Artemide nelle religioni dell'antica Grecia è figlia di Zeus e Leto (per i Romani Latona) e sorella gemella di Apollo. Fu una tra le più venerate divinità dell'Olimpo e la sua origine risale ai tempi più antichi: in epoca romana fu associata alla figura di Diana, mentre gli Etruschi la veneravano con il nome di Artume. Il cervo e il cipresso erano fra i suoi simboli sacri.
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Artemide era adorata e celebrata allo stesso modo in quasi tutte le zone della Grecia, ma i più importanti luoghi di culto a lei dedicati si trovavano a Delo (sua isola natale), Braurone, Munichia (su una collina nei pressi del Pireo) e a Sparta. Era la dea della caccia, della selvaggina, dei boschi, del tiro con l'arco, della verginità e anche una divinità lunare personificazione della "Luna crescente". Era, per sua espressa richiesta, vergine ma era adorata anche come dea del parto e della fertilità perché si diceva avesse aiutato la madre a partorire il fratello Apollo.
Durante l'epoca classica ad Atene veniva erroneamente identificata con Ecate. Nei secoli Artemide/Diana, Ecate e Selene/Luna divennero una triade lunare contemplata nel (neo) paganesimo, nell'esoterismo e nella wicca.
Anna Ferrari nel suo imponente Dizionario di Mitologia Greca e latina (UTET, Torino, 2000, pp. 80 e sgg.) dopo un'ampia premesse cui da qui si rimanda fa però delle distinzioni che meritano di esser trascritte per esteso; la dotta autrice infatti distingue:
1 - i>Artemide arcade = in Arcadia Artemide era venerata come dea delle Ninfe. Con queste ultime essapercorreva in lungo e largo le selvagge montagne dell'Arcadia, andando a caccia su un carro trainato da quattro cerve con le corna d'oro. Il culto di Artemide cacciatrice era in Arcadia d'antichissima origine: la dea qui non aveva però alcuna connessione con Apollo. Il suo ruolo era quello di signora delle fiere
2 - i>Artemide taurica = nella regione della tauride si venerava una dea che i Greci identificarono con l'Artemide olimpia: nella regione le venivano offerti in sacrificio gli stranieri che venivano gettati dal mare sulle sue coste. Co i miti di Ifigenia e di oreste la sua figura e il suo culto vennero portati in Grecia propria, e in particolare a Braurone, in Attica, dove il suo culto s'insediò stabilmente e la dea fu venerata con l'appellativo di i>Artemide Brauronia. In suo onore a Sparta giovani vittime venivano condotte al suo altare e fustigate finché esso non fosse coperto di sangue.
3 - i>Artemide efesina = in merito alla quale l'autrice annota prima della digressione esplicatica In questo caso si trattava di una divinità diversa dalla dea greca dello stesso nome. Sitrattava in realtà di una dea asiatica, legata ai grandi riti della fecondità e della terra, il cui culto era solidamente impiantato e diffuso nella Ionia quando i Greci vi si stabilirono con le loro colonie; alla dea sulla base di affinità, più che di sostanza, principalmente di forma i Grei diedere il nome di Artemide....: e qui, lasciando l'autrice integriamo, anche in via ipertestuale questa figura particolare =
Le mammelle della statua della dea greca Artemide nota agli onori ed alla fede del mondo pagano quale ARTEMIDE AD EFESO in più file sono un antico simbolo di fertilità e caratteristiche appunto dell'Artemide di Efeso (anche poi Diana efesina) equiparata per molti versi alla ionica Grande Madre,
in pratica alternativa classica della Natura generatrice di tutte le cose (vedi di Artemide efesina la perfetta riproduzione di epoca romana della collezione Farnese, oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli).
Efeso risultava situata in Asia Minore, alla foce del fiume Caistro: era una antichissima città della Lidia, facente parte alla confederazione delle dodici colonie joniche.
Secondo la tradizione venne fondata dalle Amazzoni: passò successivamente sotto il dominio dei Cari, dei Lelegi e, per finire, sotto quello di Atene. Come tutte le altre colonie joniche giunse sotto il dominio di Creso, dei Macedoni, dei Persiani ,dei Tolomei, dei Seleucidi e quindi di Roma che, nel 121 a.C. ne fece la capitale della sua provincia d'Asia.
Gli scavi archeologici hanno portato alla luce importanti resti di monumenti antichi e cristiani. Fin dall'antichità fu celebre l' ARTEMISION, santuario in onore di ARTEMIDE AD EFESO (anche DIANA EFESINA).
Il tempio, considerato una delle sette meraviglie del mondo (Giardini di Babilonia , Colosso di Rodi , Mausoleo di Alicarnasso , Faro di Alessandria , Statua di Zeus , Piramide di Cheope ed appunto Tempio di Artemide
), era stato progettato da Chesifrone di Cnosso, e la costruzione durò parecchi anni. Fu incendiato da Erostrato (con la semplice giustificazione di voler "passare alla storia" così facendo) la notte stessa in cui nacque Alessandro Magno (21 luglio 356 a. C.): venne quindi riedificato da Dinocrate.
Era grande quattro volte il Partenone, ricco di sculture di Prassitele e di pitture di Parrasio e di Apelle.
La statua della dea era di legno d'ebano (secondo Plinio) o di cedro (secondo Vitruvio).
Fu distrutto una seconda volta dai Goti (metà del III sec. d.C.) e infine del tutto demolito per ordine di Costantino.
Ad Efeso si sono rinvenuti inoltre molti altri edifici di notevole interesse archeologico, tra cui i templi di Serapide (sec. II) e di Adriano, lo stadio (sec. I), il teatro (sec. I-II), la biblioteca di Celso (110-35).