da "Bordighera nella storia"Il reperto principale dell'antichità più remota del territorio bordigotto (nonostante i rinvenimenti di tracce di vita romana nei pressi della TORRE DEI MOSTACCINI e soprattutto nell'area di SAPERGO poi sede di una TORRE DA AVVISTAMENTO contro i predoni turchi del '500) resta quindi, in definitiva, un SEPOLCRO ROMANO DI FAMIGLIA i cui capostipiti, Giulia Fuscina e Lucio Flavio Lucreziano (di cui è rimasta tracca nei frammenti di una BELLA LAPIDE EPIGRAFICA) nel II sec.d.C. risiedettero in una villa prossima al tragitto "bordigotto" della "Julia Augusta", la via portava alla "capitale", a Nervia di Ventimiglia, del municipio di Albintimilium che si era espansa nella periferia dei sobborghi occidentale (dal Capo di Ventimiglia a Latte e Mortola) ed orientale (Bordighera ed Ospedaletti), con insediamenti nelle valli interne.
Il ritrovamento della tomba romana di BORDIGHERA avvenne nel 1955, al centro della città , durante lo scavo delle fondamenta del palazzo "Lucreziano" (ancora nel XIX sec. si riteneva erroneamente che la zona del rinvenimento, ai tempi dell'Impero, fosse coperta dalle acque del mare).
Tale sito appartiene a quella piana, poi invasa dalle paludi, su cui si sarebbe evoluta dopo la moderna Bordighera: il sepolcro poggiava su un deposito argilloso che era il terreno della pianura ben protetta fin al livello degli "Orti Sottani" di via Marconi.
Non si sa se la parte inferiore della "piana" fosse già occupata dalla BURDIGA, ma con alta probabilità questa si sviluppò (VI-X sec.) con la decadenza medievale.
Non lungi dal sito, a metà di Corso Regina Margherita, presso il "Capo di Bordighera", si rinvennero 8 monete repubblicane d'argento (presso l'albergo "Britannique et Jolie"): si può pensare che vi fossero esistiti vari insediamenti sì da suggerire al geografo greco Strabone che Ventimiglia romana fosse una "grande città"> dal nucleo di Nervia, ai tempi dello studioso ellenico, si snodava un itinerario di case, in relazione colla Giulia Augusta.
Nel 1933 l'inglese Margaret Berry scoprì sul "Capo" tombe liguri e romane; nel '36, più ad occidente e a monte del percorso stradale, si trovarono laterizi, frammenti ed urne d'epoca romana, segnate con bolli o marchi che attestano la loro provenienza da una manifattura locale e da aziende liguri occidentali e piemontesi (come quelle di Asti di un certo "Fortis").
Nella località, detta "TORRE DEI MOSTACCINI" da una fortificazione medievale (poi trasformata in torre da avvistamento antiturchesca tra metà '500 e primi '600), si ebbero rinvenimenti di vita romana, anche più interessanti del miliare, poi perduto, rinvenuto a Bordighera (nel 1572 G. Maurando di Antibo, lo definì sistemato "a mezo d'un campo">il Corpus Inscriptionum Latinarum la ritiene miliare 587 da Roma, per una distanza -il miglio romano era m. 1478,70- di "Bordighera romana" da Roma di c.870 Km).
Altre scoperte archeologiche di romanità si ebbero al Vicus Sapellicus o Sepelago (Sepe), villaggio medievale di Bordighera: fra la costa e Sasso si trovarono altri reperti.
E' impressione che la strada imperiale dividesse nel territorio bordigotto due tipologie di insediamenti e che le aziende agricole sorgessero in altura, fin nelle vallicelle interne: in prossimità della costa dovevano erigersi edifici residenziali, idonei ad ospitare a pagamento quei ricchi commercianti che cercavano una sosta viaggiando da o per le Gallie.