Di lontane origini barbariche ma oramai di famiglia assolutamente romanizzata, nato a Naisso in Mesia Superiore verso il 360 entrò nell'esercito sotto Teodosio I diventando presto "comandante supremo delle armate dell'Impero romano d'Oriente" (Magister utriusque militiae) nel 411. RITORNA DA QUI AL LEMMA DI PARTENZA
Fu allora inviato in Gallia da Onorio a combattere l'usurpatore Costantino III che vinse e catturò.
Successivamente sconfisse gli altri usurpatori, Giovino in Gallia e Massimo in Spagna.
Pose successivamente il suo quartier generale nell'ancora importante centro di Arles combattendo con successo i goti.
Il grande generale, destinato a ricoprire brevemente la carica di co-imperatore con Onorio che a lui totalmente si affidava, Flavio Costanzo si dedicò inoltre alla realizzazione di un vasto sistema difensivo contro le scorrerie barbariche.
Il 18-XI-401 Alarico (376-411) passò le Alpi Giulie e dilagò fino alla Liguria. Il Generale Stilicone, raccolto l’esercito imperiale impegnato in Rezia e passato l’Adda, giunse a Milano nel marzo 402. Alarico, raccolti gli eserciti a Piacenza e Tortona, fu costretto, dopo la battaglia di Pollenzo del 6 aprile 402, a ritirarsi in Veneto.
La parte orientale della Liguria patì comunque i saccheggi nel 405-6 delle truppe dell' ostrogoto Rodagaiso.
Nel 410 Alarico tornò in Liguria per imporre l' Imperatore Attalo, a lui gradito: un'altra armata di Visigoti sarebbe invece stata condotta da Ataulfo (411-415) verso la Gallia passando lungo la Iulia Augusta, aggirando Genova ma mettendo a rovina Albenga e Ventimiglia ascritte dal poeta Claudiano fra le trepidanti città liguri.
Fu allora che Flavio Costanzo, come detto sopra grande generale di Onorio, intervenne decisamente in modo da realizzare con opportune fortificazioni, donde il concetto di Limes, nel 421 la "provincia delle Alpi Appennine con capitale Genova" ( per cui furono poi utilizzati vari nomi qui nel testo usati da Liguria Alpium a Liguria Maritima a Provincia Italorum Maritima a Liguria Maritima quae dicitur Lunensis atque Vigintimiliensis). Dopo il Po venne all'opposta istituita la "Liguria transpadana" con capitale Milano.
Fu questa una concausa del concentrarsi in luoghi naturalmente riparati di molti centri urbani; ciò raggiunse l'acme tra la fine del IV e il V secolo a titolo di crescente tutela contro ulteriori minacce barbariche: la stessa Genova (al pari di altre città: citiamo qui la stessa Ventimiglia) finì per rinchiudersi entro uno spazio ridotto ma provvisto di un cerchio di mura sì da avere una struttura più ristretta a fronte dell'epoca romana ma di certo meglio difendibile [S. Nazario, sud di S. Cosma, Piazza S. Giorgio, la chiavica, S. Donato, Prione, Porta S. Andrea, Sarzano, S. Croce e S. Nazario].
Si procedette inoltre ad un'opera di demolizione delle case esterne a ridosso delle mura di maniera che la zona prese la denominazione di "Canneto" [donde "via Canneto"] visto che dal colle di S. Lorenzo alla valle dove corre la via publica il terreno incolto venne invaso dal cannetum [non mancano casi analoghi in Liguria = si veda a Taggia la chiesa Romanica di S. Maria del Canneto: clicca qui sul numero 16 della carta antica resa attiva del resto sempre nella stessa area il fenomeno di un graduale abbandono della litoranea e dei centri costieri si nota per l'area della stazione stradale di Costa Beleni/Balenae gradualmente abbandonata per luoghi più sicuri dell'interno partendo da studi risalenti sin al XVII secolo e poi sulla base di ritrovamenti archeologici moderni, già parzialmente anticipati dalla ottocentesca Relazione del Lotti e poi da studi e ricerche del Molon = per non parlare del caso ancora più interessante del caso di "Bordighera Romana" parte non indifferente del Suburbio orientale del Municipio di Albintimilium
divenuta per secoli e secoli area paludosa -burdiga termine usato per indicare "un recinto di canne o giunchi in un canale o laguna per la pesca" nel cui areale l'unico edificio significativo fu a lungo il Convento di S. Ampelio- prima di modesti sviluppi dal tardo '600 e soprattutto del pieno recupero della parte bassa e marinara o "Borgo Marina" dal XIX secolo]. Le parti della città di Genova che rimasero fuori dalle mura cittadine sopravvissero come borghi commerciali separati ma la loro condizione non risultò pari a quella del centro fortificato attesa un'esposizione alle scorrerie tale che rendeva tali borghi sì vitali ma altresì indifesi
In Liguria come detto gli interventi di fortificazione entrarono nella storia col nome di LIMES DI COSTANZO e si rivelarono, finché adeguatamente muniti di truppe, come un ottimo schermo difensivo della "Liguria Marittima" contro le popolazioni che premevano sull'oltregiogo provenendo dalla Padania (oltre a ciò Costanzo provvedette a varie opere di restauro sull'arco ligure anche se i dati più concreti al riguardo concernono la CITTA' DI ALBENGA in forza a dire il vero di una casualità archeologica concernente il rinvenimento di una lapide in merito ai restauri e del rinvenimento di un frammento della già pervenuta incompleta opera De Reditu Suo di Rutilio Namaziano, che nel testo originario, si fermava a Luni -nell'estremo oriente della Liguria Costiera e che nel frammento rinvenuto analizzava i restauri nell'area di Albenga [a dimostrazione di come stesse mutando la fisionomia dell'arco ligure si può far notare come tempo dopo Giustiniano il Grande che progettò di essere il Restitutor Italiae debellando i Goti nel suo programma sancito dalla Prammatica Sanzione a favore di di una restituzione dei beni agli antichi e legittimi proprietari depauperati dai Barbari, dovette constatare l' assenza degli stessi e addirittura di eredi imbattendosi piuttosto in scelte difensive delle
intimorite popolazioni dei più grossi centri litoranei per un graduale arroccamento in molteplici e più piccoli complessi demici, ma maggiormente riparati dalla natura e fortificati ed anche allo
spostamento delle genti che vivevano prossime alla linea del mare e alla strada litoranea destinata al degrado in più sicuri centri dell'entroterra che spesso eran stati fondi rurali = da qui per la consuetudine di lasciti di terre abbandonate e prive di legittimi proprietari alla Chiesa].
Costanzo sposò poi Placidia sorella di Onorio, già sposa del re visigoto Ataulfo. L'8 febbraio 421 Onorio lo creò Augusto e collega nell'Impero ma Costanzo morì pochi mesi dopo (2 novembre 421) a Ravenna.