r. da VOLUME ORIGINALE ALCHIMIA: VEDI QUI INDICE E VOCI

La riproduzione e informatizzazione di B. Durante è tratta dall'edizione originale rarissima del volume che è considerato uno dei più importanti testi alchemici (vedi Graesse, "Bibliotheca magica..., p.58). Si tratta di: CESARE DELLA RIVIERA, Il magico mondo de gli heroi..., Mantova, per F. Osanna, 1603


La teoria del FLOGISTO fu elaborata per primo dallo iatrochimico tedesco Johann Joachim Becher (1635-1682) all'interno della sua teoria degli elementi. Egli, infatti, nella Physica subterranea (1667) sosteneva che i corpi naturali erano composti di princìpi prossimi come l' acqua e la terra . Quest'ultima, a sua volta, era distinguibile in tre terre distinte: la vetrificabile o fusibile o petrosa , la infiammabile o pingue e la mercuriale o fluida , in parte corrispondenti ai tre elementi paracelsiani sale, zolfo, mercurio , e alle proprietà di questi. La terra infiammabile di Becher ebbe una grande fortuna nella chimica successiva, grazie soprattutto alle teorie del suo allievo, Georg Ernst Sthal (1660-1734). Questi aveva razionalizzato la chimica becheriana eliminando i più espliciti richiami metafisici e i numerosi riferimenti alla filosofia mosaica sulla origine e sullo sviluppo della natura in essa presenti. Egli, però, aveva accettato, tra l'altro, la teoria degli elementi. In particolare Stahl accentuerà il ruolo della terra infiammabile da lui definita flogisto . Questo principio diventerà il centro di una serie di teorie chimiche, le più importanti delle quali riguardavano la combustione, la calcinazione, la respirazione e la formazione degli acidi. Infatti il flogisto era considerato il principio responsabile della combustibilità dei corpi combustibili, e della calcinabilità dei metalli. In questi fenomeni si aveva esclusivamente una liberazione di flogisto nell'aria atmosferica, inizialmente considerata chimicamente inerte e puro ricettacolo di questo principio (e anche degli altri). Il flogisto, inoltre, era la causa materiale dei colori, degli odori e dei sapori dei corpi ed era considerato la materia del fuoco , cioè la sostanza dalla quale si ottenevano tutti gli effetti termici associati alle reazioni chimiche. Anche in questa veste esso si poteva trovare sia allo stato libero, producendo la sensazione del calore; sia allo stato combinato, cioè presente come principio nei corpi composti. Il flogisto circolava incessantemente fra i corpi dei tre regni della natura passando di combinazione in combinazione. In questo modo la combustibilità di cui era portatore poteva trasmettersi. Infatti, se nella revivificazione delle calci metalliche, queste ultime venivano mescolate con una sostanza ricca di flogisto (carbone, grassi, olii,ecc.), questa sostanza, sotto l' azione di un fuoco energico, cedeva il flogisto alle calci, ripristinando il metallo di partenza. Vero "proteo della chimica", esso era responsabile anche della formazione dei differenti acidi a partire dalla sua combinazione con un acido universale, che secondo Stahl era l'acido vetriolico, anch'esso un composto di terra e flogisto . Dopo la scoperta della combinabilità chimica dell'aria dovuta alle ricerche sui vegetali di Stephen Hales (1677-1761) e pubblicate nel 1727 nell'opera Vegetable Staticks , alcuni chimici, Joseph Priestley (1733-1804), in particolare, sostenevano che tutte le differenti specie d'aria che si andavano via via scoprendo non erano altro che il risultato di una trasmutazione di una base fondamentale - l'acido nitroso - che si combinava in maniera differenziata col flogisto, in una sorta di gradazione che andava dall'aria deflogisticata (che conteneva meno flogisto di tutte) all'aria comune, all'aria flogisticata, fino all'aria nitrosa che ne conteneva più di tutte.
Non tutti i chimici stahliani, però, condividevano questa ipotesi: alcuni di essi, fra cui Guillaume François Rouelle (1703-1770), avevano teorizzato l'esistenza di un principio elementare distinto - l' aria elementare - portatore delle caratteristiche proprie di quelli che venivano chiamati appunto fluidi aeriformi o più semplicemente arie. Si deve a Rouelle, a metà del Settecento, la riformulazione della teoria degli elementi che diventavano quattro, di vaga ispirazione aristotelico- empedoclea: terra, acqua, aria, fuoco . Ma con gli antichi elementi di cui portavano il nome avevano poche analogie: essi erano i componenti primi e ultimi dei corpi naturali; portatori di qualità assolute della materia, che conservavano - relativamente - nelle reciproche combinazioni. L'aria elementare era il principio di tutte le arie allora conosciute grazie alla chimica pneumatica , e il fuoco elementare era il flogisto , cioè l'elemento chiave di tutta la chimica derivata dalle teorie di Becher, e soprattutto di Stahl. Con questa nuova teoria degli elementi, molto diffusa in Francia, avrà a che fare più ravvicinatamente Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794), quando decise di mettere in crisi e poi di sovvertire la potente e antica teoria del flogisto). Alla fine del Settecento, inoltre, con lo sviluppo degli studi di elettrostatica e poi di elettrodinamica anche il fluido ritenuto responsabile dei fenomeni elettrici verrà identificato da alcuni scienziati col flogisto, e ciò all'interno di una concezione prevalentemente chimica di questi stessi fenomeni .