandato per diece anni sopra una Galea a scriver con penna di faggio sonetti marittimi".