Progetto della commissione legislativa genovese per la promulgazione di una nuova costituzione da edizione napoletana assolutamente identica alla coeva edizione della stamperia nazionale di Genova, di cui si propone l'incipit:
"il popolo ligure considerando che il passato suo avvilimento e' provenuto dall'essere stato soggetto ad un governo aristocratico, ed ereditario, e dall'essersi separato in classi differenti, ha stabilito di non formare in avvenire che una sola famiglia coll'adottare una Costituzione fondata su i veri principj della Libertà e dell'Eguaglianza...'. La sovranita' era riconosciuta nelle mani del popolo essendo 'indivisibile, inalienabile, imprescrittibile'. Seguivano quindi le dichiarazioni dei diritti e dei doveri dell'uomo e del cittadino, lo stabilimento di un corpo legislativo diviso in due consigli, e di un Direttorio. Si dichiarava che la repubblica conservava la religione Cristiana Cattolica, tuttavia i beni ecclesiastici di qualunque natura appartenevano alla nazione. Il progetto venne divulgato nel mese di agosto e si fissò per il 14 settembre la popolare accettazione. Tuttavia i vari interessi che venivano toccati dalla costituzione erano troppo forti e così scoppiò il malcontento quasi generale. La sollevazione comincio' nella valle di Bisagno e poi si propagò nella riviera di Levante fino a Sarzana e in quella di Ponente fino a Polcevera. Il Governo provvisorio, all'annuncio della rivolta, affermo' di dover rivedere alcuni articoli della costituzione specie quelli riservati alla religione cattolica.
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